L’imprenditore Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito e testimone di molti processi scomodi, è stato fermato dalla polizia a Parma mentre si recava in Francia per trascorrere le vacanze con la famiglia. L’ordine di custodia cautelare è stato eseguito su ordine della procura di Palermo e, secondo l’accusa, tra le motivazioni c’è quella di truffa pluriaggravata e per aver calunniato l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. Ma la motivazione che ha reso necessario il fermo sarebbe stata quella del pericolo di fuga. Ciancimino, già condannato per riciclaggio, è appunto testimone in diverse inchieste di mafia tra cui quella sulla presunta trattativa tra Cosa nostra e lo Stato. Adesso si trova in questura a Parma, ma più tardi verrà trasferito in carcere, la stessa casa circondariale dove è detenuto Bernardo Provenzano.
Il provvedimento è stato disposto dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai sostituti Nino di Matteo e Paolo Guido. Il figlio dell’ex sindaco di Palermo, deve rispondere di calunnia aggravata in quanto avrebbe consegnato ai magistrati un documento falsificato in cui si citava l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. Decisive sarebbero state le risultanze degli esami della Scientifica.
“Mi accusano di avere consegnato un documento non autentico”. Ha detto raggiunto telefonicamente, Massimo Ciancimino. ”Sono certo di poter chiarire tutto domani nel corso di un interrogatorio”. A un cronista, sempre al telefono, ha detto: “Presumo che non ci sentiremo per un po’”. E ancora, in un sms a un blogger palermitano: ”E’ una battaglia dura e sono e sarò sempre più solo. Ho tanta paura. Ho paura di dovere dare ragione a mio padre sul fatto di potere combattere un sistema troppo grande. Mi diceva che ero un povero illuso, parlare non conviene. Se avessi taciuto su tutto, oggi non mi troverei in queste condizioni. Non conosco De Gennaro, non avrei nessun interesse a calunniarlo. Dovevo ascoltare i consigli di mio padre. Oggi saranno in tanti a gioire. Ho sempre letto i commenti cattivi su di me e nei blog”.
Ciancimino è stato fermato dalla Dia mentre era in auto lungo l’autostrada all’uscita di Parma, coi familiari, diretto in Francia, per trascorrere le vacanze pasquali. Ciancimino ora si trova in questura. “Mi si contesta – ha detto ancora – la falsificazione di un documento sugli oltre 250 consegnati ai magistrati. Ho sempre detto di non conoscere l’origine del materiale che fornivo alle procure. Non comprendo però il fatto che mi venga contestato il pericolo di fuga visto che ho sempre collaborato e nei prossimi giorni sarei tornato a Palermo per essere sentito dai magistrati. Inoltre vivo sotto scorta”.
Il figlio dell’ex sindaco secondo l’accusa avrebbe prodotto anche alla procura palermitana documenti tra cui uno che sarebbe stato “manomesso” in cui c’è il nome del direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza.
Il documento è una fotocopia di un foglio redatto da Vito Ciancimino, padre di Massimo, con un elenco di nomi di personaggi delle istituzioni che avrebbero avuto un ruolo nella cosiddetta “trattativa”, il famoso quarto livello, il vero organo di potere della mafia, al quale nessuno era mai arrivato. Da una perizia ordinata dalla Dda e consegnata oggi ai magistrati che conducono l’inchiesta, il procuratore aggiunto Ingroia e i sostituti Di Matteo e Guido, si evincerebbe che il nome di De Gennaro sarebbe stato scritto in epoca successiva alla redazione del manoscritto. Il documento inoltre sarebbe in contrasto con quanto dichiarato dallo stesso Ciancimino durante gli interrogatori resi alla procura di Palermo.
Ciancimino aveva spiegato ai magistrati che quell’appunto di suo padre conteneva personaggi vicini ai servizi segreti che avrebbero svolto un ruolo nella presunta trattativa tra Stato e mafia. Assieme ai nomi di Restivo, Ruffini, Malpica, Parisi, Sica, Contrada, Narracci, Delfino, La Barbera (dattiloscritti) c’è anche quello di De Gennaro, manoscritto, legato al nome “Gross” con una freccia.
“La scientifica ha stabilito con certezza assoluta – ha spiegato il procuratore di Palermo Francesco Messineo - che il nome di De Gennaro è stato estrapolato da un altro documento presentato da Massimo Ciancimino e posto in quel foglio. In questo momento non ci risulta che ci siano altri documenti falsificati ma non lo possiamo escludere, visto che la scientifica analizza i fogli che Ciancimino ci ha dato in vari periodi”. Messineo esclude che il fermo deltestimone possa “incrinare qualsiasi rapporto con Ciancimino per il semplice fatto che questo rapporto privilegiato non c’è mai stato. Lui ci ha consegnato dei documenti e ci ha detto delle cose che noi abbiamo vagliato. Ultimamente non è stato comunque convocato dalla Procura ma si è presentato spontaneamente. Nel momento in cui succedono cose che configurano un comportamento di questo tipo non possiamo che intervenire di conseguenza”.
Sarà adesso il gip di Parma, territorio in cui Ciancimino è stato fermato, a rappresentare l’udienza di convalida del fermo. Se dovesse convalidare il provvedimento e la misura cautelare provvisoria (l’udienza è già stata fissata per domani alle 11) il gip si dichiarerà incompetente per territorio e trasmetterà gli atti a Palermo.
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Fonte: Il FQ
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Il provvedimento è stato disposto dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai sostituti Nino di Matteo e Paolo Guido. Il figlio dell’ex sindaco di Palermo, deve rispondere di calunnia aggravata in quanto avrebbe consegnato ai magistrati un documento falsificato in cui si citava l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. Decisive sarebbero state le risultanze degli esami della Scientifica.
“Mi accusano di avere consegnato un documento non autentico”. Ha detto raggiunto telefonicamente, Massimo Ciancimino. ”Sono certo di poter chiarire tutto domani nel corso di un interrogatorio”. A un cronista, sempre al telefono, ha detto: “Presumo che non ci sentiremo per un po’”. E ancora, in un sms a un blogger palermitano: ”E’ una battaglia dura e sono e sarò sempre più solo. Ho tanta paura. Ho paura di dovere dare ragione a mio padre sul fatto di potere combattere un sistema troppo grande. Mi diceva che ero un povero illuso, parlare non conviene. Se avessi taciuto su tutto, oggi non mi troverei in queste condizioni. Non conosco De Gennaro, non avrei nessun interesse a calunniarlo. Dovevo ascoltare i consigli di mio padre. Oggi saranno in tanti a gioire. Ho sempre letto i commenti cattivi su di me e nei blog”.
Ciancimino è stato fermato dalla Dia mentre era in auto lungo l’autostrada all’uscita di Parma, coi familiari, diretto in Francia, per trascorrere le vacanze pasquali. Ciancimino ora si trova in questura. “Mi si contesta – ha detto ancora – la falsificazione di un documento sugli oltre 250 consegnati ai magistrati. Ho sempre detto di non conoscere l’origine del materiale che fornivo alle procure. Non comprendo però il fatto che mi venga contestato il pericolo di fuga visto che ho sempre collaborato e nei prossimi giorni sarei tornato a Palermo per essere sentito dai magistrati. Inoltre vivo sotto scorta”.
Il figlio dell’ex sindaco secondo l’accusa avrebbe prodotto anche alla procura palermitana documenti tra cui uno che sarebbe stato “manomesso” in cui c’è il nome del direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza.
Il documento è una fotocopia di un foglio redatto da Vito Ciancimino, padre di Massimo, con un elenco di nomi di personaggi delle istituzioni che avrebbero avuto un ruolo nella cosiddetta “trattativa”, il famoso quarto livello, il vero organo di potere della mafia, al quale nessuno era mai arrivato. Da una perizia ordinata dalla Dda e consegnata oggi ai magistrati che conducono l’inchiesta, il procuratore aggiunto Ingroia e i sostituti Di Matteo e Guido, si evincerebbe che il nome di De Gennaro sarebbe stato scritto in epoca successiva alla redazione del manoscritto. Il documento inoltre sarebbe in contrasto con quanto dichiarato dallo stesso Ciancimino durante gli interrogatori resi alla procura di Palermo.
Ciancimino aveva spiegato ai magistrati che quell’appunto di suo padre conteneva personaggi vicini ai servizi segreti che avrebbero svolto un ruolo nella presunta trattativa tra Stato e mafia. Assieme ai nomi di Restivo, Ruffini, Malpica, Parisi, Sica, Contrada, Narracci, Delfino, La Barbera (dattiloscritti) c’è anche quello di De Gennaro, manoscritto, legato al nome “Gross” con una freccia.
“La scientifica ha stabilito con certezza assoluta – ha spiegato il procuratore di Palermo Francesco Messineo - che il nome di De Gennaro è stato estrapolato da un altro documento presentato da Massimo Ciancimino e posto in quel foglio. In questo momento non ci risulta che ci siano altri documenti falsificati ma non lo possiamo escludere, visto che la scientifica analizza i fogli che Ciancimino ci ha dato in vari periodi”. Messineo esclude che il fermo deltestimone possa “incrinare qualsiasi rapporto con Ciancimino per il semplice fatto che questo rapporto privilegiato non c’è mai stato. Lui ci ha consegnato dei documenti e ci ha detto delle cose che noi abbiamo vagliato. Ultimamente non è stato comunque convocato dalla Procura ma si è presentato spontaneamente. Nel momento in cui succedono cose che configurano un comportamento di questo tipo non possiamo che intervenire di conseguenza”.
Sarà adesso il gip di Parma, territorio in cui Ciancimino è stato fermato, a rappresentare l’udienza di convalida del fermo. Se dovesse convalidare il provvedimento e la misura cautelare provvisoria (l’udienza è già stata fissata per domani alle 11) il gip si dichiarerà incompetente per territorio e trasmetterà gli atti a Palermo.
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Fonte: Il FQ
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