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Fuori onda di Fini su Berlusconi. "Confonde consenso con immunità"

MILANO - Berlusconi «confonde il consenso popolare, che ovviamente ha e che lo legittima a governare, con una sorta di immunità nei confronti di qualsiasi altra autorità di garanzia e di controllo: magistratura, Corte dei Conti, Cassazione, Capo dello Stato, Parlamento. Siccome è eletto dal popolo...». Lo ha detto il Gianfranco Fini, in un "fuori onda" (rilanciato da Repubblica.it) registrato all'insaputa del presidente della Camera. Fini parla con il procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi, seduto accanto a lui, in occasione della giornata conclusiva del Premio Borsellino, il 6 novembre scorso a Pescara, non sospettando minimamente che i microfoni del tavolo della presidenza fossero aperti e registrassero la conversazione privata. «Il "fuori onda" rilanciato da alcuni siti internet dà conto della coerenza delle opinioni del presidente della Camera dei deputati, allorquando, al di là dei toni colloquiali ed informali, dice in privato esattamente quanto afferma poi pubblicamente» ha spiegato in una nota Fabrizio Alfano, portavoce del presidente della Camera.

«IN PRIVATO GLI HO DETTO: "STATTE QUIETO"» - Nella conversazione con Trifuoggi Fini si riferisce ancora a Berlusconi quando dice: «Io gliel'ho detto. Confonde la leadership con la monarchia assoluta. Poi in privato gli ho detto: ricordati che gli hanno tagliato la testa a... quindi "statte quieto" » aggiunge il presidente della Camera replicando così a una battuta del procuratore che si riferisce a Berlusconi con queste parole: «È nato con qualche millennio di ritardo, voleva fare l'imperatore romano».

«SPENGA L'INTERRUTTORE AL GOVERNO» - Antonio Di Pietro è il primo a commentare il "fuori onda" di Fini. «Prendo atto con soddisfazione che Fini dice in privato ciò che l’Italia dei Valori dice in pubblico e cioè che abbiamo a che fare con un imperatore alla maniera di Nerone che gode vedendo il nostro Paese bruciare» ha detto il leader Idv. «Ci auguriamo - ha aggiunto l'ex pm - che anche Fini passi dalle parole ai fatti e spegnere l’interruttore di questa legislatura e di questo governo prima che sia troppo tardi».

SPATUZZA - Con Trifuoggi Fini parla anche delle ultime rivelazioni del pentito di mafia Gaspare Spatuzza. «Il riscontro delle dichiarazioni di Spatuzza, può aprire scenari... speriamo che lo facciano con uno scrupolo tale da... perché è una bomba atomica» afferma il leader di Montecitorio. «Lei lo saprà - dice Fini al suo interlocutore - ma Spatuzza parla apertamente di Mancino, che è stato ministro degli interni...Uno è vicepresidente del Csm, l’altro è presidente del Consiglio». E al suo interlocutore che osserva che comunque le indagini vanno fatte, la terza carica dello Stato risponde: «No, ma ci mancherebbe altro».

BATTUTE SULL'IMMORTALITÀ - Seduto accanto a Trifuoggi a Pescara Fini scherza anche con il suo interlocutore. L'occasione gliela dà un passaggio del discorso di Aldo Pecora, portavoce del movimento antimafia "Ammazzateci tutti": «Noi siamo di passaggio, qua nessuno è eterno, non si vive in eterno», dice il giovane. Allora Fini commenta: «Se ti sente il presidente del Consiglio si incazza...». «Qualche giorno fa - aggiunge ancora il presidente della Camera nel "fuori onda" - rileggevo un libro sull'Italia giolittiana e a Giolitti, che era considerato il ministro della malavita, un oppositore disse: '"ei rappresenta lo stato... participio passato del verbo essere". Efficace, no?». «Potrebbe essere riesumata», replica il magistrato. «Infatti non escludo di farlo, citando la fonte... prima o poi lo faccio», conclude il presidente della Camera.

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