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L'intervista completa a Barbareschi: Troppi pochi soldi facendo il deputato, mi tocca lavorare"

“Non faccio niente. Ma con un impegno della madonna...”, recita Luca Barbareschi nel suo ultimo lavoro teatrale. Lui è regista e primo attore di un musical nato da un’idea di Giorgio Gaber. Gira l’Italia. Ancona, Roma, Napoli, Crotone e ancora...

Mi scusi, come concilia un impegno del genere con la sua attività parlamentare?
“Beh, non capisco la domanda: ho oltre l’80% di presenze”

Sicuro? I dati ufficiali della Camera raccontano di un 47,70%...
“Ah si. Vabbè, è quasi la metà. È la stessa cosa”.

Non proprio...
“Senta, io lavoro molto più di lei (è la prima volta che ci parliamo, ndr). Dormo quattro ore a notte, sono in piedi dalle sei del mattino e sono in grado di organizzare il lavoro”.

Però dalla commissione Trasporti, della quale lei è vice-presidente, lamentano le continue assenze...
“Saranno i suoi amici a dire certe cose. In un anno e mezzo ho presentato quattro proposte di legge e ne ho portato a casa una. Sono uno dei più efficienti!”

Bene. Lei però, ha spesso denunciato il malaffare italiano, il lassismo politico: non crede che la complessità della macchina statale meriterebbe un po’ più d’attenzione?
“Nooo. Eppoi non potrei permettermelo: non ce la farei ad andare avanti con il solo stipendio da politico”

Ma sono circa 23mila euro lordi al mese, più tutti i benefit...
“E allora? Non sono mica nato da una famiglia ricca. Nessuno mi ha lasciato niente”.

Per lei, Montecitorio è un secondo lavoro...
“È facile parlare per voi! Voi giornalisti siete la vera casta, la feccia. Ora avete chiamato me come se fossi il male assoluto”.

Eravamo incuriositi dalla sua poliedricità...
“No! I nemici sono i giornalisti ladri. Sono la maggior parte, solo che non li becca mai nessuno. Intoccabili. Inoltre i problemi della vita sono altri...”

Quali?
“I ladri, i farabutti e tutti quelli come loro”.

Ma proprio non vede la necessità di maggiore impegno parlamentare?
“In Israele chi fa il deputato deve lasciare ogni altro lavoro”

Appunto...
“Da noi non è così. Ho anche una attività imprenditoriale da mandare avanti...”

Pure...
“Sì. E sono bravissimo. Mi basta un’ora per dare le direttive giuste e farle eseguire”.

Sarà stanchissimo...
“Cosa? Non ho capito...”

Sento la sua voce molto affaticata...
“Ah! Lo ripeto: mi sveglio presto, lavoro, e poi alle cinque vado a teatro per le prove. Anzi, la saluto, devo andare. Saluti Travaglio, mi piace molto come lavora”

Sì, sono le 16.30, è ora di correre al Quirino di Roma. Sono gli ultimi giorni, poi via per una lunga tournee, lontano dalla Capitale. Buon viaggio, e non si stanchi troppo, onorevole Barbareschi.

Fonte: Il fatto quotidiano del 31 ottobre
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