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Effetto Skype, tra video e chat il suo giorno ora vale 38 secoli

Lo annuncia Elisa Steele, vicepresidente corporate: "Fra chiamate (e videochiamate) VoIP e messaggi sono stati toccati i due miliardi di minuti ogni 24 ore, quanto viaggiare dalla Terra a Marte per 5.400 volte". E i giganti tlc tremano

DUE MILIARDI di minuti al giorno. Altro che una vita: ben 38 secoli che si consumano nell'arco di ventiquattro ore fra chiamate in VoIP, chat e videochat. Numeri impressionanti, quelli sulla fruzione del pioniere dei software per comunicare gratis (e low-cost) lanciato nel 2003 e da un paio d'anni assorbito dall'universo Microsoft per la cifra monstre di 8,5 miliadi di dollari. A rilasciarli sul blog ufficiale Elisa Steele, vicepresidente corporate della divisione Skype del colosso di Redmond: "Più di 33 milioni di ore nelle quali le persone cantano, ridono, scherzano o semplicemente restano in contatto  -  ha scritto la manager di Microsoft  -  significa qualcosa come 1.388.000 giorni di vicinanza o 3.805 anni di condivisione". O ancora, appunto, i 38 secoli vissuti quotidianamente dai 280 milioni di utenti attivi ogni mese tramite il programma, disponibile ormai su ogni piattaforma: dai pc (integrato nell'ultimo sistema operativo Microsoft, Windows 8)  agli iPhone, dai tablet al Kindle Fire passando per gli smartphone Android, gli iMac, i Windows Phones e alcuni modelli di smart tv. E sta per sbarcare anche su BlackBerry 10.

Numeri che proprio negli ultimi due anni  -  guarda caso da quando la manager italiana Anna Gatti, ex YouTube, è sbarcata a Palo Alto per cercare di monetizzazione la parte free del servizio  -  hanno iniziato a mettere il turbo anche ai ricavi del programma per comunicare tramite internet. Skype è infatti cresciuto nel 2012 il doppio di tutti gli operatori internazionali di telefonia messi insieme, raccogliendo un terzo della torta della telecomunicazione planetaria: dati voce e video sono schizzati del 44 per cento solo l'anno scorso, portando in dote 167 miliardi di minuti in più sull'anno precedente. I colossi tradizionali, che ormai con le applicazioni sugli smartphone hanno perfino accettato di accogliere il nemico in casa, barcollano. L'ex web company estone, infatti, dopo anni legati a un modello di business opaco che ne ha bloccato la crescita, ha ormai cambiato campo di battaglia: Google Talk, Viber e compagnia sono alle spalle, la sfida è diretta alle grandi sigle della telefonia.

Il tema più spinoso, però, è proprio quello: operatore telefonico o no? Come in tutti i mercati pachidermici, un nuovo player snello e ibrido mette in crisi vecchie logiche e rendite di posizione. Le ultime bordate sono arrivate, per esempio, dall'Autorità garante per le comunicazioni francese. Per quanto non riguardino direttamente il modello di business, la mossa dell'Arcep di Parigi chiarisce pregi e problematiche del modello-Skype. Il Garante Tlc transalpino vorrebbe infatti imporre alla piattaforma di registrarsi come operatore telefonico e assolvere di conseguenza gli obblighi connessi come consentire le chiamate d'emergenza sulle sue linee o l'intercettazione dal parte delle forze dell'ordine. Senza contare gli altri vincoli di tipo fiscale. Da parte sua Skype risponde di essere qualcosa di diverso. Continuando però a erodere ogni anno clienti e traffico alle company tradizionali: secondo uno studio Ovum, insieme ad iMessage di Apple, Whatsapp e la chat di Facebook, Skype ha sottratto al mercato dei giganti tlc qualcosa come 23 miliardi di dollari nel 2012. Nel 2016, nel giro di appena tre anni, diventeranno 54.

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