Controlli «igienico sanitari» nelle abitazioni dei clandestini, caccia a chi affitta case o offre lavoro agli immigrati irregolari, e l’invito ai milanesi a segnalare al Comune gli extracomunitari senza documenti. Con una mozione dai toni duri, la Lega chiede a Palazzo Marino un giro di vite «contro la presenza e lo sfruttamento degli stranieri senza permesso di soggiorno». Nel testo, già depositato nei consigli delle zone 5 e 7, il partito di Bossi fa pressioni sulla giunta Moratti perché sia applicato «davvero e fino in fondo» il decreto Maroni.
La mozione sarà fatta votare a gennaio in tutti i nove consigli di zona, e a quel punto sarà portata all’attenzione dell’assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, «perché si intervenga subito e con decisione», come annuncia Matteo Salvini, capogruppo leghista in consiglio comunale.
La mozione, messa a punto a metà dicembre dai dirigenti lombardi della Lega, ha per titolo “Richiesta controlli riguardanti la clandestinità e la verifica della residenza degli stranieri”. Nelle due pagine protocollate, che sono anche un manifesto politico in vista delle elezioni regionali della prossima primavera, si chiede che a Milano sia avviata “una politica di controllo delle residenze degli stranieri, delle condizioni igienico sanitarie e di verifica dei contratti di affitto stipulati” e si precisa che “tutte le famiglie milanesi dovrebbero avere diritto a condizioni abitative consone”.
Per Salvini, «è inaccettabile quello che succede in molti complessi residenziali, dove in un bilocale vivono anche 15 clandestini. Casi simili si trovano ad esempio in zona viale Monza, dove ho fatto un sopralluogo come presidente della commissione Sicurezza. Deve essere chiaro che queste situazioni non saranno più accettate». Nella mozione si invoca, più in generale, «maggior rigore di fronte al reato di immigrazione clandestina», con controlli nelle aziende e nelle fabbriche. L’obiettivo non è solo allontanare gli stranieri irregolari dall’Italia, ma anche «fermare il loro sfruttamento da parte di datori di lavoro e affittuari senza scrupoli».
Davide Boni, assessore regionale leghista al Territorio, spiega la decisione di fare votare il testo nei consigli di zona, e non direttamente in Comune: «Partiamo dai quartieri perché lì vivono quei cittadini che vogliono una risposta ferma contro l’i mmigrazione clandestina — dice — e invitiamo i milanesi a segnalare a Palazzo Marino la presenza di stranieri irregolari, denunciando chi li sfrutta o affitta loro alloggi. Se poi l’amministrazione non dovesse intervenire, i cittadini chiamino pure direttamente noi della Lega».
Qualcuno in via Bellerio ha proposto di attivare un “numero verde padano” a cui denunciare le violazioni della legge sulla clandestinità, «ma speriamo non sia necessario farlo — aggiunge Boni — dal momento che ci aspettiamo una risposta decisa dall’a mministrazione che governa la città, da sempre attenta al tema della sicurezza».
Nel testo della mozione si fa riferimento esplicito alle esperienze di “Comuni dove i sindaci stanno attuando politiche di verifica della popolazione straniera residente, così da evitare la permanenza di clandestini sui propri territori”. L’esempio più noto è quello di Coccaglio, il paese nel Bresciano dove il sindaco leghista ha avviato prima di Natale una campagna di controlli sulla presenza di clandestini, chiamandola White Christmas. «Il nome dell’� iniziativa è infelice, ma la direzione è quella giusta, e Milano deve seguirla», dice Alessandro Morelli, il capogruppo della Lega in consiglio di zona 5, che prima di Natale ha depositato la mozione.
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La mozione sarà fatta votare a gennaio in tutti i nove consigli di zona, e a quel punto sarà portata all’attenzione dell’assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, «perché si intervenga subito e con decisione», come annuncia Matteo Salvini, capogruppo leghista in consiglio comunale.
La mozione, messa a punto a metà dicembre dai dirigenti lombardi della Lega, ha per titolo “Richiesta controlli riguardanti la clandestinità e la verifica della residenza degli stranieri”. Nelle due pagine protocollate, che sono anche un manifesto politico in vista delle elezioni regionali della prossima primavera, si chiede che a Milano sia avviata “una politica di controllo delle residenze degli stranieri, delle condizioni igienico sanitarie e di verifica dei contratti di affitto stipulati” e si precisa che “tutte le famiglie milanesi dovrebbero avere diritto a condizioni abitative consone”.
Per Salvini, «è inaccettabile quello che succede in molti complessi residenziali, dove in un bilocale vivono anche 15 clandestini. Casi simili si trovano ad esempio in zona viale Monza, dove ho fatto un sopralluogo come presidente della commissione Sicurezza. Deve essere chiaro che queste situazioni non saranno più accettate». Nella mozione si invoca, più in generale, «maggior rigore di fronte al reato di immigrazione clandestina», con controlli nelle aziende e nelle fabbriche. L’obiettivo non è solo allontanare gli stranieri irregolari dall’Italia, ma anche «fermare il loro sfruttamento da parte di datori di lavoro e affittuari senza scrupoli».
Davide Boni, assessore regionale leghista al Territorio, spiega la decisione di fare votare il testo nei consigli di zona, e non direttamente in Comune: «Partiamo dai quartieri perché lì vivono quei cittadini che vogliono una risposta ferma contro l’i mmigrazione clandestina — dice — e invitiamo i milanesi a segnalare a Palazzo Marino la presenza di stranieri irregolari, denunciando chi li sfrutta o affitta loro alloggi. Se poi l’amministrazione non dovesse intervenire, i cittadini chiamino pure direttamente noi della Lega».
Qualcuno in via Bellerio ha proposto di attivare un “numero verde padano” a cui denunciare le violazioni della legge sulla clandestinità, «ma speriamo non sia necessario farlo — aggiunge Boni — dal momento che ci aspettiamo una risposta decisa dall’a mministrazione che governa la città, da sempre attenta al tema della sicurezza».
Nel testo della mozione si fa riferimento esplicito alle esperienze di “Comuni dove i sindaci stanno attuando politiche di verifica della popolazione straniera residente, così da evitare la permanenza di clandestini sui propri territori”. L’esempio più noto è quello di Coccaglio, il paese nel Bresciano dove il sindaco leghista ha avviato prima di Natale una campagna di controlli sulla presenza di clandestini, chiamandola White Christmas. «Il nome dell’� iniziativa è infelice, ma la direzione è quella giusta, e Milano deve seguirla», dice Alessandro Morelli, il capogruppo della Lega in consiglio di zona 5, che prima di Natale ha depositato la mozione.
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