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Beppe Grillo: "Per salvare la terra, serve una catastrofe"

MILANO - «Viviamo sulla terra. Non abbiamo altro, ma la stiamo distruggendo». Cosa fare dunque? Se l'è chiesto Beppe Grillo e ha girato la domanda ai massimi esperti mondiali. Dismesso i panni del comico si è trasformato in documentarista e ha intervistato alcune delle migliori menti del pianeta sul futuro che ci aspetta e su come affrontarlo. Ed ecco che come Al Gore, in salsa italica e senza prima candidarsi alla presidenza (almeno per ora), ha raccolto le loro voci in un lungometraggio, realizzato con il supporto di Greenpeace, dal titolo: «Terra reloaded». L'occasione per incontrarlo è la presentazione del dvd alla Feltrinelli di Milano.

LE MENTI - «Mi hanno parlato per ore del presente e del futuro. Di come salvare la terra per i nostri figli, i nostri nipoti». Ma chi sono questi esperti? «Chi sono? Jeremy Rifkin, economista, attivista e saggista statunitense; Lester Brown, scrittore, ambientalista, economista statunitense e fondatore del Worldwatch Institute ; Wolfgang Sachs, scienziato tedesco nonché autore di libri; Michael Pollan, autore del libro "In difesa del cibo" e Mathis Wackernagel, direttore della Global Footprint Network, organizzazione no-profit per lo sviluppo e la promozione di sistemi di misurazione per la sostenibilità ambientale».

E citandoli uno ad uno riconquista il suo pubblico parlando quindi di ambiente senza perdere però il «vizio» di lanciare strali sul panorama politico italiano: «Brunetta non è piccolo. È distante». Oppure su Berlusconi: «Il processo-breve? Io ho una causa contro Biagio Agnes dal 1993. Ho parlato con il giudice della prima istanza che adesso ha 87 anni, siamo amici ormai, abbiamo visto crescere i nostri figli, e mi ha dato appuntamento al 6 giugno del 2012 alle 4 e mezzo. Gli ho detto "giudice alle 4 e mezzo non posso.

Non si può fare alle 2"? ». I temi trattati dal comico genovese sono stati tanti, dalla mancanza di democrazia nel nostro paese passando per la mancanza di sicurezza degli impianti nucleari che si vorrebbero creare in Italia: «Sono disposto a farmi realizzare una centrale nucleare davanti casa mia a Genova. Basta che mi facciate una piccola assicurazione. Perché? Non c'è un'assicurazione al mondo che possa assicurare una centrale. Così se divento fosforescente mi date qualcosa..». E quando parla delle migliaia di firme raccolte durante i due V Day si arrabbia perché - ha spiegato - che ancora in attesa di riscontro: «Hanno imboscato 1 milione e 650mila firme».

LE RESPONSABILITÀ - Ma quando gli si chiede di politiche ambientali smette di scherzare e si fa serio: «I governi mondiali sono in preda a un'allegria isterica. Hanno salvato le banche, e quindi sé stessi, e si sentono in salvo. Tutto come prima. Sanno produrre incentivi per le auto, stimulus per CO2 e cemento. Per la produzione di beni inutili che alimentano un'economia priva di senso che distrugge il pianeta». E poi rincara: «Questi giocano ai bussolotti con la nostra pelle. Gli interessi economici guidano i governi, non gli interessi sociali. La crisi economica è stata una grande occasione perduta per ridefinire nuove priorità. A questo punto al cambiamento ci dovremo arrivare per necessità. L'uomo è l'unico essere vivente che distrugge l'ambiente che gli permette di vivere. Sembra un alieno venuto dallo spazio con la missione di eliminare la vita dalla Terra».

I GHIACCIAI - Prendiamo un aspetto, i ghiacciai ad esempio. «Bene, il programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite (Unep) e il servizio di monitoraggio mondiale dei ghiacciai (Wgms) producono dati e analisi sulla scomparsa dei ghiacci da far venire i brividi. I ghiacciai stanno evaporando sotto i nostri occhi impegnati ad aumentare il parco macchine del pianeta. Le Alpi hanno perso il 22% dei ghiacciai dal 2000, due terzi di quelli dei Pirenei sono svaniti dalla prima metà del secolo scorso. Nel solo torrido 2003 i ghiacciai europei hanno perso tra il 5 e il 10% del loro volume. La Cina e l'India non fanno parte del G8, ma sono molto interessate ai ghiacciai. Con l'attuale ritmo di scioglimento, entro 40 anni i ghiacciai dell'Himalaya non esisteranno più». Così Grillo, che sembra Piero Angela a modo suo però, lancia la ricetta. «L'informazione è il miglior modo per arrestare la scomparsa dei ghiacciai. Siamo avvertiti da mesi della diffusione di un virus influenzale, ma i media non danno importanza alla scomparsa delle riserve di acqua dolce. Chi vedrà il documentario non avrà più alibi». E ottimista? «Non rimane molto tempo, ma ce la faremo».


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