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Piazza Affari, un 2010 nero perso il 12% in un anno

MILANO - Piazza Affari cede in un anno il 12% e diminuisce il suo valore che oggi è pari al 27,6% del Pil. Secondo i dati aggiornati alla chiusura di ieri, diffusi oggi da Borsa Italiana, il Ftse Mib ha perso dalla fine del 2009 l'11,95%, il Ftse All Share il 10,29% e il Fte Mib storico il 7,66%.

In controtendenza solo il segmento Star con l'indice Ftse Italia Star in rialzo nel 2010 del 3,24%. La capitalizzazione complessiva delle società nazionali quotate in borsa è scesa così da 459 a 429,9 miliardi di euro, con un'incidenza sul Pil che scende dal 30,4% al 27,6% del Prodotto interno lordo. Invariato a 332, rispetto alla fine del 2009, è invece il numero delle società quotate sui mercati di Borsa italiana: si tratta di 272 società del Mta, 36 del Mta international, 5 del Miv, 11 dell'Aim Italia e 8 del Mac. Complessivamente, ci sono state 10 "matricole" (rispetto alle 7 del 2009) e dieci società revocate contro le 12 dell'anno scorso.

Nel panorama dei principali listini europei, solo Madrid (-17,36%) ha fatto peggio di Piazza Affari. In lieve calo Zurigo (-0,93%) e Parigi (-2,11%), mentre hanno chiuso il 2010 con rialzi in doppia cifra Francoforte (+15,93%) e Londra (+10,41%).

In compenso, Piazza Affari è in Europa quella dove le azioni passano più spesso di mano. Nei primi undici mesi del 2010, il mercato borsistico italiano si distingue in ambito europeo per la liquidità relativa delle proprie azioni: ha il primato - si legge in una nota
- in termini di turnover velocity, l'indicatore che, rapportando il controvalore degli scambi telematici alla capitalizzazione, segnala il tasso di rotazione annuale delle azioni. La turnover velocity italiana è infatti pari a 173,2%.

Nel corso dell'anno gli scambi sull'azionario hanno raggiunto una media giornaliera di 2,9 miliardi di euro e 243.306 contratti con 62 milioni di contratti scambiati per un controvalore di 746,3 miliardi. Il massimo giornaliero per controvalore trattato è stato raggiunto il 10 maggio con 7,1 miliardi di euro, mentre il 7 maggio è stato raggiunto il massimo in termini di contratti (542.772). Unicredit è stata l'azione più scambiata sia per controvalore, con un totale di 173,7 miliardi di euro, sia in termini di contratti (7,4 milioni).

A fare eccezione è stato il mercato di Etf, obbligazioni e derivati che ha fatto registrare numeri da record dopo la stasi del 2009. Quanto ai singoli titioli, la maglia rosa tra le blue chip è andata ad Exor (+75%), seguita da Saipem (+53%), Fiat (+43%) e Tod's (+42%). In coda invece l'intero settore finanziario: la flessione più marcata è quella subita da Bpm (-46%), che precede al ribasso Fondiaria-Sai (-43%), Intesa SanPaolo (-35%), Banco Popolare (-35%) e Ubi banca (-34%). Giù anche la stessa Unicredit che malgrado i record di scambi chiude l'anno con un -32%.

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