C’era una volta la modica quantità di droga, consentita dalla legge, ma solo “per uso personale”. Poi arrivò la Bicamerale, detta anche “Dalemòni” (definizione di Rinaldi e Pansa sull’Espresso), che all’articolo 129 della bozza Boato sulla giustizia estendeva il concetto di “modica quantità” a tutti i reati: “Non è punibile chi ha commesso un fatto previsto come reato, nel caso in cui esso non abbia determinato una concreta offensività”. Bastava offendere un po’ alla volta, ed era fatta. Per fortuna Berlusconi fece saltare il tavolo e, per un po’, non se ne parlò più. Poi venne la modica quantità di evasione fiscale, sempre per uso personale s’intende. Idea geniale del centrosinistra che ai tempi del secondo governo Amato (2000-2001) varò la riforma del diritto tributario:
per essere penalmente rilevante, il reato di dichiarazione infedele deve comportare un’evasione d’imposta oltre i 100 mila euro l’anno, e quello di dichiarazione fraudolenta deve superare addirittura i 75 mila euro. Una superlicenza di evadere. Ammaestrato da cotanta saggezza giuridica, Berlusconi nel 2001 applicò le soglie di non punibilità al falso in bilancio, calcolandole
secondo le abitudini della ditta: chi occulta nei libri contabili fino al 5% del risultato d’esercizio (calcolato sull’utile prima delle imposte), o al 10% delle valutazioni, o all’1% del patrimonio netto non commette alcun reato.
Basta rubare un po’ per volta e non si rischia nulla. Modica quantità di falso in bilancio, sempre per uso personale. In seguito prima il centrodestra e poi il centrosinistra tentarono qualcosa di analogo per la bancarotta fraudolenta, ma gli andò male: ci riproveranno, comunque, c’è da giurarci. L’altro giorno però, aprofittando della labirintite che ha colpito la gran parte dei parlamentari per il continuo viavai di emendamenti aggiunti e ritirati alla legge bavaglio, i senatori Pdl Gasparri, Quagliariello, Centaro, Berselli e i leghisti Bricolo, Mazzatorta e Divina, hanno infilato fra il lusco e il brusco l'emendamento 1707: quello che introduce la figura delittuosa di "Violenza sessuale di lieve entità sui minori” e abolisce l’obbligo di arresto in flagranza per chi è sorpreso a commetterlo con le mutande in mano. L’emendamento pare uscito da una battuta di Woody Allen, che nel film “Io e Annie” commenta: “Lo standard di moralità dei politici è una tacca sotto quello di chi inchiappetta i bambini”. È un vero peccato che i sette inventori della modica quantità di violenza sessuale su minori (sempre per uso personale, ci mancherebbe) siano stati sgamati da alcuni loro colleghi dell’opposizione e siano stati costretti a una precipitosa retromarcia, anzi a un fuggifuggi generale al grido di “non avevo capito”, “non lo sapevo”, “io non c’ero e se c’ero dormivo” e ovviamente “ci hanno fraintesi ”. Sarebbe stato sommamente interessante ascoltarli illustrare l’emendamento a Palazzo Madama, magari con l’aiuto di qualche disegnino o filmato, per spiegare come si svolga, in concreto, un atto di violenza sessuale “di lieve entità” su un bambino, come si distingua da quelli “di notevole entità”, e magari quali modici pedofili avevano in mente lorsignori.
A meno che i nostri raffinati giureconsulti non intendessero la pedofilia come le demi-vierges la verginità: una questione di centimetri. Viene in mente la vecchia battuta di Enzo Biagi sulla ragazza “un po’ incinta”. Ma ora prepariamoci, perché sta per arrivare il condono per gli abusi edilizi di lieve entità, o “di necessità” (espressione intraducibile in qualunque altra lingua). E l’imminente sentenza d’appello su Dell’Utri, condannato in primo grado a 9 anni, potrebbe regalarci la modica quantità di mafia. Basterà che i giudici diano retta ai suoi legali i quali – al processo e nel dvd “Sotto scacco” di Gumpel e Lillo allegato da domani al Fatto –- ammettono che sì, Dell’Utri frequentava mafiosi. Ma non per scambiare favori, anzi: lo faceva gratis, per diletto personale. Un po’ per volta. E solo per uso personale
Fonte: Il Fatto quotidiano del 22 giugno, in edicola
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per essere penalmente rilevante, il reato di dichiarazione infedele deve comportare un’evasione d’imposta oltre i 100 mila euro l’anno, e quello di dichiarazione fraudolenta deve superare addirittura i 75 mila euro. Una superlicenza di evadere. Ammaestrato da cotanta saggezza giuridica, Berlusconi nel 2001 applicò le soglie di non punibilità al falso in bilancio, calcolandole
secondo le abitudini della ditta: chi occulta nei libri contabili fino al 5% del risultato d’esercizio (calcolato sull’utile prima delle imposte), o al 10% delle valutazioni, o all’1% del patrimonio netto non commette alcun reato.
Basta rubare un po’ per volta e non si rischia nulla. Modica quantità di falso in bilancio, sempre per uso personale. In seguito prima il centrodestra e poi il centrosinistra tentarono qualcosa di analogo per la bancarotta fraudolenta, ma gli andò male: ci riproveranno, comunque, c’è da giurarci. L’altro giorno però, aprofittando della labirintite che ha colpito la gran parte dei parlamentari per il continuo viavai di emendamenti aggiunti e ritirati alla legge bavaglio, i senatori Pdl Gasparri, Quagliariello, Centaro, Berselli e i leghisti Bricolo, Mazzatorta e Divina, hanno infilato fra il lusco e il brusco l'emendamento 1707: quello che introduce la figura delittuosa di "Violenza sessuale di lieve entità sui minori” e abolisce l’obbligo di arresto in flagranza per chi è sorpreso a commetterlo con le mutande in mano. L’emendamento pare uscito da una battuta di Woody Allen, che nel film “Io e Annie” commenta: “Lo standard di moralità dei politici è una tacca sotto quello di chi inchiappetta i bambini”. È un vero peccato che i sette inventori della modica quantità di violenza sessuale su minori (sempre per uso personale, ci mancherebbe) siano stati sgamati da alcuni loro colleghi dell’opposizione e siano stati costretti a una precipitosa retromarcia, anzi a un fuggifuggi generale al grido di “non avevo capito”, “non lo sapevo”, “io non c’ero e se c’ero dormivo” e ovviamente “ci hanno fraintesi ”. Sarebbe stato sommamente interessante ascoltarli illustrare l’emendamento a Palazzo Madama, magari con l’aiuto di qualche disegnino o filmato, per spiegare come si svolga, in concreto, un atto di violenza sessuale “di lieve entità” su un bambino, come si distingua da quelli “di notevole entità”, e magari quali modici pedofili avevano in mente lorsignori.
A meno che i nostri raffinati giureconsulti non intendessero la pedofilia come le demi-vierges la verginità: una questione di centimetri. Viene in mente la vecchia battuta di Enzo Biagi sulla ragazza “un po’ incinta”. Ma ora prepariamoci, perché sta per arrivare il condono per gli abusi edilizi di lieve entità, o “di necessità” (espressione intraducibile in qualunque altra lingua). E l’imminente sentenza d’appello su Dell’Utri, condannato in primo grado a 9 anni, potrebbe regalarci la modica quantità di mafia. Basterà che i giudici diano retta ai suoi legali i quali – al processo e nel dvd “Sotto scacco” di Gumpel e Lillo allegato da domani al Fatto –- ammettono che sì, Dell’Utri frequentava mafiosi. Ma non per scambiare favori, anzi: lo faceva gratis, per diletto personale. Un po’ per volta. E solo per uso personale
Fonte: Il Fatto quotidiano del 22 giugno, in edicola
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Eh si ahinoi confermo:
le leggi le fanno proprio così per soglie quantitative, un pò alla volta è concesso rubare come se non fosse la stessa cosa..
invece la storia dell'emendamento 1707 avevo letto che si era poi rivelata una cattiva interpretazione dell'emendamento e che il reato in raltà riguardava i rapporti sessuali tra minori..
ma vabbè poco importa tanto se non era vera questa sarà tristemente vera la prossima schifezza che faranno diventare legge :(
Allan