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Padre e figlio uccisi vicino a Milano Fermato dipendente licenziato ieri


 MILANO - Duplice omicidio all'alba a Casate, una frazione di Bernate Ticino, in provincia di Milano. Un uomo di 36 anni, Davide Spadari, alle 6.25 è entrato pistola in pugno nel bar in cui i suoi ex datori di lavoro, Rocco e Salvatore Brattalotta, padre e figlio di 47 e 22 anni, stavano facendo colazione e dopo aver sparato si è diretto a piedi verso la caserma dei carabinieri per costituirsi, ma è stato fermato dai carabinieri lungo la strada. Il 35enne avrebbe sparato, secondo una prima ricostruzione, al culmine di una lite dopo la minaccia di licenziamento dal loro laboratorio di carpenteria in ferro. L'operaio avrebbe detto ai carabinieri di "non sopportare più" le due vittime per motivi personali.

Sul posto sono intervenute due ambulanze, un'automedica e un elisoccorso del 118 di Milano. I carabinieri hanno anche recuperato l'arma del delitto: una pistola calibro 7.65 sulla quale sono in corso rilievi per accertarne la provenienza. Spadari ha raccontato di imprecisate angherie e vessazioni. "Mi trattavano male, mi mettevano sotto pressione", ha detto agli inquirenti, fino allo strappo finale avvenuto il giorno prima del duplice delitto, quando il datore di lavoro lo ha invitato a non presentarsi più in laboratorio. L'uomo, l'attendibilità della cui storia dovrà essere ora comunque verificata dalle indagini, ha raccontato di subire da anni prese in giro e atteggiamenti dispotici da parte del titolare e di suo figlio. Dopo l'ennesima discussione, pare che il titolare gli abbia detto di essersi "stufato di lui" e che dall'indomani avrebbe fatto meglio a "starsene a casa". Una palese minaccia di licenziamento, dunque, che però non sarebbe legata a motivi economici ma a rancori privati.

Spadari dopo il duplice omicidio si è allontanato prima in auto e poi a piedi ed è stato bloccato dai militari mentre camminava nei pressi di Cuggiono. Con sé aveva ancora la pistola usata per sparare, chiusa dentro uno zainetto che portava in spalla. I tre lavoravano per una piccola azienda edile della zona che si occupava di subappalti per i cantieri dell'Expo. In questi ultimi tempi il numero di operai si era ridotto all'osso per la mancanza di lavoro (come per quasi tutte le aziende dello stesso tipo nell'area milanese), ma a pesare sul raptus omicida dell'uomo sarebbero stati i continui screzi e i dissidi. Spadari era originario di Foggia e residente a Buscate, nel Milanese, mentre le vittime erano arrivate a Turbigo, sempre in provincia di Milano, dalla Calabria.


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