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Pm di Bari: «Su Vendola possibili strumentalizzazioni»


BARI — Concorsi pilotati per favorire gli amici. Si concentrano su questo aspetto della gestione della sanità pugliese le indagini che hanno portato all’iscrizione di Nichi Vendola nel registro degli indagati. Perché al governatore viene al momento contestato soltanto l’episodio che riguarda la posizione del professor Giancarlo Logroscino, ma nelle informative consegnate dai carabinieri alla Procura sono state esaminate tutte le nomine di primari e manager effettuate dal 2007 in poi. E in evidenza ce ne sono una decina che sarebbero state decise utilizzando una procedura illecita. Il fascicolo contiene intercettazioni telefoniche e ambientali, delibere e altri atti che riguardano la designazione dei medici, ad esempio segnalazioni e raccomandazioni provenienti da personaggi esterni alla politica. Imprenditori che in questo modo avevano la garanzia di poter contare su persone fidate che avrebbero agevolato i loro affari. È uno degli aspetti di quello che nel settembre scorso il procuratore Antonio Laudati definì il «sistema criminale » che ha gestito in questi anni pure gli appalti e gli accreditamenti delle strutture sanitarie. Ieri il capo dell’ufficio è apparso molto più cauto, quasi sibillino quando ha affermato che «nei confronti del presidente della giunta regionale pugliese non vi sono iscrizioni suscettibili di comunicazione».

In realtà l’iscrizione è un atto segreto e viene comunicata all’interessato soltanto quando sia necessario, dunque le parole del magistrato non hanno fatto altro che confermare quanto era già noto. Poi Laudati sottolinea di aver «preso atto delle possibili strumentalizzazioni delle indagini per finalità diverse da quelle processuali» e spiega che «non può escludersi che esse siano riferibili a componenti del gruppo investigativo». Dichiarazione letta come una presa di distanza da carabinieri e guardia di finanza cui sono stati affidati gli accertamenti, anche perché l’iscrizione nel registro degli indagati è una procedura riconducibile esclusivamente ai pubblici ministeri. Vendola è stato intercettato mentre si lamenta con l’allora assessore alla Sanità Alberto Tedesco per la bocciatura di Logroscino come primario di epidemiologia del «Miulli». L’indagine mira a verificare se davvero dietro le rimostranze di Vendola ci fosse soltanto un problema di meriti. Ma anche in base a quali criteri siano stati scelti tutti gli altri medici che dovevano guidare i reparti ospedalieri. E dunque a stabilire l’eventuale coinvolgimento del governatore nel sistema visto che alcune persone — ad esempio l’ex direttore generale della Asl di Bari Lea Cosentino — erano state chiamate in quel posto proprio da lui. La manager è finita agli arresti domiciliari. Ieri è stata interrogata per oltre quattro ore e ha sostenuto di poter provare la propria innocenza.

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