ROMA - "La politica e lo spettacolo, in un abbraccio mortifero, hanno dato nell'occasione il peggio di se". E' durissimo l'editoriale di prima pagina di Avvenire dedicato alla vicenda Lario-Berlusconi. Il quotidiano dei vescovi fa sentire la sua voce e non sono parole che faranno piacere al premier. Ma il tono e il contenuto dell'articolo hanno la totale approvazione del presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco: "Il richiamo alla sobrietà e alla responsabilità per tutti è sempre molto positivo" ha commentato in serata. "Ognuno secondo la propria situazione concreta e secondo le proprie responsabilità. Questi richiami non possono essere che i benvenuti da parte di tutti".
"Ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un'altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio" si legge nell'editoriale. "Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica può essere persino peggiore della verità più scomoda. E comunque, prima o poi arriva il momento del conto". Un esplicito richiamo a un redde rationem che getta un'ombra sui rapporti, fino ad oggi più che cordiali, tra il Vaticano e il governo del Cavaliere.
L'articolo chiama direttamente in causa Berlusconi. Tracciando l'identikit di quelle che dovrebbero essere le caratteristiche di un capo di governo: "La stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti: non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all'anima del Paese".
E ancora: "Ciò che farebbe ridere in una puntata del Bagaglino non può non preoccupare i cittadini che di tanto ciarpame alla fin fine farebbero volentieri a meno". Ciarpame, la stessa espressione usata da Veronica a proposito delle veline candidate.
Anche Casini attacca. Come Franceschini, anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini critica le parole del Cavaliere sul "complotto". "Credo stia esagerando", ha detto l'ex presidente della Camera, e francamente parlare di una congiura fa scappare da ridere"
"Ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un'altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio" si legge nell'editoriale. "Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica può essere persino peggiore della verità più scomoda. E comunque, prima o poi arriva il momento del conto". Un esplicito richiamo a un redde rationem che getta un'ombra sui rapporti, fino ad oggi più che cordiali, tra il Vaticano e il governo del Cavaliere.
L'articolo chiama direttamente in causa Berlusconi. Tracciando l'identikit di quelle che dovrebbero essere le caratteristiche di un capo di governo: "La stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti: non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all'anima del Paese".
E ancora: "Ciò che farebbe ridere in una puntata del Bagaglino non può non preoccupare i cittadini che di tanto ciarpame alla fin fine farebbero volentieri a meno". Ciarpame, la stessa espressione usata da Veronica a proposito delle veline candidate.
Anche Casini attacca. Come Franceschini, anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini critica le parole del Cavaliere sul "complotto". "Credo stia esagerando", ha detto l'ex presidente della Camera, e francamente parlare di una congiura fa scappare da ridere"
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