ROMA - Via libera

Il voto è stato unanime per il nuovo incarico per Giovanni Minoli, mentre si è diviso sulla ricollocazione di Ruffini, passata con cinque voti a favore (quelli dei consiglieri di area di maggioranza), tre no (dal presidente Paolo Garimberti e dai consiglieri Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten) e un astenuto (Rodolfo De Laurentiis). E se il direttore generale della Rai, Mauro Masi, al termine della seduta del Cda Rai ha espresso "viva soddisfazione", Garimberti ha spiegato il suo 'no' al nuovo incarico per Ruffini, legandolo soprattutto a questioni di metodo, perché 'pacta sunt servanda', i patti vanno rispettati.
Ruffini si era già rivolto alla magistratura del lavoro per ottenere il reintegro nel ruolo e nei compiti di direttore della terza rete (prima udienza il 29 aprile), perché la sua ricollocazione non era ancora avvenuta né tantomeno gli si profilavano incarichi da lui ritenuti altrettanto qualificati. E non è soddisfatto neanche oggi. Anzi, si è detto determinato ad andare avanti.
"Ho letto della mia nomina dalle agenzie. Non ne sapevo nulla. E per saperne di piu mi sono procurato le delibere approvate oggi. Da quello che c'è scritto si capiscono due cose - ha detto l'ex direttore di RaiTre - La prima è che sarei, non da subito ma a partire da giugno, il nuovo direttore di Rai Educational. E che nel frattempo, da Rai Educational usciranno i suoi programmi principali, i suoi spazi di palinsesto principali sia sulle reti generaliste che su Rai Storia, e una ventina di persone ritenute strategiche per il progetto Rai per i 150 anni dell'unità d'Italia. La seconda è che non è stato rispettato l'impegno a nominarmi direttore di Rai Digit (cioé dei canali tematici della Rai) previsto nella delibera con cui sono stato rimosso da RaiTre, e che sono stato nominato invece direttore di una cosa che ancora non esiste (Rai Premium) e che dovrà coordinare due canali (Rai4 e Rai Movie) con modalità operative tutte ancora da definire".
In entrambi i casi (Rai Educational e Rai Premium) "non è chiaro poi il rapporto che dovrei avere - ha continuato Ruffini - con grandi professionisti come Giovanni Minoli e Carlo Freccero". In definitiva, "non mi pare che queste decisioni risolvano né la questione del demansionamento, né quella della discriminazione politica", e in più "mi pare che non facciano venir meno la necessità di porre rimedio a una situazione che ha leso la mia dignità". Di qui la determinazione per un verso, da dipendente Rai, a continuare "come sempre a fare il mio dovere", e per un altro nessuna rinuncia "ai miei diritti, e a cercare di farli valere in tutte le sedi".
Intanto l'assemblea degli azionisti di Rai Way, la società del gruppo di viale Mazzini che gestisce la rete degli impianti di diffusione e trasmissione televisiva e radiofonica, ha approvato il bilancio relativo all'esercizio 2009. Bilancio che registra un utile netto di esercizio di 15 milioni di euro. Il fatturato è stato pari a 205,2 milioni (+5 per cento rispetto all'esercizio precedente), il margine operativo lordo a 65,2 milioni (+13.4 per cento) e il risultato operativo a 25,6 milioni (+12.2 per cento).
Il fatturato proveniente da rapporti commerciali con clienti terzi (esterni al gruppo Rai) è cresciuto a 38,9 milioni (+3,1 per cento rispetto al 2008), ed è pari al 19 per cento del fatturato totale. I risultati economici evidenziano un ulteriore miglioramento rispetto a quelli del già positivo esercizio 2008 (quando il fatturato era stato di 195,1 milioni, il MOL di 55,7, il risultato operativo di 21,5, l'utile netto di 12,1 milioni di euro più ulteriori 7,6 dovuti esclusivamente all'effetto del riallineamento dei valori civilistici e fiscali effettuato in quell'esercizio).
Fonte: Repubblica.it
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