ROMA - "La mia esperienza all'interno di Futuro e libertà al Senato è finita". Lo annuncia il senatore Giuseppe Menardi che da giorni è su posizioni critiche verso Gianfranco Fini e Italo Bocchino e già aveva votato in dissenso dal suo gruppo nella fiducia sul decreto milleproroghe 1. Il punto è che Fli a Palazzo Madama conta su dieci senatori e se Menardi va via il gruppo si scioglie se non ci sono nuovi arrivi nei prossimi giorni.
L'addio anche formale avverrà una volta conclusi gli adempimenti legati al ruolo di segretario amministrativo di Menardi. Se non interverranno novità, o nuovi ingressi di senatori, i futuristi a Palazzo Madama potrebbero restare senza un gruppo parlamentare. In un'intervista al tg3, Menardi aveva ribadito: "Non condivido l'idea di un'alleanza di tutti contro Berlusconi, che ci esclude dal campo del centrodestra". Con l'uscita di Menardi, il numero dei finiani al Senato scende a nove, Il numero minimo per la costituzione di un gruppo a Palazzo Madama è di dieci senatori.
"Per me", prosegue Menardi, "il percorso si è concluso con il nuovo organigramma del partito. Torno nei confini della maggioranza parlamentare. Credo che dovremo trovare qualche collega per dare spazio ad un'anima critica nel centrodestra, in modo che sia la terza gamba della maggioranza". "Per quanto mi riguarda", conclude,
"non c'è più il gruppo, ne sono uscito. Non c'è bisogno di scriverlo a Viespoli perchè gliel'ho già annunciato di persona".
Bocchino: "Prima o poi gli addii dovevamo affrontarli". il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, commenta così la decisione del senatore Menardi: "Fli non si sorprende o amareggia più di tanto rispetto alle prime defezioni dalle sue file, dopo la scia di polemiche creata dalle nomine ai vertici decise da Fini. Il senatore Menardi lascia Fli e nei prossimi giorni altri potrebbero seguire le sue orme, ma sono problemi che prima o poi dovevamo affrontare".
Granata: "Ora basta": Le reazioni dei futuristi lasciano pensare che ormai Futuro e Libertà sia pronta a perdere qualche pezzo pur di preservare un profilo più netto e coeso. Interviene anche Fabio Granata: "Abbiamo già pagato un prezzo troppo alto a chi stava con noi per frenarci. Ora basta. Sono i leader, le idee e la passione disinteressata a radicare i movimenti politici, non il numero dei parlamentari".
Futuro e Libertà reagisce così alla perdita di alcuni suoi esponenti, dopo il congresso di Milano, che ha sancito un organigramma che ha spaventato le cosiddette "colombe". "Il progetto di Futuro e Libertà", spiega Granata "è affidato alla passione dei militanti e alla nostra determinazione. Mi auguro che nessuno abbandoni il movimento ma sono anche consapevole che Sinistra e libertà è al 9% senza avere gruppi parlamentari".
Fonte: Repubblica.it
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L'addio anche formale avverrà una volta conclusi gli adempimenti legati al ruolo di segretario amministrativo di Menardi. Se non interverranno novità, o nuovi ingressi di senatori, i futuristi a Palazzo Madama potrebbero restare senza un gruppo parlamentare. In un'intervista al tg3, Menardi aveva ribadito: "Non condivido l'idea di un'alleanza di tutti contro Berlusconi, che ci esclude dal campo del centrodestra". Con l'uscita di Menardi, il numero dei finiani al Senato scende a nove, Il numero minimo per la costituzione di un gruppo a Palazzo Madama è di dieci senatori.
"Per me", prosegue Menardi, "il percorso si è concluso con il nuovo organigramma del partito. Torno nei confini della maggioranza parlamentare. Credo che dovremo trovare qualche collega per dare spazio ad un'anima critica nel centrodestra, in modo che sia la terza gamba della maggioranza". "Per quanto mi riguarda", conclude,
"non c'è più il gruppo, ne sono uscito. Non c'è bisogno di scriverlo a Viespoli perchè gliel'ho già annunciato di persona".
Bocchino: "Prima o poi gli addii dovevamo affrontarli". il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, commenta così la decisione del senatore Menardi: "Fli non si sorprende o amareggia più di tanto rispetto alle prime defezioni dalle sue file, dopo la scia di polemiche creata dalle nomine ai vertici decise da Fini. Il senatore Menardi lascia Fli e nei prossimi giorni altri potrebbero seguire le sue orme, ma sono problemi che prima o poi dovevamo affrontare".
Granata: "Ora basta": Le reazioni dei futuristi lasciano pensare che ormai Futuro e Libertà sia pronta a perdere qualche pezzo pur di preservare un profilo più netto e coeso. Interviene anche Fabio Granata: "Abbiamo già pagato un prezzo troppo alto a chi stava con noi per frenarci. Ora basta. Sono i leader, le idee e la passione disinteressata a radicare i movimenti politici, non il numero dei parlamentari".
Futuro e Libertà reagisce così alla perdita di alcuni suoi esponenti, dopo il congresso di Milano, che ha sancito un organigramma che ha spaventato le cosiddette "colombe". "Il progetto di Futuro e Libertà", spiega Granata "è affidato alla passione dei militanti e alla nostra determinazione. Mi auguro che nessuno abbandoni il movimento ma sono anche consapevole che Sinistra e libertà è al 9% senza avere gruppi parlamentari".
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Auguri per Fini e Bocchino.