Dicono che la campagna pubblicitaria in tv e ovunque, a tappeto ma lunghissimo, di una compagnia telefonica che vede protagonisti Christian De Sica, Belen Rodriguez e comprimari, "purtroppo non funzioni". Dicono che la colpa sia di Belen, della sua immagine di rovinafamiglie, della sua bellezza dirompente e della sua simpatia da cortigiana contemporanea, del suo nome troppo vicino al significato principe almeno in genovese. Non sarebbe di Christian, grande attore cromosomico ma depresso e sprecato negli ultimi cascami della "farsa all'italiana" superata dalla realtà. E non sarebbe neppure degli autori degli spot (una batteria di intellettuali?), che a giudicare dalle idee e dal linguaggio considerano gli italiani tutti applicati al telefonino dei lungodementi.
No, la colpa sarebbe proprio di Belen e della sua impudicizia trionfante, come se le famiglie italiane fossero ancora quelle di una volta, improntate a un matriarcato casareccio con machismi provinciali e intermittenti, e non quelle odierne, fatte di maschi violenti, maschietti immaturi, donne in lotta con l'età e fanciulle in fiore che appassiscono con il bisturi già sotto i 15 anni.
Dicono che invece funzioni alla grande la campagna pubblicitaria concorrenziale creata sulla coppia formata nella vita e nell'immaginario pubblico da un calciatore famoso, Francesco Totti, e dalla show girl di complemento ma non aggiunta, Ilary Blasi. Non rovina le famiglie: Totti ha una naturalezza attorale fantastica, è per forza simpatico perché prende in giro da sé il suo esistenzialismo dialettale burinissimo, è uno dei calciatori più importanti dell'ultimo ventennio e non fa il testimonial di se stesso giocatore ma dell'immagine che rappresenta, dà l'idea -come valore aggiunto e comunque sia- di una bandiera calcistica intatta, mai abbrunata in tempi in cui di bandiere non se ne vedono più da nessuna parte e in nessun campo (non solo di calcio).
Ilary è la sua compagna di spot, non tracima, è una Mondaini in trentaduesimo che per i tempi è già qualcosa. I testi e le "locations" funzionano nella loro semplicità quanto quelli già menzionati sono (o mi sembrano) per lungodementi.Dunque salvo sia Belen che Totti..., anzi per quest'ultimo prevedo una luminosa carriera anche nello spettacolo. Tutto qui? Ve la meno sugli spot dei telefonini e basta ? E no, carissimi post-natalizi. Vorrei arrivare ai prodotti pubblicizzati da coloro di cui ho appena scritto: i telefoni mobili. E al modo in cui vengono usati. A mente, per le ultime statistiche siamo uno dei Paesi o addirittura il Paese con più telefoni pro capite. E li usiamo sempre e comunque e dovunque. Lasciamo stare ogni forma di galateo, frantumato da un pezzo e polverizzato dall'uso dei cellulari il cui autentico pregio onomastico è quello di significare come vocabolo anche i furgoni delle forze dell'ordine.
Parliamo delle strade. Una volta, forse solo anche due o tre anni fa, la patente a punti metteva paura e i 5 punti tolti a chi guidava con il cellulare senza auricolare funzionavano da deterrente. Oggi è uno sfascio totale. Non ce n'è uno che non guidi, in città o in viaggio, con il cellulare all'orecchio e a quel che vedo sono in pochissimi a farlo con l'auricolare, operazione che pure e comunque chiede un prezzo in termini di capacità di guida, distrazione, prontezza di riflessi ecc. Oggi guidano solo come accompagnamento della conversazione telefonica, e non viceversa. Debbono, dobbiamo risparmiare tempo e quello di guida è ormai considerato un inutile strazio fatto apposta per telefonare. E non solo in auto. Sulle due ruote succede di tutto, a chi guida e all'eventuale passeggero. Arrivano fino a tre telefoni, uno ad un' orecchio di quello al manubrio e due quelli alle orecchie del trasportato.
E parlo anche della bicicletta. C'è chi gira in bicicletta "contro l'inquinamento" e si produce in vertiginose e pericolose veroniche perché guida con una mano essendo l'altra impegnata dal telefonino. Mi fermo qui, perché ognuno sa di che cosa io stia parlando. Si paga un dazio altissimo al cambiamento del costume, sul piano della logica, della logistica, della disumanità del tutto, alla fine della nostra stessa stupidità.
E poi la colpa è di Belen che sfascia le famiglie, meglio se tutte a bordo di una station wagon con ogni membro (componente) famigliare dotato di telefonino, dal guidatore a scalare...in un Paese diventato una cabina telefonica semovente.
P.S. Naturalmente la colpa è di Berlusconi, ma anche dei Berluschini...
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fonte: Indietro Savoia
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