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Berlusconi, chiesto rinvio a giudizio per la telefonata Consorte-Fassino

MILANO - Alla fine la procura di Milano ha cambiato linea decidendo di chiedere il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi aderendo così alla prospettiva indicata dal gip Stefania Donadeo che aveva imposto l'imputazione coatta per rivelazione di segreto d'ufficio 1 in relazione alla pubblicazione su Il Giornale della telefonata tra Piero Fassino e Giovanni Consorte, in cui l'allora segretario dei Ds diceva al numero uno di Unipol: "Abbiamo una banca?".

Fino ad ora la procura aveva sempre sostenuto l'archiviazione per l'impossibilità 2 di avere elementi sufficienti a sostenere l'accusa in tribunale. Adesso invece davanti all'iniziativa del gip alla quale è seguita la fissazione dell'udienza preliminare da parte del gup Maria Grazia Domanico per lunedì prossimo il capo della procura Edmondo Bruti Liberati e il pm Maurizio Romanelli hanno deciso di adeguarsi.

TUTTI I PROCESSI DEL PREMIER 3

Lunedì in udienza Romanelli chiederà al gup di rinviare a giudizio l'ex premier che il 24 dicembre del 2005 ricevette nella residenza di Arcore
il file con la conversazione intercettata che non era stata ancora trascritta e messa a disposizione delle parti.

Secondo il gip Stefania Donadeo, che il 15 settembre ha chiesto alla procura di Milano l'imputazione coatta nei confronti del presidente del Consiglio, l'intercettazione telefonica era un "regalo elettorale a Silvio Berlusconi 4" Quegli audio, all'epoca dei fatti, non potevano essere divulgati: a disposizione di pm e polizia giudiziaria, non erano stati neppure trascritti. A offrirli a Berlusconi fu Roberto Raffaelli, titolare della Rcs - società che curava le intercettazioni per la procura di Milano - che sperava di poter essere ricompensato con aiuti per degli appalti in Romania. E per questo si rivolse a Fabrizio Favata 5, amico di Paolo Berlusconi. Ed è stato proprio il racconto di Favata 6 ai magistrati a dare il via all'inchiesta.

I difensori di Berlusconi lunedì riproporranno l'eccezione di competenza territoriale già proposta e bocciata dal gip. Niccolò Ghedini e Piero Longo sosterranno che il fascicolo va trasmesso all'autorità giudiziaria di Monza nel cui distretto rientra Arcore. Secondo i legali infatti l'episodio al centro della causa è rimasto da solo e non vi sarebbe più alcuna connessione con le responsabilità degli altri 3 imputati sui quali aveva deciso il gip con un processo con il rito abbreviato e due patteggiamenti.

Paolo Berlusconi editore de Il Giornale sarà invece processato a gennaio per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio, ricettazione e millantato credito. Nelle stessa vicenda è indagato Maurizio Belpietro direttore del quotidiano di via Negri all'epoca dei fatti ma sui fatti a lui contestati sta per scattare la prescrizione.


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Fonte: Repubblica.it

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