
date il numero di telefono”). Segue immancabile accenno al suo attuale status di ragazzo disponibile: “Non preoccupatevi, ormai sono single.
Sotto casa ho la fila di aspiranti fidanzate, tutte mi vorrebbero come marito perché ho la grana, non sono scemo, sono simpatico e anche giovane”. Soprattutto se, come minaccia, camperà un altro mezzo secolo: “Sto finanziando una ricerca per alzare l’età media: io e Boris vivremo 120 anni, me l’ha garantito un istituto scientifico di Verona” (deve trattarsi del centro di igiene mentale che l’ha in cura, con la consegna di assecondarlo in tutto). A quel punto l’amico “Boris”, ormai rassegnato a chiamarsi così, e la ballerina molestata tentano di immaginare come sarà il nostro premier a 120 anni visto che è già così a 74, e soprattutto come devono essere ridotte queste “aspiranti fidanzate” per sognare di portare all’altare uno che somiglierà al maestro Yoda di “Guerre Stellari” e che verrebbe respinto anche da una badante bulgara. L’elegante cerimonia si conclude con le solite geremiadi: “Non ho alcun potere” e “la Costituzione è cattocomunista” e il sacrificio che fa a governarci (“ho ville ad Antigua e alle Bermude e una barca alle Bahamas, ma non posso godermele da otto anni”) e l’assenza di “un leader d’opposizione con cui dialogare” (l’idea che l’opposizione debba opporsi non lo sfiora neppure in Bulgaria, dove la cosa è considerata normale).
Infine il simpatico scambio di doni col cosiddetto “Boris”, che compie 51 anni: il bizzarro ospite italiota sfodera il consueto orologio da tre chili in oro massiccio e un intero stock di cravatte e panettoni (quelli avanzati da Natale). Manca soltanto la classica batteria di pentole antiaderenti, ma la farà spedire. Ancora una foto con una fan in piazza: “Sei bella come una fata – le sussurra all’orecchio – peccato solo una foto…”. Poi le guardie del corpo lo portano via un istante prima della denuncia per stalking. Solo allora – riferisce la Repubblica – veste “i panni dello statista”, anzi – per dirla con La Stampa – indossa “un’altra veste e incarna l’uomo di Stato”. Praticamente si rimette le mutande.
Fonte: Il Fatto Quotidiano del 15 giugno, in edicola
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