Il Pil non basta più. La cifra che indica il totale di beni e servizi finali prodotti da un Paese in un intervallo di tempo è da sempre il parametro principale per stabilire come un Paese se la passa. Se il Pil cresce va tutto bene, o quasi. Oggi, però, il monopolio del Pil scricchiola e sono sempre più gli analisti a dire che il prodotto interno lordo, da solo, non può rendere l’idea del benessere di uno stato.
Dal 2011, quindi, spazio a nuovi indicatori. Ancora, però, non si è stabilito quali saranno: allo scopo di individuarli è stato infatti istituito un tavolo al Cnel. L’idea è quella di non concentrarsi tanto sulla produzione, quanto sulla misura del benessere economico delle persone.
In linea di massima, spiega il quotidiano La Repubblica, “lo stato di salute di un Paese sarà il risultato dello stato psicofisico delle persone che vi risiedono, del loro grado di istruzione e della conoscenza, del mondo del lavoro, del benessere, dell’ambiente, dei rapporti interpersonali e della partecipazione alla vita della società. Accanto a questi indicatori saranno inserite altre valutazioni, come il senso di insicurezza dei cittadini, l’equità, la sostenibilità, intesa non solo come fenomeno ambientale, ma estendendo lo sguardo a elementi di tipo economico e sociale”.
Per avere il nuovo parametro, quindi, ci sarà una sorta di laboratorio, nella forma della onsultazione pubblica online aperta agli esperti, alla società civile ed ai singoli cittadini, in cui si raccoglieranno suggerimenti. Quindi la seconda fase, quella in cui l’Istat proporrà ad un “Gruppo di indirizzo” i possibili indicatori da adottare per misurare i diversi aspetti del benessere equo e sostenibile. A giugno del 2012 l’ultimo step: l’uscita del Rapporto Cnel-Istat sulla misura del progresso della società italiana.
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Fonte: Blitzquotidiano
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