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Pd, è Bersani il nuovo segretario «Saremo il partito dell'alternativa»

MILANO - Pier Luigi Bersani è il nuovo segretario del Partito democratico. Dopo le prime indiscrezioni diramate dal suo comitato elettorale («Ha più del 50% dei voti»), l'ex ministro ha ricevuto l'investitura direttamente dal segretario uscente, Dario Franceschini, il suo principale sfidante nella corsa alla segreteria: «Dai dati in arrivo emerge chiaramente la scelta degli elettori». Elettori che sono stati più di due milioni e mezzo, secondo quanto annunciato da Maurizio Migliavacca, responsabile organizzativo del partito.

«VITTORIA DI TUTTI» - Il neosegretario, dal canto suo, ha iniziato a commentare il risultato dal suo profilo su Twitter: «Dentro la vittoria di tutti c'è anche la mia» già poco prima delle 23. Per poi ribadire il concetto, mezz'ora più tardi, davanti a microfoni e telecamere: «Gli iscritti e gli elettori non sono due razze diverse, io l'ho sempre detto. Farò il leader le lo farò a modo mio: come uno che pensa che non può essere il partito di un uomo solo. Un grande partito popolare è un collettivo di protagonisti e questa sarà la chiave del lavoro che farò».

Spiegando che il suo sarà un partito dell'alternativa, ha spiegato che il primo atto sarà quello di incontrare lunedì mattina un gruppo di artigiani a Prato, una delle aree che soffrono fortemente la crisi economica. «Noi siamo orgogliosi di essere quelli che stanno costruendo un partito - ha poi aggiunto con un riferimento indiretto al Pdl- . Chi fa un partito realizza la costituzione repubblicana che parla di partiti e non di "popoli". Questo mette l'Italia al pari delle altre democrazie mondiali che non hanno partiti con dei padroni». E ancora: «Spero che questo nostro esempio induca qualcuno a riflettere sull'assenza di trasparenza su altri soggetti politici. Noi siamo stati e siamo un libro aperto».

PASSAGGIO DI TESTIMONE - «I dati usciranno più tardi e non saranno geograficamente omogenei - aveva spiegato poco prima Franceschini dagli stessi microfoni della sala stampa allestita nella sede del Pd -. Ma dai dati che abbiamo emerge con chiarezza che Pier Luigi Bersani è il nuovo segretario. Gliene dò atto. Gli ho già telefonato. La scelta è stata quella dei nostri elettori di eleggere Bersani segretario». Prima ancora di avere i dati ufficiali, dunque, è stato formalizzato il passaggio di testimone al vertice del partito. Lo stesso Franceschini aveva già fatto sapere che avrebbe comunque riversato i propri consensi a chiunque avesse avuto anche un solo voto più di lui, rendendo di fatto inutile la verifica del superamento della soglia del 50% necessaria per la proclamazione immediata del vincitore, perché «serve un segretario subito».

MARINO SODDISFATTO - Anche il terzo contendente, Ignazio Marino, ha commentato il risultato, prendendo la parola subito dopo Franceschini: «Sono comunque soddisfatto, la nostra mozione si colloca tra il 10 e il 20%. Vuol dire che i temi dell'ambiente e dell'energia, la lotta al precariato, la diminuzione delle tasse per chi vive di lavoro dipendente o pensione e i diritti per tutti diventano temi che entrano di forza nel dna del Partito democratico». Quanto a Bersani, Marino ha spiegato che «avrà la forza per lavorare per allontanare questa destra che sta lasciando dietro di sè solo rovine».

«GLI ISCRITTI NON SONO MARZIANI» - Tra i primi commenti dei leader c'è quello di Massimo D'Alema, che ha parlato di una «scelta chiara» che dimostra che gli iscritti del Pd «non sono marziani» e ora Bersani darà innanzitutto un segnale «di unità». «La scelta è chiara - ha precisato l'ex premier -, conferma il risultato che abbiamo avuto già nei congressi di circolo, però con l’autorevolezza di un voto popolare. Si è dimostrato che i nostri iscritti non erano dei marziani».
L'AFFLUENZA - «I votanti hanno superato i 2 milioni e mezzo - aveva invece annunciato Migliavacca poco dopo le 21 non nascondendo la soddisfazione per il risultato -. . E' stata una giornata di grande democrazia». I primi risultati ufficiali, ha precisato Migliavacca, dovrebbero essere comunicati entro la mezzanotte. A causa della grande affluenza on è stato possibile rispettare l'orario di chiusura dei seggi, inizialmente fissato alle 20, essendoci state a quell'ora lunghe code di elettori ancora in fila per votare, «soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud». Alle 17,30, secondo i primi dati ufficiali, erano già stati superati i due milioni di votanti. Due anni fa alla stessa ora i votanti erano stati 1,5 milioni, ora per l'esattezza sono 1.962.397. La regione che ha più votato è l'Emilia Romagna (300 mila persone), seguita dalla Lombardia (250 mila) e dal Lazio (200 mila).

CONTESTAZIONI E MINACCE - Qualche contestazione in provincia di Messina, a Napoli e a Massa. Nel primo caso a Brolo, davanti all'unico gazebo per le primarie, scambi di accuse fra i sostenitori delle tre mozioni: alcuni esponenti del circolo che sostiene Dario Franceschini e il candidato alla segreteria regionale Giuseppe Lupo, pagano - sostengono gli avversari - la prevista quota di due euro agli elettori. Spintoni e schede a soqquadro nel capoluogo campano, per una controversia relativa a una persona senza certificato elettorale che intendeva votare. A Massa, scambio di offese tra il sindaco Pucci e il presidente del seggio, che gli ha contestato il diritto di voto in base allo statuto del partito. Il problema è nato alle scorse amministrative, per le quali non furono fatte le primarie, quando Pucci si è candidato con una lista civica, vincendo le elezioni al ballottaggio contro il candidato ufficiale del Pd. Minacce, infine, contro la candidata alla segreteria regionale del Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani. Un caricatore di pistola vuoto, con un foglietto di insulti, è stato trovato in un seggio di Trieste. Gli investigatori ritengono di aver già identificato il responsabile: sarebbe un pregiudicato triestino già noto per aver recapitato in passato «innumerevoli» lettere minatorie, corredate anche di proiettili a molti esponenti politici, tra i quali anche Violante e Berlusconi.

Fonte: Corriere.it
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