“Pensate, oggi è stato il giorno più buio degli ultimi 400 anni. Ma a portare un po’ di luce qui nello studio è venuto, e lo ringrazio, Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio. Questo è un regalo che ci fa e la ringrazio davvero!”. Nemmeno Ugo Fantozzi quando siede dinanzi al megadirettore galattico su una sedia che non c’è, nemmeno Giandomenico Fracchia quando si accascia dolcemente sulla poltrona a sacco, avrebbero saputo studiare un benvenuto così virile e urticante per il loro padrone. Ma Alessio Vinci, giornalista all’ameregana, molto anglosassone per il suo passaggio alla Cnn che non ha lasciato in lui alcuna traccia sensibile, sì. L’altra sera, al cospetto del suo editore, nei rari intermezzi concessigli fra un’esternazione fluviale e l’altra per pigolare qualche monosillabo, ha saputo mantenere una postura orgogliosamente eretta, quasi eroica, ai limiti della temerarietà. Fin dal benvenuto d’esordio, versione aggiornata del più celebre “Duce, tu sei la luce”. Durante i 100 minuti di intervista, poi, mentre il padrone esondava con una curiosa aureola arancione, color antiruggine, pittata sulla fronte levigata di fresco, il capino di Alecco Vinci sottolineava ogni balla spaziale con un cenno di assenso simile a quello dei cagnolini di peluche che fanno sì con la testa sulle auto. Le palle di Natale del Cainano le han già copiosamente riferite tv e giornali. Ma, per dare l’idea del grave sprezzo del pericolo mostrato dal nostro eroe, ecco un’antologia delle domande più aggressive. Prima botta: “Presidente, le elezioni ormai non le vuole più nessuno, è così?”. Colpo sotto la cintola: “Come va il suo sforzo di allargare la maggioranza? Casini ha fatto un’apertura significativa”. Gancio destro: “Il presidente Napolitano è stato chiaro, ci vuole stabilità, preferisce che il governo finisca la legislatura, ha mandato messaggi molto chiari”. Montante sinistro: “Fini dice che la legislatura può durare, sembra quasi una marcia indietro”. Uppercut micidiale: “Lei esclude che chi ha fatto il salto verso il governo voglia le poltrone?”. Alabarda spaziale: “In Europa, io lo so bene perché vengo dalla stampa estera che non è mai stata tenera con lei, dopo il voto ci sono stati molti articoli a suo favore, è una notizia!”. Lame rotanti: “Wikileaks: la Clinton ha cercato di capire meglio i suoi rapporti con Putin. Forse c’è un po’ di timore, un po’ di dubbio?”.
Maglio perforante: “Quindi non c’è niente di male a essere amici con questi leader?”. Bomba al napalm: “Lei accetta il sostegno di Casini per la stabilità chiesta da Napolitano?”. Missile terra-aria: “Mi sono rivisto decine di volte un filmato prima della fiducia alla Camera in cui lei e Casini vi scambiate carinerie. Casini ha detto che parlavate di capelli e donne, ma ho capito dal labiale che lei gli ha sussurrato all’orecchio ‘Ti voglio bene’. È così? Gliel’ha detto?”. Assalto all’arma bianca: “Ci dia un’anticipazione sul nuovo nome del partito, è corto o lungo? Una parola sola? Silvio!”. Affondo di baionetta: “Le posso chiedere che cosa pensa degli studenti che manifestano? Protesta ideologica? Forse la riforma non è stata spiegata bene? Deficit di comunicazione?”. Placcaggio sleale: “L’antiberlusconismo è la sua arma migliore, il suo elisir di lunga vita?”. Sgambetto a tradimento: “Qual è l’attacco che le fa più male? Ci sono un sacco di attacchi alla sua vita privata: le han fatto più male rispetto agli altri?”. Bombardamento finale: “Lei comunque non nega di aver invitato giovani ragazze a cena, non c’è niente di male... Ogni volta che sente un leader della sinistra, sorride: la mettono di buonumore? Se la Consulta dovesse votare contro il suo scudo giudiziario lei cosa farà? Quando si parla di questo tema lei si scurisce in volto... Presidente, è possibile un processo giusto, oggi, a Silvio Berlusconi? Ha acquistato Cassano? Ora non vorrei si dica che ho fatto tutta la puntata a suo favore”. Ora la vittima giace esanime al tappeto. Vinci la finisce col colpo alla nuca: “Grazie Silvio Berlusconi, grazie di essere venuto qui a Matrix, l’aspetto presto di nuovo, grazie!”.
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Fonte: Il Fatto Quotidiano, del 23 dicembre, in edicola
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