ROMA — Anche il centrosinistra ha un’anima «rondista». Prima ancora dell’approvazione del ddl sulla sicurezza voluto dal centrodestra e in particolare dalla Lega, diverse amministrazioni guidate dal Pd hanno dato il via libera alle squadre di volontari per la sicurezza, per il presidio del territorio o per il decoro urbano. Appunto le ronde, anche se preferiscono chiamarle «associazioni civiche».
marco travaglio annozero
Il laboratorio delle «ronde dolci» di centrosinistra è l’Emilia Romagna. Qui una legge regionale voluta dal governatore Vasco Errani nel 2003 ha spianato la strada alle associazioni civiche che mandano i volontari davanti alle scuole, nei parchi, addirittura nei cimiteri. «Ma sono contrario alle ronde per la sicurezza », ha ribadito Errani quando il ddl del governo è arrivato al Senato per l’approvazione definitiva. E Giorgio Pighi, sindaco riconfermato di Modena, esponente del Pd e fra i fondatori dell’Ulivo, ha spiegato: «Le nostre non sono le ronde che piacciono alla Lega, non c’entrano nulla. In comune abbiamo solo il fatto che i cittadini prestano la propria opera volontariamente. Ma il nostro è un approccio culturale: le nostre squadre lavorano per il ripristino del decoro urbano, cancellando le scritte o aggiustando la panchina divelta nel parco, e per portare coesione sociale. Le ronde che vuole la Lega non puntano alla coesione e alla solidarietà sociale. E’ un presidio del territorio con finalità quasi intimidatorie ». In realtà, però, anche in Emilia Romagna c’è chi nel Pd aveva intravisto nelle ronde un aiuto alla sicurezza: Sergio Cofferati, quando era sindaco di Bologna, nello scorso febbraio aveva affermato che i cittadini «possono dare un contributo al presidio del territorio», purché le iniziative non assumano «colore o valenza politica».
marco travaglio annozero tangenti
E anche nella Lombardia dominata dal verde della Lega e dall’azzurro del Pdl, ci sono stati amministratori di spicco del Pd che hanno aperto più di uno spiraglio alle ronde: Filippo Penati, prima di perdere la presidenza della Provincia di Milano, aveva stanziato 250 mila euro a favore dei Comuni del territorio per finanziare le associazioni di volontari. Una mossa, quella di Penati, che è andata oltre a quanto stabilito il governo, secondo il quale le ronde non devono gravare sulle casse pubbliche.
E ancora in Liguria c’è il caso Albenga: il sindaco Antonello Tabbò, centrosinistra, aspettando di poter installare decine di telecamere per la videosorveglianza ha lanciato una sorta di «ronde istituzionali». Lui stesso, insieme agli assessori della sua giunta e ai consiglieri di maggioranza, è sceso in strada di notte accompagnando nei pattugliamenti polizia municipale e forze dell’ordine, anche se con una valenza simbolica più che reale: «Per far sentire ai vigili e alla cittadinanza che siamo loro vicini nella lotta per la sicurezza ».
marco travaglio annozero tangenti
E nella vicina Massa, invece, il sindaco del Pd, Roberto Pucci, si è schierato contro le ronde, che però sono lo stesso scese in strada, organizzate dai consiglieri locali de La Destra, sotto lo slogan «Soccorso sociale e sicurezza», con i volontari armati di cellulare, torce metalliche e spray al peperoncino. Quando la legge approvata giovedì entrerà in vigore, però, bombolette urticanti e torce metalliche dovranno essere riposti nell’armadio, perché i volontari non potranno portare «alcun oggetto atto a offendere».
La patria delle ronde è comunque il Veneto. Qui il Carroccio ha organizzato le squadre di volontari in piccoli e grandi centri. Ma anche il Pd si è mosso. Achille Variati, sindaco di Vicenza, ha annunciato l’istituzione di una scuola per volontari della sicurezza. Flavio Zanonato, confermato alle ultime amministrative alla guida di Padova, già in passato ha schierato i «nonni-vigili» davanti alle scuole e nei parchi: «Diciamo che sono delle ronde anche queste, e io sono favorevole a utilizzare la collaborazione dei cittadini per il presidio del territorio. Perché la presenza di una squadra di volontari in un parco può scoraggiare gli spacciatori. Un’altra cosa è quando sento parlare di ronde come quelle che vogliono i leghisti, che rischiano di diventare una polizia politica al servizio di un’ideologia. Con il termine ronda, poi, viene indicato anche un altro fenomeno: quello delle manifestazioni spontanee in piazza di comitati di cittadini che reclamano sicurezza. Queste non sono ronde vere e proprie. Sono iniziative legittime ma non procurano sicurezza. Anzi paradossalmente assorbono energie delle forze dell’ordine che per tutelare la sicurezza dei partecipanti sono costrette a tralasciare altri incarichi».
marco travaglio annozero tangenti
Al Sud almeno due sindaci di centrosinistra si sono detti favorevoli alle ronde: Michele Emiliano (Bari) e Vincenzo De Luca (Salerno). Purché però siano «intese come squadre di cittadini che volontariamente collaborano al controllo del territorio, ma senza connotazione politica».
marco travaglio annozero
Il laboratorio delle «ronde dolci» di centrosinistra è l’Emilia Romagna. Qui una legge regionale voluta dal governatore Vasco Errani nel 2003 ha spianato la strada alle associazioni civiche che mandano i volontari davanti alle scuole, nei parchi, addirittura nei cimiteri. «Ma sono contrario alle ronde per la sicurezza », ha ribadito Errani quando il ddl del governo è arrivato al Senato per l’approvazione definitiva. E Giorgio Pighi, sindaco riconfermato di Modena, esponente del Pd e fra i fondatori dell’Ulivo, ha spiegato: «Le nostre non sono le ronde che piacciono alla Lega, non c’entrano nulla. In comune abbiamo solo il fatto che i cittadini prestano la propria opera volontariamente. Ma il nostro è un approccio culturale: le nostre squadre lavorano per il ripristino del decoro urbano, cancellando le scritte o aggiustando la panchina divelta nel parco, e per portare coesione sociale. Le ronde che vuole la Lega non puntano alla coesione e alla solidarietà sociale. E’ un presidio del territorio con finalità quasi intimidatorie ». In realtà, però, anche in Emilia Romagna c’è chi nel Pd aveva intravisto nelle ronde un aiuto alla sicurezza: Sergio Cofferati, quando era sindaco di Bologna, nello scorso febbraio aveva affermato che i cittadini «possono dare un contributo al presidio del territorio», purché le iniziative non assumano «colore o valenza politica».
marco travaglio annozero tangenti
E anche nella Lombardia dominata dal verde della Lega e dall’azzurro del Pdl, ci sono stati amministratori di spicco del Pd che hanno aperto più di uno spiraglio alle ronde: Filippo Penati, prima di perdere la presidenza della Provincia di Milano, aveva stanziato 250 mila euro a favore dei Comuni del territorio per finanziare le associazioni di volontari. Una mossa, quella di Penati, che è andata oltre a quanto stabilito il governo, secondo il quale le ronde non devono gravare sulle casse pubbliche.
E ancora in Liguria c’è il caso Albenga: il sindaco Antonello Tabbò, centrosinistra, aspettando di poter installare decine di telecamere per la videosorveglianza ha lanciato una sorta di «ronde istituzionali». Lui stesso, insieme agli assessori della sua giunta e ai consiglieri di maggioranza, è sceso in strada di notte accompagnando nei pattugliamenti polizia municipale e forze dell’ordine, anche se con una valenza simbolica più che reale: «Per far sentire ai vigili e alla cittadinanza che siamo loro vicini nella lotta per la sicurezza ».
marco travaglio annozero tangenti
E nella vicina Massa, invece, il sindaco del Pd, Roberto Pucci, si è schierato contro le ronde, che però sono lo stesso scese in strada, organizzate dai consiglieri locali de La Destra, sotto lo slogan «Soccorso sociale e sicurezza», con i volontari armati di cellulare, torce metalliche e spray al peperoncino. Quando la legge approvata giovedì entrerà in vigore, però, bombolette urticanti e torce metalliche dovranno essere riposti nell’armadio, perché i volontari non potranno portare «alcun oggetto atto a offendere».
La patria delle ronde è comunque il Veneto. Qui il Carroccio ha organizzato le squadre di volontari in piccoli e grandi centri. Ma anche il Pd si è mosso. Achille Variati, sindaco di Vicenza, ha annunciato l’istituzione di una scuola per volontari della sicurezza. Flavio Zanonato, confermato alle ultime amministrative alla guida di Padova, già in passato ha schierato i «nonni-vigili» davanti alle scuole e nei parchi: «Diciamo che sono delle ronde anche queste, e io sono favorevole a utilizzare la collaborazione dei cittadini per il presidio del territorio. Perché la presenza di una squadra di volontari in un parco può scoraggiare gli spacciatori. Un’altra cosa è quando sento parlare di ronde come quelle che vogliono i leghisti, che rischiano di diventare una polizia politica al servizio di un’ideologia. Con il termine ronda, poi, viene indicato anche un altro fenomeno: quello delle manifestazioni spontanee in piazza di comitati di cittadini che reclamano sicurezza. Queste non sono ronde vere e proprie. Sono iniziative legittime ma non procurano sicurezza. Anzi paradossalmente assorbono energie delle forze dell’ordine che per tutelare la sicurezza dei partecipanti sono costrette a tralasciare altri incarichi».
marco travaglio annozero tangenti
Al Sud almeno due sindaci di centrosinistra si sono detti favorevoli alle ronde: Michele Emiliano (Bari) e Vincenzo De Luca (Salerno). Purché però siano «intese come squadre di cittadini che volontariamente collaborano al controllo del territorio, ma senza connotazione politica».
0 commenti to " DOVE LA SINISTRA DICE SI ALLE RONDE: DA PADOVA ALL'EMILIA "