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Processo breve ad hoc per "salvare" il premier

ROMA - Avevano anche scritto la norma transitoria per, al contempo, salvare Berlusconi e salvare pure la faccia. Era lì appena la settimana scorsa, in bella evidenza, alla commissione Affari costituzionali del Senato che si apprestava ad esaminare gli emendamenti al decreto comunitario in aula in queste ore.
Il comma diceva così: le nuove regole sul "processo breve" "si applicano a quelli in corso giunti fino al dibattimento di primo grado".

Un articolo ad hoc per far cadere le inchieste Mills, Mediaset e Mediatrade sotto la mannaia della legge che Niccolò Ghedini aveva ripreso di peso da un proposta dei diessini Fassone e Calvi aggiornandola con la clausola sui procedimenti in corso. E poiché sarebbe stato troppo scandaloso decimare della metà, e oltre, i processi in Italia pur di chiudere i tre del premier ecco la norma transitoria che limita il danno al solo primo grado di giudizio. Mossa geniale di Ghedini: riproporre una legge della sinistra per accorciare i tempi della giustizia, ma con un codicillo a misura di Cavaliere.

Da Palazzo Chigi ci hanno provato con insistenza fortissima, ma la manovra, per adesso, non è riuscita. Eppure l'operazione era doppia e abile: utilizzare il decreto che recepisce vari obblighi comunitari e che riguarda le sentenze della Corte di giustizia Ue per una doppia manovra a tenaglia sull'arretrato giudiziario penale e civile in modo da potarlo selvaggiamente. Nel decreto sarebbero dovuti rientrare sia le nuove regole sul processo penale breve (durata massima sei anni, con fasi massime di due per indagini preliminari, primo grado e appello, e alla fine l'estinzione se il calendario non viene rispettato), sia la transazione del 5% per i processi tributari, "vecchi di almeno dieci anni", chiusi con due sentenze favorevoli per l'imputato. Un regalo dipinto addosso alla Mondadori, citata dall'Agenzia delle entrate per 400 miliardi di vecchie lire non pagate nel 1991 a seguito di una ristrutturazione societaria.

Un duplice colpo che Fini prima, e il Colle poi, hanno per ora bloccato per la manifesta eterogeneità degli emendamenti rispetto al decreto. Ma che la maggioranza è intenzionata a riproporre, anche se con un ddl ad hoc che avrà tempi più lunghi. Al relatore del decreto, il pidiellino Lucio Malan, sarebbe toccato battezzare con il suo nome il nuovo super lodo per salvare Berlusconi e le sue aziende. Il braccio di ferro è andato in scena al Senato per tutta la scorsa settimana, e altri tentativi sono stati fatti in questa, mentre il ministero della Giustizia valutava l'impatto di interventi che vanno ben oltre sia indulti e amnistie, che riguardano un numero limitato di anni (al massimo 5) e reati non gravi corruzione esclusa. Reato che sarebbe rientrato tra quelli cui applicare il "processo breve".

Il Guardasigilli Angelino Alfano non dice il vero quando ripete che "il governo non sta studiando nessuna norma in materia di prescrizione". Il governo no, anche se gli uffici di via Arenula ne valutano l'impatto, ma Niccolò Ghedini, avvocato del premier e presidente della Consulta del Pdl per la giustizia, sì che lo sta facendo. Tant'è che, a poche ore dalla smentita di Alfano, eccolo annunciare il futuro ddl nell'incontro con l'Udc. Ai centristi Michele Vietti e Roberto Rao che chiedono certezze sull'assenza di sorprese ad personam nei ddl intercettazioni e processo penale, Ghedini dà rassicurazioni, ma non esclude un prossimo ddl ad hoc. È il testo portato al Senato nel blitz su dl comunitario, è quello su cui finiani e Lega sono recalcitranti.

Al Pdl che tenta il dialogo con l'Udc il vice capogruppo alla Camera Vietti risponde: "I lodi hanno già fatto una brutta fine, consiglio alla maggioranza di non proseguire su questa strada". Ma Ghedini che, deludendo l'Udc, non ha mostrato loro alcuna carta, dice che "l'incontro è andato benissimo". E, dopo il fallito duplice blitz al Senato, si prepara a far presentare un nuovo lodo (il candidato per gestirlo è Malan) che con il "processo breve" non congeli, ma stavolta "estingua" i dibattimenti del suo cliente Berlusconi e tutti i processi giunto al primo grado.

Fonte: Repubblica.it
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