E' normale spiare un dipendente di cui non ci si fida? Secondo il tribunale di Milano no, tanto ad aver condannato Inter e Telecom a versare a Bobo Vieri un milione di euro in solido (ne aveva chiesti in totale 21). Il club nerazzurro temeva le frequentazioni di Vieri, e non solo di lui (Mutu, Ronaldo, Jugovic). Per questo aveva attivato un apparato di controllo, legato appunto alla Telecom di Tavaroli e Cipriani, che ha portato ora alla condanna in primo grado, ma già esecutiva.
Ma la cosa non finisce qui, a quei tempi (siamo ai primordi di Calciopoli) succedevano cose strane nel mondo del calcio, succedeva di tutto. Ci sono state condanne sportive (passate in giudicato e che hanno portato alla radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini: anche se i tre non si arrendono di sicuro). C'è stata una condanna penale di primo grado, pesante soprattutto nei confronti di Moggi, mentre Giraudo ha scelto il rito abbreviato, è stato condannato pure lui e ora aspetta l'appello. Molte situazioni di frode sportiva andranno in prescrizione. La vicenda lascia ancora grandi ombre, su quello che è successo realmente e sugli eventuali coinvolgimenti di altri club: molti di questi (fra cui l'Inter) hanno scampato il processo sportivo (ripeto: processo, che non vuole dire assolutamente condanna) solo per la prescrizione. Ci sono state polemiche feroci sullo scudetto 2006 assegnato ai nerazzurri dai "saggi" di Guido Rossi: la Juventus ha rapporti pessimi con la Figc e non è ancora finita (in autunno la parola al Tar del Lazio). Ora questo caso di spionaggio, con questa prima condanna. Altri personaggi del mondo del calcio però sono interessati a questa vicenda: Massimo De Santis, poi Moggi, Paolo Bergamo, eccetera. Pare che l'attività di spionaggio e di dosseraggio della Telecom fosse molto estesa: da stabilire semmai il coinvolgimento diretto del club di Massimo Moratti. Secondo l'avvocato Paolo Gallinelli, che difende l'arbitro (ex arbitro) Massimo De Santis, l'Inter è responsabile e questa vicenda potrebbe avere riflessi anche su calciopoli. Non tanto a livello sportivo (ormai è tutto prescritto) ma penale per il processo d'appello. "Certo, a livello sportivo l'Inter non ci ha fatto di sicuro una bella figura....", sostiene Gallinelli. L'articolo 1 delle Figc parla di lealtà e correttezza: ma a quei tempi, si sa, era una guerra. Anche De Santis ha chiesto un risarcimento danni, quantificando la cifra sulla falsariga di quella chiesta da Vieri. "Questa condanna - spiega Gallinelli - è importantissima anche per noi. La nostra causa sta andando avanti, ormai siamo a buon punto: Tavaroli ha già confermato tutto e adesso il 19 ottobre tocca a Cipriani deporre in tribunale: nonostante sia ancora imputato nel processo Telecom (mentre Tavaroli ha patteggiato), Cipriani si è detto disposto a parlare". De Santis era stato spiato a lungo: su di lui il Dossier Ladroni 1 (mentre del n.2 non c'è traccia). Controlli sui tabulati telefonici (pare non ci siano intercettazioni, o, se ci sono, non sono mai venute a galla), suoi suoi redditi, su eventuali ipoteche, sul suo tenore di vita. Non solo, andavano a controllare anche negli hotel dove alloggiava alla vigilia delle partite. Di fatto, gli spioni di Cipriani, incaricato della indagine, non scoprirono nulla di compromettente per De Santis e la sua famiglia. Niente provenienza sospetta di denaro, niente di niente. Ma è normale per una società sportiva controllare un arbitro? D'accordo che non si fidavano di lui, come di nessuno: ma c'è (anzi, c'era) l'Ufficio indagini della Figc, ci sono le procure della Repubblica. Lì, avrebbero dovuto passare le indagini e i sospetti. Possibile che Moggi facesse così paura? Manovrasse tutto? Pur rispettando le condanne che ci sono state, si può dire che di quegli anni restano ancora troppe zone d'ombra, e troppe macchie...
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Fonte: Repubblica.it
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Ma la cosa non finisce qui, a quei tempi (siamo ai primordi di Calciopoli) succedevano cose strane nel mondo del calcio, succedeva di tutto. Ci sono state condanne sportive (passate in giudicato e che hanno portato alla radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini: anche se i tre non si arrendono di sicuro). C'è stata una condanna penale di primo grado, pesante soprattutto nei confronti di Moggi, mentre Giraudo ha scelto il rito abbreviato, è stato condannato pure lui e ora aspetta l'appello. Molte situazioni di frode sportiva andranno in prescrizione. La vicenda lascia ancora grandi ombre, su quello che è successo realmente e sugli eventuali coinvolgimenti di altri club: molti di questi (fra cui l'Inter) hanno scampato il processo sportivo (ripeto: processo, che non vuole dire assolutamente condanna) solo per la prescrizione. Ci sono state polemiche feroci sullo scudetto 2006 assegnato ai nerazzurri dai "saggi" di Guido Rossi: la Juventus ha rapporti pessimi con la Figc e non è ancora finita (in autunno la parola al Tar del Lazio). Ora questo caso di spionaggio, con questa prima condanna. Altri personaggi del mondo del calcio però sono interessati a questa vicenda: Massimo De Santis, poi Moggi, Paolo Bergamo, eccetera. Pare che l'attività di spionaggio e di dosseraggio della Telecom fosse molto estesa: da stabilire semmai il coinvolgimento diretto del club di Massimo Moratti. Secondo l'avvocato Paolo Gallinelli, che difende l'arbitro (ex arbitro) Massimo De Santis, l'Inter è responsabile e questa vicenda potrebbe avere riflessi anche su calciopoli. Non tanto a livello sportivo (ormai è tutto prescritto) ma penale per il processo d'appello. "Certo, a livello sportivo l'Inter non ci ha fatto di sicuro una bella figura....", sostiene Gallinelli. L'articolo 1 delle Figc parla di lealtà e correttezza: ma a quei tempi, si sa, era una guerra. Anche De Santis ha chiesto un risarcimento danni, quantificando la cifra sulla falsariga di quella chiesta da Vieri. "Questa condanna - spiega Gallinelli - è importantissima anche per noi. La nostra causa sta andando avanti, ormai siamo a buon punto: Tavaroli ha già confermato tutto e adesso il 19 ottobre tocca a Cipriani deporre in tribunale: nonostante sia ancora imputato nel processo Telecom (mentre Tavaroli ha patteggiato), Cipriani si è detto disposto a parlare". De Santis era stato spiato a lungo: su di lui il Dossier Ladroni 1 (mentre del n.2 non c'è traccia). Controlli sui tabulati telefonici (pare non ci siano intercettazioni, o, se ci sono, non sono mai venute a galla), suoi suoi redditi, su eventuali ipoteche, sul suo tenore di vita. Non solo, andavano a controllare anche negli hotel dove alloggiava alla vigilia delle partite. Di fatto, gli spioni di Cipriani, incaricato della indagine, non scoprirono nulla di compromettente per De Santis e la sua famiglia. Niente provenienza sospetta di denaro, niente di niente. Ma è normale per una società sportiva controllare un arbitro? D'accordo che non si fidavano di lui, come di nessuno: ma c'è (anzi, c'era) l'Ufficio indagini della Figc, ci sono le procure della Repubblica. Lì, avrebbero dovuto passare le indagini e i sospetti. Possibile che Moggi facesse così paura? Manovrasse tutto? Pur rispettando le condanne che ci sono state, si può dire che di quegli anni restano ancora troppe zone d'ombra, e troppe macchie...
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spiare gli arbitri per farsene cosa?