ROMA - Compare all'orizzonte un regalo inaspettato dal governo per Mediaset: un'ottima frequenza quasi gratis, che finora è stata utilizzabile solo per la tv su cellulare e che presto servirà anche per il digitale terrestre. È lo scenario che si sta preparando per via del nuovo codice delle Comunicazioni, approvato dal governo nei giorni scorsi con il decreto legislativo che attua la direttiva Ue 140 del 2009. Cambiano così le carte in gioco in uno scacchiere già complicato: il governo vuole assegnare tramite asta 1 nuove frequenze televisive a 700 MHz (stima d'incasso: 1,2 miliardi di euro).
Il nuovo codice è un atto dovuto (e tardivo) verso le regole europee che impongono all'Italia il principio di neutralità tecnologica. Cioè: permettere agli operatori di usare le stesse frequenze con diverse tecnologie. Invece finora lo Stato aveva destinato tre frequenze - detenute da Rai, Mediaset e H3G - a usi diversi dalla normale tv digitale terrestre.
Usi però che al momento hanno scarso valore economico. "In particolare, la frequenza detenuta da Mediaset è ottima per farci il digitale terrestre: non ha interferenze, copre tutta l'Italia. Quella di Rai invece è pessima, quasi inutilizzabile", spiega Antonio Sassano, docente all'università La Sapienza e tra i massimi esperti di frequenze in Italia.
Che succederà? Con queste nuove frequenze, Rai e Mediaset arriverebbero al massimo consentito dalle norme e quindi non ne potrebbero avere altre. "Rai potrebbe però restituire allo Stato la frequenza sfortunata e chiederne in cambio una migliore", prevede Sassano. A quanto risulta a Repubblica, non è detto che le frequenze convertite dal nuovo codice restino agli attuali detentori, visto che sono state assegnate a titolo provvisorio.
Il ministero allo Sviluppo Economico valuterà il tutto nell'ambito della questione asta 700 MHz, prevista entro l'estate. Il prossimo passo (a giorni) sarà un decreto e poi la palla passerà all'Autorità garante delle comunicazioni, per le regole dell'asta, comunque da fare in accordo con la Commissione europea.
Si tratta di dieci frequenze, di cui quattro andrebbero assegnate alle tv solo a breve termine, visto che nuove regole internazionali impongono di renderle disponibili anche per la banda larga mobile dal 2015.
L'asta sarà comunque una strada in salita. Sostituisce il beauty contest con cui il precedente Governo voleva regalare quelle frequenze alle emittenti.
Ma contro la sospensione del beauty hanno già fatto ricorso, al Tar del Lazio, Mediaset ed Europa 7 (questa si è rivolta anche alla Commissione europea). Per di più, "Europa 7, Telecom Italia Media e le tv locali potrebbero aver diritto a ricevere frequenze direttamente, senza passare dall'asta. Si sanerebbero così alcune irregolarità causate da decisioni del precedente Governo in materia di spettro radio", dice Sassano.
"E non è finita: visto che Romani non ha fatto il coordinamento internazionale per le frequenze 700 MHz, è molto probabile che in alcune regioni le emittenti non riusciranno a utilizzarle bene: subiranno interferenze causate dai Paesi vicini".
La fattibilità e, soprattutto, l'incasso dell'asta sono insomma una partita aperta.
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Il nuovo codice è un atto dovuto (e tardivo) verso le regole europee che impongono all'Italia il principio di neutralità tecnologica. Cioè: permettere agli operatori di usare le stesse frequenze con diverse tecnologie. Invece finora lo Stato aveva destinato tre frequenze - detenute da Rai, Mediaset e H3G - a usi diversi dalla normale tv digitale terrestre.
Usi però che al momento hanno scarso valore economico. "In particolare, la frequenza detenuta da Mediaset è ottima per farci il digitale terrestre: non ha interferenze, copre tutta l'Italia. Quella di Rai invece è pessima, quasi inutilizzabile", spiega Antonio Sassano, docente all'università La Sapienza e tra i massimi esperti di frequenze in Italia.
Che succederà? Con queste nuove frequenze, Rai e Mediaset arriverebbero al massimo consentito dalle norme e quindi non ne potrebbero avere altre. "Rai potrebbe però restituire allo Stato la frequenza sfortunata e chiederne in cambio una migliore", prevede Sassano. A quanto risulta a Repubblica, non è detto che le frequenze convertite dal nuovo codice restino agli attuali detentori, visto che sono state assegnate a titolo provvisorio.
Il ministero allo Sviluppo Economico valuterà il tutto nell'ambito della questione asta 700 MHz, prevista entro l'estate. Il prossimo passo (a giorni) sarà un decreto e poi la palla passerà all'Autorità garante delle comunicazioni, per le regole dell'asta, comunque da fare in accordo con la Commissione europea.
Si tratta di dieci frequenze, di cui quattro andrebbero assegnate alle tv solo a breve termine, visto che nuove regole internazionali impongono di renderle disponibili anche per la banda larga mobile dal 2015.
L'asta sarà comunque una strada in salita. Sostituisce il beauty contest con cui il precedente Governo voleva regalare quelle frequenze alle emittenti.
Ma contro la sospensione del beauty hanno già fatto ricorso, al Tar del Lazio, Mediaset ed Europa 7 (questa si è rivolta anche alla Commissione europea). Per di più, "Europa 7, Telecom Italia Media e le tv locali potrebbero aver diritto a ricevere frequenze direttamente, senza passare dall'asta. Si sanerebbero così alcune irregolarità causate da decisioni del precedente Governo in materia di spettro radio", dice Sassano.
"E non è finita: visto che Romani non ha fatto il coordinamento internazionale per le frequenze 700 MHz, è molto probabile che in alcune regioni le emittenti non riusciranno a utilizzarle bene: subiranno interferenze causate dai Paesi vicini".
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