MILANO - No ad elezioni anticipate, ma sì a un Lodo Alfano costituzionale e sì anche al processo breve che abbia però come precondizione l’assegnazione di maggiori risorse agli uffici giudiziari. Ospite di Lucia Annunziata a In mezz'ora, il presidente della Camera Gianfranco Fini fa in punto su politica e giustizia. «Per evitare il perenne corto circuito tra politica e magistratura, io credo che prevedere delle norme, che devono essere ovviamente rispettose della Costituzione, per garantire che la giustizia fa sempre e comunque il suo corso, ma magari lo fa dopo che si è cessati da una carica istituzionale, non sia un motivo di fronte al quale gridare allo scandalo» spiega in tv il numero uno di Montecitorio. Per Fini insomma «si può andare avanti con entrambi i progetti», il Lodo Alfano costituzionale e i processi brevi.
ELEZIONI - Il presidente della Camera ci tiene a precisare in tv di non avere in mente alcun complotto anti-Berlusconi. «La situazione attuale va superata, perché non è che io voglia fare un nuovo partito o archiviare il Pdl: chi lo pensa non ha capito niente». D'altra parte Fini assicura che «le elezioni anticipate sarebbero il fallimento della legislatura», ma anche «del Pdl» che, per il numero uno di Montecitorio, «è il fatto nuovo di questa legislatura di cui Silvio Berlusconi può a buon diritto menar vanto».
«Questa legislatura - spiega Fini - è nata con una maggioranza molto ampia, con la Lega, per Berlusconi. Si tratterebbe di spiegare agli italiani che con una maggioranza tanto alta non si riesce a governare; le spiegazioni a volte convincono, altre no. E poi questa legislatura nasce con un grande fatto politico di cui Berlusconi può menar vanto, la nascita del Pdl». Dunque, per Fini le elezioni anticipate «sarebbero il fallimento della legislatura sia per gli elettori dia per il Pdl. Non penso che le elezioni anticipate possano essere evocate, a meno che non ci si convinca della bizzarra teoria del complotto. In ogni caso, nella Costituzione vigente nessuno, neanche il presidente del Consiglio, può sciogliere le Camere se non il Capo dello Stato».
LEADERSHIP - «No se io avessi voluto esercitare una leadership personale mi sarei tenuto stretto un partito al 13%. Io invece credo nel Pdl. Credo in questo progetto». Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha risposto così durante la trasmissione «In mezz'ora» di Lucia Annunziata alla domanda se lui per caso, con il suo atteggiamento di questo periodo intendesse esercitare una leadership personale. «Questa settimana di protagonismo tv, come lei l'ha definita - prosegue - è per presentare il libro. Era dunque previsto da tempo. Non mi sarei poi immaginato che coincidesse con questi momenti della politica. Non sono uno che prevede il futuro». Un conto poi è affermare che «serva, ad esempio, una correzione di rotta», avverte Fini, altro conto è dire che «mi metto di traverso». «Non c'è nessuna intenzione di minare il consenso del centro destra» conclude.
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ELEZIONI - Il presidente della Camera ci tiene a precisare in tv di non avere in mente alcun complotto anti-Berlusconi. «La situazione attuale va superata, perché non è che io voglia fare un nuovo partito o archiviare il Pdl: chi lo pensa non ha capito niente». D'altra parte Fini assicura che «le elezioni anticipate sarebbero il fallimento della legislatura», ma anche «del Pdl» che, per il numero uno di Montecitorio, «è il fatto nuovo di questa legislatura di cui Silvio Berlusconi può a buon diritto menar vanto».
«Questa legislatura - spiega Fini - è nata con una maggioranza molto ampia, con la Lega, per Berlusconi. Si tratterebbe di spiegare agli italiani che con una maggioranza tanto alta non si riesce a governare; le spiegazioni a volte convincono, altre no. E poi questa legislatura nasce con un grande fatto politico di cui Berlusconi può menar vanto, la nascita del Pdl». Dunque, per Fini le elezioni anticipate «sarebbero il fallimento della legislatura sia per gli elettori dia per il Pdl. Non penso che le elezioni anticipate possano essere evocate, a meno che non ci si convinca della bizzarra teoria del complotto. In ogni caso, nella Costituzione vigente nessuno, neanche il presidente del Consiglio, può sciogliere le Camere se non il Capo dello Stato».
LEADERSHIP - «No se io avessi voluto esercitare una leadership personale mi sarei tenuto stretto un partito al 13%. Io invece credo nel Pdl. Credo in questo progetto». Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha risposto così durante la trasmissione «In mezz'ora» di Lucia Annunziata alla domanda se lui per caso, con il suo atteggiamento di questo periodo intendesse esercitare una leadership personale. «Questa settimana di protagonismo tv, come lei l'ha definita - prosegue - è per presentare il libro. Era dunque previsto da tempo. Non mi sarei poi immaginato che coincidesse con questi momenti della politica. Non sono uno che prevede il futuro». Un conto poi è affermare che «serva, ad esempio, una correzione di rotta», avverte Fini, altro conto è dire che «mi metto di traverso». «Non c'è nessuna intenzione di minare il consenso del centro destra» conclude.
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