MILANO - L'Interpol ha emesso un mandato d'arresto internazionale per Julian Assange, fondatore di Wikileaks. «Spero che venga catturato presto e che venga interrogato», ha commentato il ministro italiano degli Esteri, Franco Frattini.
ACCUSE - L'attivista australiano è ricercato dalla Svezia in un'inchiesta per stupro. Assange ha sempre respinto le accuse, lasciando intendere che le denunce sono una campagna di fango degli Stati Uniti contro Wikileaks. Intanto, il fondatore del sito web promette rivelazioni scottanti su una grande banca americana e attacca il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, sulla presunta attività spionistica contro funzionari stranieri all'Onu: «Se sarà dimostrata la sua orchestrazione si dovrebbe dimettere».
LA MADRE: NON CATTURATELO - E ora a difendere il 39enne australiano è scesa in campo anche la madre. Christine Assange, che gestisce un teatro di marionette nello Stato australiano di Queensland, ha detto di essere in ansia per il mandato di cattura internazionale emesso dall'Interpol nei confronti del figlio e di non volere che «venga catturato e messo in carcere». «È mio figlio e gli voglio bene - ha detto la donna - e naturalmente non voglio che gli si dia la caccia e finisca in carcere. Reagisco come farebbe qualunque mamma. Sono preoccupata», ha detto alla radio australiana. «Un sacco di cose che sono state scritte su di me e su Julian non sono vere».
MANDATO DI CATTURA - L'Interpol ha reso noto di aver emesso un «avviso rosso» (red notice, mandato di cattura internazionale) per Assange, su richiesta della Svezia. La notizia è stata anche confermata alla France Presse da un portavoce dell'organizzazione internazionale di polizia. La «richiesta di arresto ai fini dell'estradizione» era stata ricevuta il 20 novembre, inviata dalla Svezia. Gli «avvisi rossi» vanno ai 188 Paesi che aderiscono all'Interpol, tra cui la Gran Bretagna, dove si ritiene risieda il 39enne australiano. Il 18 novembre, la giustizia svedese aveva emesso un mandato di cattura per Assange, che voleva interrogare, «sulla base di ragionevoli sospetti di stupro, aggressione sessuale e coercizione». I fatti contestati risalirebbero allo scorso agosto. Assange aveva fatto ricorso, ma il mandato era stato confermato da una corte d'appello. L'indagine nasce da due incontri avuti da Assange con altrettante donne durante la sua visita in agosto in Svezia, dove l'ex avvocato aveva intenzione di far richiesta di residenza, con l'obiettivo di avere la tutela delle leggi svedesi sulla libertà di stampa per il suo sito Wikileaks. Secondo informazioni emerse in Svezia, le donne avrebbero raccontato che gli incontri sessuali, iniziati come consensuali, si erano trasformati in violenza.
ECUADOR - Nel frattempo, l'Ecuador ha ritirato l'offerta di ospitalità ad Assange. Il presidente Rafael Correa ha affermato infatti che il fondatore di Wikileaks «ha commesso un errore nell'infrangere la legge degli Stati Uniti e nel divulgare questo tipo di informazioni». Correa, alleato di Bolivia e Venezuela nel blocco sudamericano di sinistra, ha comunque accusato gli Stati Uniti di aver «distrutto la fiducia degli alleati con tutto lo spionaggio» che trapela dai documenti di Wikileaks e ha ordinato all'intelligence di verificare le implicazioni dei cablogrammi diplomatici Usa per il suo Paese.
Fonte: Corriere.it
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