ROMA -Dopo l'imp
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Berlusconi dunque. Che era in difficoltà prima di piazza Duomo. Alle prese con le tensioni con Gianfranco Fini, il Cavaliere sembrava in calo inarrestabile. Quel 53% assegnato dal sondaggio Ipr dell'8 maggio 2008, aveva imboccato una china che l'aveva visto, a luglio, scendere sotto il 50%, per poi calare ancora, a settembre, al 47% e ad ottobre al 45%. Poi l'aggressione e l'inversione di tendenza. Tre punti percentuali guadagnati. Un 48% confernato anche questo mese.
Minima, invece, la soddisfazione degli oppositori del premier. E tutta concentrata su quell'uno per cento che fotografa la crescita di coloro che dicono di avere poca fiducia nel premier o di non averne nessuna (dal 49% al 50%). Invariata, invece, la fiducia nell'esecutivo. A gennaio il 40% viene confernato, così come il 56% di coloro che dicono di non averne.
Per quanto riguarda i ministri su 22, ben 11 registrano un calo, 8 restano stabili e 3 registrano un aumento (anche se minimo). In testa a tutti si conferma il titolare del Welfare, Maurizio Sacconi. Per lui un 62% di persone che esprimono molta o abbastanza fiducia (così come un mese fa) che lo porta a 9 punti percentuali in più rispetto al momento della nomina. Seconda piazza per Renato Brunetta, ministro della Funzione pubblica che guadagna un punto e sale al 61%. Cala di tre punti il titolare dell'Economia, Giulio Tremonti (57%), peggio di lui il ministro dei Trasporti Altero Matteoli (che scende al 48% e perde 4 punti). Male anche il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo (che dal momento della nomina è calata di 21 punti percentuali) e quello delle Riforme Umberto Bossi (48%).
Ma il dato, più significativo, è quello che riguarda la fiducia nell'azione dei partiti. E non tanto per quanto riguarda la maggioranza che, sostanzialmente, vede confermato il gradimento del mese precedente anche se il Pdl perde 2 punti (dal 48 al 46%). Quanto per il Partito Democratico che registra un calo drastico di ben 4 punti (mentre l'Idv aumenta dell'1%). Il Pd , dopo il disastroso 29% di "fiduciosi" del dicembre 2008, era risalito fino al 41% del mese scorso. Il crollo a quota 37% lo fa scendere al terzo posto dopo l'Udc stabile al 40%. Dolenti note per Pierluigi Bersani alle prese con la battaglia sulla giustizia e soprattutto, sulla complicata definizione delle candidature in vista delle Regionali di marzo. Ed è probabile che siano proprio quelle continue polemiche interne ad aver determinato il calo. Ancor più significativo perché arriva dopo una ripresa di consensi registrata a novembre. Vanificata, però, da un inizio dell'anno in cui le vicende delle amministrative sembrano aver pesantemente deluso molti simpatizzanti democratici.
Fonte: Repubblica.it
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