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Scuola, la rabbia dei precari "Con la Gelmini licenziamenti da record"

ROMA - A pochi giorni dall'avvio delle lezioni scoppia la rabbia dei precari della scuola. Sono quasi 18 mila i supplenti che, dopo anni di incarichi, resteranno a casa senza stipendio. Motivo? I tagli agli organici del personale docente ordinati dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e predisposti dalla collega dell'Istruzione, Mariastella Gelmini.

"In un periodo in cui si lotta per tutelare i posti di lavoro, lo Stato mette in atto il più grande licenziamento collettivo mai fatto", dice il segretario del Pd, Dario Franceschini. Per i precari della scuola non c'è neppure traccia dei cosiddetti Contratti di disponibilità, promessi dallo stesso inquilino di viale Trastevere ai sindacati per attenuare il colpo di scure.
Insomma: per migliaia di operatori della scuola si apre una stagione difficile e la protesta non si fa attendere. Ieri, a Benevento un gruppo di 7 donne del Comitato insegnanti precari sono salite sul tetto dell'Ufficio scolastico provinciale (l'ex provveditorato agli studi) e minacciano di non scendere fino a quando non avranno risposte sui tagli.

"Faremo come gli operai dell'Innse, scenderemo da qui solo quando avremo una risposta concreta contro i licenziamenti e la disoccupazione", afferma Elvira, una delle insegnanti sul tetto che, ieri sera, hanno portato la protesta sul palco del concerto di Francesco De Gregori. Sempre ieri, a Caserta, marito e moglie rimasti senza posto di lavoro hanno scavalcato una finestra dell'ufficio scolastico provinciale minacciando di lanciarsi nel vuoto. Qualche giorno fa, a Trapani un gruppo di insegnanti ha occupato per alcune ore i locali dell'Usp e a Venezia si è svolto un sit-in di docenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari).

A Milano e Torino i prof scenderanno in piazza il primo settembre: nel capoluogo lombardo si incateneranno davanti al provveditorato "fino al ritiro dei tagli". Mentre a Palermo, due assistenti tecnici (di laboratorio) rimasti senza contratto sono al quinto giorno di sciopero della fame ma hanno rifiutato il ricovero in ospedale consigliato dai medici del 118. "Non molleremo fino quando non avremo risposte", dicono Giacomo Rizzo e Francesco Paolo Di Maggio.

Anche a Bari i precari affilano le armi mentre la mobilitazione passa anche attraverso il web, dove gli interessati pressano per una mega manifestazione nella Capitale. Per comprendere quanti stipendi verranno meno quest'anno basta fare due conti. Nonostante l'aumento degli alunni il governo ha tagliato 57.368 posti mentre i posti lasciati liberi da coloro che sono andati in pensione sono poco meno di 40 mila. In totale mancano all'appello 17.530 posti per altrettanti precari che lavorano da anni nella speranza di essere immessi in ruolo. Ma che rimarranno appiedati. E siamo solo all'inizio, perché il piano del governo è quello di tagliare in tre anni (2009/2010 - 2011/2012) 130 mila posti nella scuola.

Per questa ragione i 286 mila supplenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento tremano: a 40/45 anni potrebbero uscire definitivamente dal giro. "La situazione è ingovernabile e il governo non interviene", dice il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo. "Non c'è tempo da perdere - aggiunge Francesco Scrima della Cisl scuola - bisogna condurre in porto, nel più breve tempo possibile, le annunciate misure straordinarie per i precari che perderanno il posto di lavoro". Mentre per i 473 mila iscritti nelle graduatorie d'istituto (senza abilitazione) non ci sono praticamente speranze.
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