LONDRA - Se si tratta di "fai da te" Africa e Occidente divergono profondamente: la prima usa l'ingegno per risolvere problemi pratici, il secondo sembra trastullarsi in gadget di poca utilità. Questa diversa attitudine è stata più che mai evidente quando la rivista statunitense Make,
specializzata in fai da te elettronico e digitale, dopo alcuni convegni organizzati in California e Gran Bretagna ha scelto come sede la capitale del Ghana Accra. Il risultato è stato sorprendente per il numero di partecipanti e per la qualità dei progetti presentati. Ed è stato molto interessante per gli esperti vedere come l'ingegno africano è in grado di arrivare agli stessi risultati dei tecnici occidentali con meno materiale e spese decisamente inferiori.
Serve velocizzare la semina del granoturco? Basta usare un vecchio distributore di pastiglie. Manca l'elettricità? Non c'è problema, il meccanico di biciclette Bernard Kiwia, di Arusha, in Tanzania, ha creato mulini a vento, pompe per l'acqua, caricatori di batterie per cellulari e seghe per legno usando parti di bicicletta. E non sono soltanto i ragazzi delle città a creare progetti etichettabili come "tecnologici": i Masai hanno piazzato dei tubi sul monte Suswa, nella Rift Valley, per convogliare il vapore che esce dal vulcano e farlo arrivare, sotto forma di acqua, in recipienti.
Alcuni progetti presentati alla Maker Faire di Accra sono molto simili a quelli visti in altri eventi di questo tipo, come una radio ricevente a basso consumo costruita completamente con materiale riciclato, ma la diversità sta nell'uso del tutto creativo dei materiali. Un buon esempio sono le batterie a basso costo, costruite con alluminio di lattine e bottiglie di plastica. Usando acqua di mare come elettrolita, la batteria genera elettricità dall'ossidazione dell'alluminio e la riduzione dell'acqua. Non è soltanto economico, è anche eco-sostenibile.
Quanto sta accadendo in Africa nel campo dell'innovazione tecnologica a basso costo è talmente interessante che il Mit di Boston, uno dei centri più importanti per l'high-tech, ha pensato di inviare ad Accra un gruppo di esperti per scambiare idee e suggerimenti con gli inventori africani. Come non sfruttare il potenziale del metodo per produrre cloro dall'acqua di mare in un continente in cui il problema della disinfezione dell'acqua è tra i più pressanti?
Per anni si è pensato all'Africa come a un continente ricco di materie prime, ora le cose stanno cambiando. Alla Maker Faire c'erano anche molti imprenditori occidentali, impegnati a scovare le idee più commerciabili e ad aiutare gli inventori africani a produrre le loro trovate tecnologiche su larga scala
Fonte: Repubblica.it
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specializzata in fai da te elettronico e digitale, dopo alcuni convegni organizzati in California e Gran Bretagna ha scelto come sede la capitale del Ghana Accra. Il risultato è stato sorprendente per il numero di partecipanti e per la qualità dei progetti presentati. Ed è stato molto interessante per gli esperti vedere come l'ingegno africano è in grado di arrivare agli stessi risultati dei tecnici occidentali con meno materiale e spese decisamente inferiori.
Serve velocizzare la semina del granoturco? Basta usare un vecchio distributore di pastiglie. Manca l'elettricità? Non c'è problema, il meccanico di biciclette Bernard Kiwia, di Arusha, in Tanzania, ha creato mulini a vento, pompe per l'acqua, caricatori di batterie per cellulari e seghe per legno usando parti di bicicletta. E non sono soltanto i ragazzi delle città a creare progetti etichettabili come "tecnologici": i Masai hanno piazzato dei tubi sul monte Suswa, nella Rift Valley, per convogliare il vapore che esce dal vulcano e farlo arrivare, sotto forma di acqua, in recipienti.
Alcuni progetti presentati alla Maker Faire di Accra sono molto simili a quelli visti in altri eventi di questo tipo, come una radio ricevente a basso consumo costruita completamente con materiale riciclato, ma la diversità sta nell'uso del tutto creativo dei materiali. Un buon esempio sono le batterie a basso costo, costruite con alluminio di lattine e bottiglie di plastica. Usando acqua di mare come elettrolita, la batteria genera elettricità dall'ossidazione dell'alluminio e la riduzione dell'acqua. Non è soltanto economico, è anche eco-sostenibile.
Quanto sta accadendo in Africa nel campo dell'innovazione tecnologica a basso costo è talmente interessante che il Mit di Boston, uno dei centri più importanti per l'high-tech, ha pensato di inviare ad Accra un gruppo di esperti per scambiare idee e suggerimenti con gli inventori africani. Come non sfruttare il potenziale del metodo per produrre cloro dall'acqua di mare in un continente in cui il problema della disinfezione dell'acqua è tra i più pressanti?
Per anni si è pensato all'Africa come a un continente ricco di materie prime, ora le cose stanno cambiando. Alla Maker Faire c'erano anche molti imprenditori occidentali, impegnati a scovare le idee più commerciabili e ad aiutare gli inventori africani a produrre le loro trovate tecnologiche su larga scala
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