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- Da Letta a Gasparri, la tela di Tarantini

BARI - Non soltanto Silvio Berlusconi. La passione di Gianpaolo Tarantini per la politica e soprattutto per i politici comincia da lontano. Da cinque anni, almeno, quando i carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria di Bari intercettano Gianpi Tarantini e, cercando di capire qualcosa sui suoi affari sanitari, ricostruiscono anche la sua ragnatela di rapporti. Si è a ridosso delle elezioni europee e amministrative del 2004 e in pochi giorni Tarantini racconta al fratello di un appuntamento a pranzo con Gianni Letta, riceve richieste di appoggio dalla segreteria del ministro Maurizio Gasparri, chiede incontri al ministro Girolamo Sirchia, sostiene il candidato sindaco di centrodestra a Bari ma tenta ammiccamenti anche con quello di centrosinistra, Michele Emiliano, "perché se vince lui - confida Tarantini - siamo fregati".

Dalla lettura delle intercettazioni, Tarantini sembra un militante di Forza Italia tanto che medita di scendere in campo in prima persona: prepara il campo per una sua candidatura al consiglio regionale nel 2005, ma poi nella notte tra il 14 e il 15 giugno 2004 cambia idea. Il centrodestra ha perso malamente a Bari città: "Fitto ha fatto una figuraccia - dirà Tarantini a un'amica -. Meglio lasciare stare".

I rapporti con l'ambiente rimangono comunque solidi. E di alti livelli. Il 30 maggio 2004, per esempio, Tarantini chiede a suo fratello Claudio "se vuole andare con lui a Porto Cervo per un incontro con Gianni Letta" e con una seconda persona, indicato quest'ultimo - scrivono i Carabinieri - "come braccio destro di Berlusconi". Non si sa se Tarantini millantasse o se, invece, l'incontro poi ci sia realmente stato. Certo, invece, è che la "segreteria del ministro Gasparri chiama più volte Tarantini per chiedergli un appoggio elettorale". Il 31 maggio, invece, agli atti c'è una telefonata nella quale Gianpaolo contatta un certo "Pino". "Gli chiede aiuto - ricostruiscono gli investigatori - per non disturbare il ministro della Sanità", che all'epoca era Girolamo Sirchia. Agli atti ci sono poi i rapporti tra Tarantini e due attuali senatori del Pdl, Guido Viceconte e Salvatore Mazzaracchio. I due (che non sono coinvolti nelle indagini) smentiscono, ma nell'inchiesta risulta che entrambi conoscessero Tarantini: il primo ha partecipato a un pranzo elettorale con 25 professori universitari.
Mentre il secondo, all'epoca assessore alla Sanità, avrebbe accompagnato l'imprenditore da un direttore generale di una Asl pugliese.

Tarantini - dicono gli investigatori - è politicamente "un giano bifronte". Negli ultimi anni, prima della folgorazione sulla via per Berlusconi, è stato vicino al Pd. Lo dimostra la cena elettorale - ora agli atti dell'indagine del pm Desireè Digeronimo - di autofinanziamento del Pd prima delle politiche del 2008. Quella sera c'era anche Massimo D'Alema, ma rimase poco. Lo portò via Emiliano che da pm aveva istruito la prima indagine sui Tarantini. "Quando entrai in quel ristorante e vidi quei signori - ricorda ora il sindaco di Bari - raggelai. Dissi a Massimo che era inopportuno che noi rimanessimo lì. E andammo via".

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