COLORADO SPRINGS - Dopo essersi visto respingere quattro giorni fa l'ennesimo ricorso contro l'Usada, l'Agenzia Anti-Doping americana, Lance Armstrong ha deciso di gettare la spugna, e ha reso noto che non tenterà più di contrastare le accuse rivoltegli, pur continuando a proclamarsi innocente.
Immediata la reazione dell'Usada, il cui direttore Travis Tygart ha annunciato la revoca di tutti i titoli conquistati in carriera dal quasi 41enne ciclista texano, compresi i sette Tour de France che costituiscono tuttora un record assoluto. Armstrong, da tempo passato dalla strada alla mountain bike, sarà inoltre escluso a vita dalle competizioni ufficiali. "E' un giorno molto triste per tutti coloro che amano lo sport e i nostri campioni", ha detto Tygart. Il campione è accusato di aver fatto uso di sostanze proibite e di aver fatto ricorso a emotrasfusioni ed altri "trucchi" pur di continuare a vincere.
John Fahey, presidente della Wada, l'Agenzia mondiale antidoping, ha detto che la decisione di Armstrong conferma che le accuse a lui rivolte non erano campate per aria e si è detto certo del fatto che l'Usada abbia sempre agito correttamente. Un riferimento ad altre dichiarazioni di Armstrong che ha parlato di una "caccia alle streghe" contro di lui. Fahey, però, si è anche detto deluso dalla decisione dell'atleta: "Avrei preferito che si andasse avanti per poter finalmente fare piena chiarezza".
Dato il suo Palmares, Armstrong conquisterebbe
il record della sanzione più pesante mai inflitta a un atleta per un caso di doping. In confronto diventa poca cosa anche la medaglia d'oro olimpica ritirata a Ben Johnson nei "mostruosi" 100 metri dei Giochi di Seul.
Nato nel 1971 a Plano, in Texas, Armstrong è stato in gioventù un campione di triathlon prima di sfondare nel ciclismo. Cinque figli avuti da due mogli diverse, più volte "sportivo dell'anno" secondo i grandi media non solo sportivi, ha scritto anche due vendutissime biografie. "C'è un momento nella vita di ogni uomo in cui si dice 'quando è troppo è troppo'. Per me questo momento è arrivato. Oggi volto pagina", ha scritto Armstrong in un post sul suo sito. "Sin dall'inizio - aggiunge - questa indagine non aveva lo scopo di arrivare alla verità o di far pulizia nel ciclismo, ma quello di punirmi a ogni costo. Mi sono ritirato, eppure l'Usada muove delle accuse relative a un periodo di 17 anni nonostante possa limitarsi a otto anni". E attacca: "Io so chi ha vinto quei sette Tour de France, lo sanno i miei compagni e i miei avversari. Abbiamo corso tutti assieme, per tre settimane sulle stesse strade, sulle stesse montagne, contro le stesse avverse condizioni atmosferiche. Non c'erano scorciatoie o trattamenti speciali, era la prova più dura al mondo dove vince il più forte. E nessuno potrà mai cambiare questo, soprattutto Tygart".
Prima che le ombre e le chiacchiere a lato corsa diventassero contestazioni formali, prima che il pentimento del suo fedelissimo vice alla Us-Postal, Floyd Landis, desse la stura alle inchieste, Armstrong è stato considerato uno dei più grandi atleti nella storia del ciclismo e dello sport, uno dei pochi atleti in grado negli Usa di battere in popolarità gli assi del baseball, della Nba e della Nfl. A farne un classico eroe americano nell'epica del "Solo chi cade può risorgere" si è aggiunta la sua vicenda umana, la rivelazione della malattia e il ritorno ai trionfi dopo aver vinto anche la battaglia contro il cancro. E poi le attività benefiche, l'impegno sociale con la findazione per la lotta contro il cancro, la relazione con la cantante Sheryl Crow: c'era tutto quanto necessario per essere un mito Usa.
Quando sarà, il verdetto finale rivoluzionerà anche l'albo d'oro del Tour, se la vittoria sarà assegnata a chi arrivò secondo. Ecco come finirono le edizioni vinte da Armstrong: 2005, secondo Ivan Basso, terzo Jan Ullrich; 2004: secondo Andreas Kloden, terzo Basso; 2003: secondo Ullrich, terzo Vinokourov; 2002: Joseba Beloki (Spa), terzo Raimondas Rumsas; 2001: secondo Ullrich, terzo Beloki; 2000: secondo Ullrich, terzo Beloki; 1999: secondo Alex Zuelle, terzo Fernando Escartin.
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Immediata la reazione dell'Usada, il cui direttore Travis Tygart ha annunciato la revoca di tutti i titoli conquistati in carriera dal quasi 41enne ciclista texano, compresi i sette Tour de France che costituiscono tuttora un record assoluto. Armstrong, da tempo passato dalla strada alla mountain bike, sarà inoltre escluso a vita dalle competizioni ufficiali. "E' un giorno molto triste per tutti coloro che amano lo sport e i nostri campioni", ha detto Tygart. Il campione è accusato di aver fatto uso di sostanze proibite e di aver fatto ricorso a emotrasfusioni ed altri "trucchi" pur di continuare a vincere.
John Fahey, presidente della Wada, l'Agenzia mondiale antidoping, ha detto che la decisione di Armstrong conferma che le accuse a lui rivolte non erano campate per aria e si è detto certo del fatto che l'Usada abbia sempre agito correttamente. Un riferimento ad altre dichiarazioni di Armstrong che ha parlato di una "caccia alle streghe" contro di lui. Fahey, però, si è anche detto deluso dalla decisione dell'atleta: "Avrei preferito che si andasse avanti per poter finalmente fare piena chiarezza".
Dato il suo Palmares, Armstrong conquisterebbe
Nato nel 1971 a Plano, in Texas, Armstrong è stato in gioventù un campione di triathlon prima di sfondare nel ciclismo. Cinque figli avuti da due mogli diverse, più volte "sportivo dell'anno" secondo i grandi media non solo sportivi, ha scritto anche due vendutissime biografie. "C'è un momento nella vita di ogni uomo in cui si dice 'quando è troppo è troppo'. Per me questo momento è arrivato. Oggi volto pagina", ha scritto Armstrong in un post sul suo sito. "Sin dall'inizio - aggiunge - questa indagine non aveva lo scopo di arrivare alla verità o di far pulizia nel ciclismo, ma quello di punirmi a ogni costo. Mi sono ritirato, eppure l'Usada muove delle accuse relative a un periodo di 17 anni nonostante possa limitarsi a otto anni". E attacca: "Io so chi ha vinto quei sette Tour de France, lo sanno i miei compagni e i miei avversari. Abbiamo corso tutti assieme, per tre settimane sulle stesse strade, sulle stesse montagne, contro le stesse avverse condizioni atmosferiche. Non c'erano scorciatoie o trattamenti speciali, era la prova più dura al mondo dove vince il più forte. E nessuno potrà mai cambiare questo, soprattutto Tygart".
Prima che le ombre e le chiacchiere a lato corsa diventassero contestazioni formali, prima che il pentimento del suo fedelissimo vice alla Us-Postal, Floyd Landis, desse la stura alle inchieste, Armstrong è stato considerato uno dei più grandi atleti nella storia del ciclismo e dello sport, uno dei pochi atleti in grado negli Usa di battere in popolarità gli assi del baseball, della Nba e della Nfl. A farne un classico eroe americano nell'epica del "Solo chi cade può risorgere" si è aggiunta la sua vicenda umana, la rivelazione della malattia e il ritorno ai trionfi dopo aver vinto anche la battaglia contro il cancro. E poi le attività benefiche, l'impegno sociale con la findazione per la lotta contro il cancro, la relazione con la cantante Sheryl Crow: c'era tutto quanto necessario per essere un mito Usa.
Quando sarà, il verdetto finale rivoluzionerà anche l'albo d'oro del Tour, se la vittoria sarà assegnata a chi arrivò secondo. Ecco come finirono le edizioni vinte da Armstrong: 2005, secondo Ivan Basso, terzo Jan Ullrich; 2004: secondo Andreas Kloden, terzo Basso; 2003: secondo Ullrich, terzo Vinokourov; 2002: Joseba Beloki (Spa), terzo Raimondas Rumsas; 2001: secondo Ullrich, terzo Beloki; 2000: secondo Ullrich, terzo Beloki; 1999: secondo Alex Zuelle, terzo Fernando Escartin.
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