Mario Politi di Repubblica intervista il neo-arcivescovo di Arezzo Monsignor Riccardo Fontana e, ovviamente, il tema principe riguarda lo scandalo escort-minorenni che ha coinvolto il nostro Presidente del Consiglio. Dure e perentorie le parole del Vescovo riguardo la condotta del Premier e più volte ribadite le sue preoccupazioni riguardo l'esempio che, un simile stile di governo e un simile stereotipo di uomo di successo, possono fornire ai giovani. La condotta spavalda e libertina di Berlusconi, del resto, non poteva certo piacere alla chiesa anche se, precisa Fontana: "Noi vescovi non siamo né di destra né di sinistra. La Chiesa sta in alto. Noi dobbiamo volare alto". E oltre e a volare spesso e volentieri la Chiesa sorvola e chiude uno anche due occhi.
Date le ultime vicende, però, un così desolante silenzio sarebbe suonato come eccessivamente complice e giustificatorio nei confronti di un uomo che, sempre citando l'arcivescovo di Arezzo, non può: "Trattare certi argomenti suscitando consensi da caserma" e che, avendo una certa età: "Dovrebbe comportarsi da nonno e non come un diciottenne", dovendo, infine, sempre mantenere "Un comportamento conforme agli stili di vita e alla fede degli italiani; senza avvalorare un certo machismo". Fontana, quando gli viene chiesto cosa pensa il Vaticano riguardo gli scandali del Presidente, precisa con cautela che: "Esprimersi non significa lapidare nessuno, ma affermare la dottrina della Chiesa. E qui in Italia si pone una grande questione educativa. Allora noi vescovi ci domandiamo che effetto fanno sui giovani certe vicende. Quali messaggi di comportamento vengono comunicati?".
Pur con la consueta e prevedibile cautela, dunque, arriva l'ennesima ma significativa tiratina d'orecchie al Primo Ministro e, cosa più importante, un alto esponente della Chiesa affronta temi ed argomenti che rischiavano di passare come mero gossip e che, come qualunque persona di buon senso ha intuito fin da subito, sono invece segnali sintomatici di un generale e deleterio disfacimento dei più elementari schemi morali, etici e politici. Come a dire, in parole povere, che le accuse di "moralismo" ed isteria gossippara mosse nei confronti della "sinistra eversiva", vengono oramai ampiamente sbugiardate anche da organismi che, come la Chiesa, di comunista e di everviso, hanno sempre avuto molto poco.
Date le ultime vicende, però, un così desolante silenzio sarebbe suonato come eccessivamente complice e giustificatorio nei confronti di un uomo che, sempre citando l'arcivescovo di Arezzo, non può: "Trattare certi argomenti suscitando consensi da caserma" e che, avendo una certa età: "Dovrebbe comportarsi da nonno e non come un diciottenne", dovendo, infine, sempre mantenere "Un comportamento conforme agli stili di vita e alla fede degli italiani; senza avvalorare un certo machismo". Fontana, quando gli viene chiesto cosa pensa il Vaticano riguardo gli scandali del Presidente, precisa con cautela che: "Esprimersi non significa lapidare nessuno, ma affermare la dottrina della Chiesa. E qui in Italia si pone una grande questione educativa. Allora noi vescovi ci domandiamo che effetto fanno sui giovani certe vicende. Quali messaggi di comportamento vengono comunicati?".
Pur con la consueta e prevedibile cautela, dunque, arriva l'ennesima ma significativa tiratina d'orecchie al Primo Ministro e, cosa più importante, un alto esponente della Chiesa affronta temi ed argomenti che rischiavano di passare come mero gossip e che, come qualunque persona di buon senso ha intuito fin da subito, sono invece segnali sintomatici di un generale e deleterio disfacimento dei più elementari schemi morali, etici e politici. Come a dire, in parole povere, che le accuse di "moralismo" ed isteria gossippara mosse nei confronti della "sinistra eversiva", vengono oramai ampiamente sbugiardate anche da organismi che, come la Chiesa, di comunista e di everviso, hanno sempre avuto molto poco.
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