ROMA - Prove di dia

ARTICOLO 1 - «Basi limitate», sottolineano Bonaiuti e Gasparri. Forse una risposta indiretta alla proposta lanciata dal ministro Brunetta in un'intervista a Libero: secondo il ministro della Pubblica amministrazione, le riforme non dovranno riguardare solo la seconda parte della Costituzione, «ma anche la prima, a partire dall'articolo 1: stabilire che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro non significa assolutamente nulla». Parole che provocano le immediate reazioni di Pd e Italia dei Valori. Secondo il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, «l'uscita del ministro Brunetta, l'ennesima da parte della maggioranza che dice cose diverse e spesso opposte, conferma la necessità di un chiarimento condiviso sugli obiettivi e le finalità che ci si propongono». «La modifica della prima parte della Costituzione - aggiunge Chiti - non è all'ordine del giorno. Non siamo disponibili. Anzi, le modifiche nella seconda parte devono essere assolutamente coerenti con i principi guida della Costituzione. Se la linea della destra è quella di Brunetta - conclude il vicepresidente del Senato - il discorso sulle riforme diventa non possibile intesa ma sicuro scontro».
IDV. Insorge anche Antonio Di Pietro: «Come volevasi dimostrare: dai un dito e si fregano il braccio - dichiara il leader dell'Idv. - All'indomani dell'invito del Presidente della Repubblica a collaborare per riformare la seconda parte della Costituzione, subito la maggioranza, a cominciare dal ministro Brunetta, si affretta a chiedere di cambiare addirittura l'articolo 1 della Costituzione». «È il solito disegno di stampo piduista portato avanti dal governo Berlusconi e dalla sua maggioranza - rincara la dose l'ex pm - hanno cominciato dalla giustizia, depenalizzando ciò che prima era reato e proponendo leggi ad personam, per continuare con il lavoro, visto che non riescono a garantire quello che avevano promesso a centinaia di migliaia di lavoratori che oggi si ritrovano in uno stato di assoluta povertà». La Cgil parla invece di «demagogia reazionaria». «Brunetta - afferma Carlo Podda, Segretario Generale dell'Fp-Cgil - inaugura il 2010 con un'altra delle sue bordate eversive»
PDL E LEGA - Lo stesso Bonaiuti, in un'intervista a SkyTg24, non pare persuaso dalla proposta di Brunetta: «Io sono del parere che non bisogna mai mettere troppa carne al fuoco - dice - però tutto si può vedere». È dello stesso avviso il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli: «Io non sono un entusiasta dell'art. 1 della Costituzione, ma esso fa parte della nostra storia e penso che se si vogliono fare le riforme adesso bisogna limitarsi a cambiare la seconda parte della Costituzione». «C'è poi un rischio grave - aggiunge il coordinatore delle segreterie della Lega - ed è quello che a voler far tutto si finisce con il far nulla. Visto che sta emergendo un desiderio diffuso, che pare sincero, di cambiare le cose, io dico: limitiamoci a cambiare la seconda parte della Costituzione».
Fonte: Corriere.it
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