Il prossimo 6 ottobre la Corte Costituzionale, sarà chiamata a pronunciarsi sulla costituzionalità o meno del Lodo Alfano. Legge che consente alle 4 più alte cariche dello Stato di esimersi, per l'intera durata dei loro mandati, da qualsiasi forma di processo, indipendentemente dal reato che gli viene contestato. Si è appreso, che due giudici, facenti parte dell'altissima Corte, la scorsa notte hanno cenato assieme al Presidente del consiglio (diretto destinatario dello scudo protettore che la legge gli riserva), Il ministro della Giustizia,Angelino Alfano, sottoscrittore della legge e Carlo Vizzini, indagato per corruzione aggravata dal favoreggiamento a Cosa Nostra.
In qualsiasi paese non solo normale, ma che cerca almeno di apparire tale, una notizia del genere per la sua gravità sarebbe dovuta andare in prima pagina, in qualsiasi giornale e notiziario. Invece vi chiedo, in quanti di voi hanno potuto informarsi della notizia e soprattutto vederla trattata come una notizia davvero importante. Solo chi non ha rispetto di se stesso può credere che in quella cena non si sia parlato del Lodo Alfano e della futura sentenza della Corte costituzionale. Poiché ormai è chiaro che nessun giornale ne vorrà parlare con interesse, l'unico strumento a nostra disposizione per cercare dirisollevare la legalità, la giustizia e l'uguaglianza è ancora una volta la rete. Pubblico di seguito foto e Curriculum dei due giudici costituzionali che hanno partecipato alla cena con i Presidente del Consiglio, se non altro possiamo provare dispiacere per due uomini che in qualsiasi altro paese ora sarebbero delle stars, in prima pagina su ogni giornale.
PAOLO MARIA NAPOLITANO (Roma 3 ottobre 1944)
Carriera amministrativa
Entrato per concorso nei ruoli dell'amministrazione del Senato della Repubblica il 1º ottobre 1971. Dopo avervi svolto funzioni di capoufficio, divenne direttore del Servizio del personale nel 1991. Nel 1997 passò alla direzione del Servizio studi del Senato.
Gli si ascrive la stesura di una lista di dipendenti della sua Amministrazione sospettati di simpatie di sinistra, che avrebbe fatto pervenire al presidente del Senato Pera nel 2001.
Il 1º agosto 2001 fu collocato fuori ruolo per comando in altra pubblica amministrazione (la Presidenza del consiglio dei ministri). Nel 2003 concluse il servizio con l'amministrazione del Senato collocandosi in rapporto di quiescenza.
Carriera consultiva
Chiamato come componente del gabinetto del Vice Presidente del Consiglio dei ministri Gianfranco Fini a palazzo Chigi all'inizio del I governo Berlusconi, conseguì la nomina a Consigliere di Stato nel 2003.
Proseguì il rapporto con il Vice Presidente Fini quando questi assunse la carica di ministro degli affari esteri nel novembre 2004, seguendolo alla Farnesina dove ricoprì la carica di capo Dell'ufficio legislativo.
Conclusa l'esperienza governativa nel febbraio 2006, rientrò a palazzo Spada, dove firmò come relatore il parere 21 giugno 2006 del Consiglio di Stato sul caso Abertis, richiesto dal ministro delle infrastrutture Di Pietro: tale parere prescrisse che, per fondersi con Abertis, la società Autostrade avrebbe dovuto acquisire "preventivamente atti formali di approvazione degli appositi atti di assenso sia da parte di Anas che del ministero delle Infrastrutture". Si ritiene che tale atto sia stato decisivo nell'influenzare il seguito della vicenda.
Carriera giurisdizionale
Titolato all'elezione alla Corte costituzionale in quanto componente del Consiglio di Stato, è eletto a Palazzo della Consulta dal Parlamento in seduta comune il 5 luglio 2006. Giura come giudice costituzionale il 10 luglio 2006;[1] in verifica dei poteri dell'organo è dai colleghi della Corte giudicato rientrante nella categoria “magistrati anche a riposo delle giurisdizioni superiori ordinaria ed amministrative” (di cui all'articolo 135 secondo comma della Costituzione); si colloca in aspettativa dal Consiglio di Stato fino a fine mandato, esattamente come previsto per i magistrati di quella giurisdizione quando accedono alla Corte costituzionale.
Nel primo biennio del suo mandato, ha redatto la sentenza che ha dichiarato la costituzionalità della norma di legge che nega il pagamento ai dipendenti pubblici della domenica coincidente con le tre feste del 25 aprile, 2 giugno e 4 novembre. Non ha invece firmato come redattore la sentenza, di cui era relatore, che ha annullato l'insindacabilità del parlamentare citato per diffamazione dalla vedova e dall'orfano di un sindacalista ucciso dalla mafia siciliana.
Entrato per concorso nei ruoli dell'amministrazione del Senato della Repubblica il 1º ottobre 1971. Dopo avervi svolto funzioni di capoufficio, divenne direttore del Servizio del personale nel 1991. Nel 1997 passò alla direzione del Servizio studi del Senato.
Gli si ascrive la stesura di una lista di dipendenti della sua Amministrazione sospettati di simpatie di sinistra, che avrebbe fatto pervenire al presidente del Senato Pera nel 2001.
Il 1º agosto 2001 fu collocato fuori ruolo per comando in altra pubblica amministrazione (la Presidenza del consiglio dei ministri). Nel 2003 concluse il servizio con l'amministrazione del Senato collocandosi in rapporto di quiescenza.
Carriera consultiva
Chiamato come componente del gabinetto del Vice Presidente del Consiglio dei ministri Gianfranco Fini a palazzo Chigi all'inizio del I governo Berlusconi, conseguì la nomina a Consigliere di Stato nel 2003.
Proseguì il rapporto con il Vice Presidente Fini quando questi assunse la carica di ministro degli affari esteri nel novembre 2004, seguendolo alla Farnesina dove ricoprì la carica di capo Dell'ufficio legislativo.
Conclusa l'esperienza governativa nel febbraio 2006, rientrò a palazzo Spada, dove firmò come relatore il parere 21 giugno 2006 del Consiglio di Stato sul caso Abertis, richiesto dal ministro delle infrastrutture Di Pietro: tale parere prescrisse che, per fondersi con Abertis, la società Autostrade avrebbe dovuto acquisire "preventivamente atti formali di approvazione degli appositi atti di assenso sia da parte di Anas che del ministero delle Infrastrutture". Si ritiene che tale atto sia stato decisivo nell'influenzare il seguito della vicenda.
Carriera giurisdizionale
Titolato all'elezione alla Corte costituzionale in quanto componente del Consiglio di Stato, è eletto a Palazzo della Consulta dal Parlamento in seduta comune il 5 luglio 2006. Giura come giudice costituzionale il 10 luglio 2006;[1] in verifica dei poteri dell'organo è dai colleghi della Corte giudicato rientrante nella categoria “magistrati anche a riposo delle giurisdizioni superiori ordinaria ed amministrative” (di cui all'articolo 135 secondo comma della Costituzione); si colloca in aspettativa dal Consiglio di Stato fino a fine mandato, esattamente come previsto per i magistrati di quella giurisdizione quando accedono alla Corte costituzionale.
Nel primo biennio del suo mandato, ha redatto la sentenza che ha dichiarato la costituzionalità della norma di legge che nega il pagamento ai dipendenti pubblici della domenica coincidente con le tre feste del 25 aprile, 2 giugno e 4 novembre. Non ha invece firmato come redattore la sentenza, di cui era relatore, che ha annullato l'insindacabilità del parlamentare citato per diffamazione dalla vedova e dall'orfano di un sindacalista ucciso dalla mafia siciliana.
Luigi Mazzella, laureatosi in giurisprudenza nel 1954 presso l'Università di Napoli, vinse concorso per l'Avvocatura dello Stato nel 1956.
Ha svolto il ruolo di capo gabinetto in ambito ministeriale e ha svolto incarichi direttivi presso pubbliche istituzioni, a livello nazionale e regionale.
Ha redatto saggi, articoli e libri su riviste giuridiche, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti (Ordine interregionale del Lazio e del Molise ) dal 1992
Ha ottenuto l'onorificenza di «Cavaliere di Gran Croce» al merito della Repubblica italiana dal Presidente della Repubblica Ciampi.
E' Cavaliere dell'Ordine di Malta
Nominato Avvocato Generale dello Stato il 13 dicembre 2001 ha svolto tale incarico fino al 27 giugno 2005.
Dal 14 novembre 2002 al 2 dicembre 2004 è stato Ministro della funzione pubblica nel Governo Berlusconi II.
Eletto giudice della Corte Costituzionale dal Parlamento il 15 giugno 2005. Giura il 28 giugno 2005.
Ha svolto il ruolo di capo gabinetto in ambito ministeriale e ha svolto incarichi direttivi presso pubbliche istituzioni, a livello nazionale e regionale.
Ha redatto saggi, articoli e libri su riviste giuridiche, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti (Ordine interregionale del Lazio e del Molise ) dal 1992
Ha ottenuto l'onorificenza di «Cavaliere di Gran Croce» al merito della Repubblica italiana dal Presidente della Repubblica Ciampi.
E' Cavaliere dell'Ordine di Malta
Nominato Avvocato Generale dello Stato il 13 dicembre 2001 ha svolto tale incarico fino al 27 giugno 2005.
Dal 14 novembre 2002 al 2 dicembre 2004 è stato Ministro della funzione pubblica nel Governo Berlusconi II.
Eletto giudice della Corte Costituzionale dal Parlamento il 15 giugno 2005. Giura il 28 giugno 2005.
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