Vicenza, mozione del consiglio provinciale: i posti siano riservati ai veneti
Documento bipartisan Pd-Pdl: "Le regioni meridionali hanno fatto troppi idonei"
ROMA - No a dirigenti scolastici del Sud in provincia di Vicenza. La mozione votata martedì dal consiglio provinciale della città veneta farà discutere. Anche perché approvata da maggioranza e opposizione: 26 consiglieri su 27. A proporla l'assessore alla Scuola, Morena Martini del Pdl. Razzismo? "Macché. Non si vuole puntare il dito contro le professionalità provenienti da altre regioni - dichiara - ma ripristinare una situazione di diritto che alcune regioni, diciamo non virtuose, hanno disatteso".
Per comprendere la questione occorre fare un passo indietro. Nel 2004, dopo quasi un decennio, venne bandito il concorso per dirigente scolastico, gestito a livello locale. Il bando assegnava ad ogni regione un certo numero di posti disponibili e alla fine della complessa procedura gli idonei potevano superare il numero dei posti messi a concorso al massimo del 10 per cento. Ma in alcune regioni le cose andarono diversamente. "In Campania, per esempio, gli idonei furono parecchi di più di quello che prevedeva il bando", continua la Martini. Stesso discorso in Sicilia e in altre regioni meridionali, dove si scatenò una guerra di carte bollate. E quando il governo Prodi consentì agli idonei la cosiddetta mobilità interregionale, in 6 regioni settentrionali (Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna) su 118 poltrone disponibili vennero nominati ben 108 neodirigenti provenienti dal Sud.
Rischiano ora di andare ad altrettanti presidi meridionali anche i 647 posti autorizzati qualche giorno fa dal ministero dell'Economia per il 2009/2010. Perché le uniche regioni italiane in cui sono ancora presenti idonei nelle graduatorie dei concorsi per dirigente scolastico - per un totale di circa 660 candidati - sono Lazio, Marche, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Nelle restanti regioni le liste sono esaurite da tempo. E a settembre quasi tutti i posti lasciati liberi da coloro che sono andati in pensione andranno a dirigenti scolastici del Sud. Negli ultimi anni, coloro che dal profondo Sud hanno fatto le valigie e oggi insegnano al Nord sono tantissimi. In Veneto 17 insegnanti su 100 provengono dalle regioni meridionali, in Lombardia si tocca quota 31 per cento.
"Nel Veneto - spiega l'assessore Martini - ci sono circa 70 posti liberi da coprire, ma nessuna graduatoria regionale da cui attingere. Ci sono invece tanti dirigenti in lista di altre regioni d'Italia, non perché altrove siano più disponibili e bravi che da noi, ma perché noi siamo stati ligi alla normativa mentre altri - continua - hanno creato liste di disponibilità pari, talvolta, anche al doppio dei posti da occupare". E la probabilità che le 70 poltrone libere del Veneto vengano occupate da meridionali è altissima. Eventualità che non va proprio giù ai vicentini. "Il Consiglio provinciale ha voluto denunciare il mancato rispetto della norma da parte di alcune regioni ed evidenziare la conseguente situazione di svantaggio in cui si trova la regione Veneto rispetto ad altre realtà nazionali. Tanti insegnanti in servizio nel Veneto aspirano da anni a diventare dirigenti attraverso un concorso".
Documento bipartisan Pd-Pdl: "Le regioni meridionali hanno fatto troppi idonei"
ROMA - No a dirigenti scolastici del Sud in provincia di Vicenza. La mozione votata martedì dal consiglio provinciale della città veneta farà discutere. Anche perché approvata da maggioranza e opposizione: 26 consiglieri su 27. A proporla l'assessore alla Scuola, Morena Martini del Pdl. Razzismo? "Macché. Non si vuole puntare il dito contro le professionalità provenienti da altre regioni - dichiara - ma ripristinare una situazione di diritto che alcune regioni, diciamo non virtuose, hanno disatteso".
Per comprendere la questione occorre fare un passo indietro. Nel 2004, dopo quasi un decennio, venne bandito il concorso per dirigente scolastico, gestito a livello locale. Il bando assegnava ad ogni regione un certo numero di posti disponibili e alla fine della complessa procedura gli idonei potevano superare il numero dei posti messi a concorso al massimo del 10 per cento. Ma in alcune regioni le cose andarono diversamente. "In Campania, per esempio, gli idonei furono parecchi di più di quello che prevedeva il bando", continua la Martini. Stesso discorso in Sicilia e in altre regioni meridionali, dove si scatenò una guerra di carte bollate. E quando il governo Prodi consentì agli idonei la cosiddetta mobilità interregionale, in 6 regioni settentrionali (Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna) su 118 poltrone disponibili vennero nominati ben 108 neodirigenti provenienti dal Sud.
Rischiano ora di andare ad altrettanti presidi meridionali anche i 647 posti autorizzati qualche giorno fa dal ministero dell'Economia per il 2009/2010. Perché le uniche regioni italiane in cui sono ancora presenti idonei nelle graduatorie dei concorsi per dirigente scolastico - per un totale di circa 660 candidati - sono Lazio, Marche, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Nelle restanti regioni le liste sono esaurite da tempo. E a settembre quasi tutti i posti lasciati liberi da coloro che sono andati in pensione andranno a dirigenti scolastici del Sud. Negli ultimi anni, coloro che dal profondo Sud hanno fatto le valigie e oggi insegnano al Nord sono tantissimi. In Veneto 17 insegnanti su 100 provengono dalle regioni meridionali, in Lombardia si tocca quota 31 per cento.
"Nel Veneto - spiega l'assessore Martini - ci sono circa 70 posti liberi da coprire, ma nessuna graduatoria regionale da cui attingere. Ci sono invece tanti dirigenti in lista di altre regioni d'Italia, non perché altrove siano più disponibili e bravi che da noi, ma perché noi siamo stati ligi alla normativa mentre altri - continua - hanno creato liste di disponibilità pari, talvolta, anche al doppio dei posti da occupare". E la probabilità che le 70 poltrone libere del Veneto vengano occupate da meridionali è altissima. Eventualità che non va proprio giù ai vicentini. "Il Consiglio provinciale ha voluto denunciare il mancato rispetto della norma da parte di alcune regioni ed evidenziare la conseguente situazione di svantaggio in cui si trova la regione Veneto rispetto ad altre realtà nazionali. Tanti insegnanti in servizio nel Veneto aspirano da anni a diventare dirigenti attraverso un concorso".
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