ROMA - Era già tutto pronto negli studi di Cielo. A mezzogiorno di oggi, il nuovo canale di Sky - pensato per il digitale terrestre e gratuito - avrebbe mosso i primi passi con un'edizione di un'ora del telegiornale della casa (SkyTg24), seguita a ruota dal programma Pericolo Reale. La gran parte degli italiani avrebbe visto Cielo al tasto 10 del telecomando. E invece sul filo di lana è arrivato lo stop del governo. Il canale non potrà partire perché il ministero dello Sviluppo economico - attraverso il suo Dipartimento per le Comunicazioni - non ha ancora concesso l'autorizzazione alla sua trasmissione sul digitale terrestre.
Il Dipartimento ha scritto due lettere. La prima è indirizzata al Gruppo Editoriale L'Espresso, che affitta a Sky i suoi ripetitori in digitale terrestre per la messa in onda di Cielo. La missiva dice che la pratica richiede approfondimenti. La seconda lettera, invece, chiede a Sky di non procedere alla messa in onda. Le missive - pur riconducibili al viceministro Romani - non sono firmate dal direttore generale del ministero o del Dipartimento, come sarebbe lecito aspettarsi su un tema di questa delicatezza.
Fermata sul digitale terrestre, Sky avrebbe potuto irradiare Cielo via satellite. Per il satellite, l'emittente non ha problemi avendo ricevuto in soli dieci giorni il via libera dalla Autorità per le Comunicazioni. "Ma Cielo resterà fermo anche sul satellite, in attesa di schiarite sul digitale terrestre", spiega preoccupato il direttore editoriale del canale Riccardo Chiappelli.
Dice Gary Davey, manager di punta di Cielo: "Le nostre carte sono in ordine sul piano legale. Peraltro noi abbiamo preparato un canale bello e gratuito, che avrebbe impreziosito il digitale terrestre. Per questo, eravamo convinti che la nostra richiesta di autorizzazione sarebbe stata gestita dal governo con quella velocità, quell'efficienza e quei sorrisi che ha promesso in questi giorni il ministro Brunetta".
Nelle scorse settimane, il ministero ha permesso la messa in onda sul digitale terrestre dei canali targati RaiSat senza una specifica autorizzazione (i canali vengono considerati una diretta emanazione di quelli di servizio pubblico come RaiUno). I canali Mediaset Premium sono tutti autorizzati, ma classificati come entità di servizio, che non offrono contenuti editoriali in senso stretto. Il via libera ministeriale a RaiSat e Mediaset Premium è stato avallato dall'Autorità per le Comunicazioni a maggioranza. Sono finite in minoranza le obiezioni di 3 degli otto commissari: D'Angelo, Lauria e Sortino. Ora questi commissari sono pronti a chiedere chiarimenti agli uffici governativi per lo stop a Cielo, a poche ore dall'accensione dei motori.
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