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Passa la mozione di Di Pietro. Niente più soldi sullo stretto di Messina

Stop ai finanziamenti, pari a quasi due miliardi di euro, che il governo aveva previsto per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, una delle grandi opere più volte annunciate dall’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi. Lo ha deciso oggi la Camera, in seguito ad una mozione che era stata presentata dall’Italia dei Valori.

Al momento della votazione la maggioranza si è astenuta, nonostante proprio il governo, attraverso il viceministro alle Infrastrutture Aurelio Misiti (nominato poco più di una settimana fa) avesse dato parere favorevole alla mozione. Il viceministro di Matteoli aveva poi chiesto ulteriori modifiche alla mozione, che però non erano state accolte dal partito di Antonio Di Pietro.

La mozione approvata impegna l’esecutivo “alla soppressione dei finanziamenti che il Governo ha previsto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, pari complessivamente a 1 miliardo e 770 milioni di euro, di cui 470 milioni per il solo anno 2012 quale contributo ad Anas s.p.a. per la sottoscrizione e l’esecuzione – a partire dal 2012 – di aumenti di capitale della società Stretto di Messina s.p.a.”.

Eppure lo scorso 16 ottobre, il titolare delle Infrastrutture Altero Matteoli aveva assicurato che il ponte sullo Stretto di Messina sarebbe stato realizzato “a prescindere dall’eventuale finanziamento della Ue”. A Bruxelles, infatti, nell’ultima lista delle priorità strategiche per le grandi reti transeuropee, l’opera che collega l’isola siciliana allo stivale non era stata inserita. Matteoli aveva comunque precisato che le risorse sarebbero state “reperite sul mercato, come previsto dal piano finanziario allegato al progetto definitivo”. Il Ministro Matteoli aveva anche aggiunto che il ponte “per il governo resta una priorità essenziale per lo sviluppo del sistema dei trasporti dell’Italia”. E oggi, dopo il voto in Aula, il ministo ha fatto notare che le parole del suo vice costituivano “un parere a titolo personale, che non corrisponde a quanto pensa il Governo né tantomeno il sottoscritto”.

I soldi che dovevano servire per il ponte saranno ora utilizzati per potenziare il trasporto pubblico locale: Nella mozione si prevede infatti che il governo “incrementi, come richiesto dalla Conferenza delle regioni, la dotazione del fondo per il finanziamento del trasporto pubblico locale”.

Sulla decisione è intervenuto anche il Wwf che in un comunicato ha definito la decisione “il miglior modo per festeggiare il decennale della legge obiettivo varata nel 2001″. Secondo l’associzione ambientalista, poi, quella di oggi “è la cronaca del fallimento in campo economico-finanziario e ambientale della politica faraonica delle cosiddette infrastrutture strategiche, di cui il ponte rappresenta ‘l’opera farsa’ per gli italiani onesti e ‘l’opera bandiera’ per il governo in carica”.


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Fonte: Il FQ

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1 commenti to " Passa la mozione di Di Pietro. Niente più soldi sullo stretto di Messina "

  1. MENO MALE!! BENE DI PIETRO. Non è che non mi piace l'idea, anzi, ma la realizzazione del ponte la vivo come un a cosa superflua, un lusso che oggi non possiamo permetterci. Ci sono ben altre priorità in casa nostra, Cose vitali, un giorno forse potremo pensare al ponte, quando non avremo debiti, quando le cose funzioneranno meglio, quando avremo provveduto al dissesto idro-geologico dell'intero paese, quando avremo sistemato i trasporti locali regionali e nazionali, quando avremo sistemato la scuola, la sanità, quando avremo eliminato disparità e disoccupazione, quando avremo eliminato l'esercito e sostituito con un altro servizio d'ordine (ma interno del nostro paese). Quando avremo sistemato gli istituti di detenzione e pena che fanno schifo ed è incivile. Quando avremo estirpato questo cancro della politica che ci divora col suo capo e il suo sistema. Quando cominceremo a pensare che un parlamentare non è un Dio vivente sulla terra, ma un nostro dipendente e se non fa leggi che dal popolo vengono chieste EGLI va licenziato in tronco come qualsiasi dipendente. Deve andare in pensione a 67 anni e PER POTERLA GODERE deve avere versato 40 e + anni di contributi come tutti gli altri, deve avere uno stipendio decente e provvedere da SOLO e a sue spese ad ogni bisogno COME FANNO TUTTI I COMUNI MORTALI. Ecco, allora forse ...come un buon capo di famiglia ... prima di pensare al ponte, si dovrebbe pensare a comprare le scarpe per i figli che sono scalzi. L'elenco dei bisogni è troppo lungo per poter pensare al ponte, che sicuramente sarà una grande opera di ingegneria che ci vantebbe nel mondo, ma che sicuramente povocherà in futuro tanta disoccupazione se pensiamo agli addetti del settore navigazione e alla conseguente dismissione del patrimonio marittimo attualmente impiegato, alla crisi dei cantieri navali, eccetera. Ma capisco, il ponte si deve fare, è il concordato con le mafie per l'ascesa al potere di qualche personaggio che se ne frega altissimamente dei bisogni della gente e pensa solo ai cavoli suoi. Speriamo solo che questi ulteriori rinvii convincano qualcuno in Sicilia che questa cosa il popolo sovrano vuole che per il momento "Non sa da fare" e allora sfoghino il loro rancore solo su chi non è in grado di mantenere ciò che ha promesso con un patto scellerato da parte sua.

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