ROMA - Terza puntata 1 e terzo record per Vieni via con me, la trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano su Raitre: 9,7 milioni di persone hanno visto il programma, con uno share medio del 31,6%. Si tratta di un nuovo primato per la terza rete da quando esistono le rilevazioni auditel. In particolare, la trasmissione ha superato gli 11 milioni di telespettatori durante il primo intervento di Saviano sulla situazione dei rifiuti in Campania e ha toccato i 10 milioni 500mila con l'intervento del ministro dell'Interno Roberto Maroni.
Una performance d'ascolto straordinaria, che premia il programma anche in virtù dell'attesa suscitata dall'annunciato passaggio in trasmissione di Maroni. Il ministro dell'Interno avrebbe dovuto leggere un elenco, ma non è andata proprio così: Maroni non si è limitato a leggere i nomi dei superlatitanti catturati e le cifre sui beni sequestrati alla criminalità organizzata, già ampiamente reclamizzati dal ministro in altre trasmissioni successive alla polemica con Saviano 2, ma si è prodotto anche in un minicomizio a difesa degli amministratori locali della Lega. E ha chiuso indicando anche storicamente nel federalismo un'arma contro le mafie.
Se non fosse stato per una battuta di Fabio Fazio ad allentare la tensione, l'intervento di Maroni sarebbe
risultato davvero un corpo estraneo all'interno nel nuovo affondo di Vieni via con me nell'Italia che il più delle volte non a voce eppure è paese reale. L'Italia delle donne che non si riconoscono nell'immagine che di loro dà la tv delle veline e che ancora si battono per una concreta parità di diritti. Così, il vicepresidente del Senato Emma Bonino legge l'elenco delle cose che passano sul corpo delle donne, Susanna Camusso, segretario generale Cgil, alcuni pensieri delle donne che lavorano, mentre Laura Morante legge l'elenco delle cose che le donne non vogliono mai più sopportare, scritto da una spettatrice del programma, Arabella Soroldoni.
Poi c'è l'Italia degli immigrati alla ricerca non solo di lavoro ma anche di diritti, di rispetto e degli affetti abbandonati in patrie difficili. L'Italia che si ostina a chiedere risposte alle stragi impunite, con l'elenco obbligato delle vittime di piazza della Loggia a Brescia, per cui la scorsa settimana sono stati assolti tutti gli imputati. L'Italia dei diversamente abili, pieni di vita inespressa anche a causa dei pregiudizi dei cosiddetti "normali". Il pubblico chiede quasi il bis a Corrado Guzzanti, autore di un elenco di battute che ''non aiuteranno questo programma, ma aiuteranno ciascuno di noi''.
Nei suoi monologhi, Roberto Saviano affronta la Napoli dell'immondizia, recuperando un raro Eduardo De Filippo per spiegare come sui problemi della città si è sempre minimizzato, per denunciare le scorie tossiche che dal Nord vengono spedite al Sud, concludendo con l'elenco delle false promesse del premier sulla risoluzione dell'emergenza. In chiusura di trasmissione, lo scrittore unisce ribellione alla 'ndrangheta e rinascita dei disabili raccontando l'esperienza di Don Giacomo, che ebbe il coraggio di portare la sua comunità in un "palazzotto" confiscati ai boss a Lamezia Terme. E nello scambio di "resto" e "me ne vado" nell'ormai consueto finale di trasmissione, al "vado via perché questo Paese ha perso una città: L'Aquila" pronunciato da Roberto Saviano, Fabio Fazio replica con un applauditissimo "resto ad aspettare il giorno in cui potrò fare una passeggiata nel centro storico dell'Aquila".
Su Facebook, nella notte centinaia gli aquilani di aquilani hanno scritto "Io resto" 3 sulla propria bacheca personale, in riferimento alle citate battute finali di Vieni via con me. Il giorno dopo, il primo a commentare è il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che si sofferma sul monologo di Saviano sui rifiuti. "Ha detto cose vere, però non spiega tutto della situazione in Campania - dice Bersani -. Benché sia acclarato che dal Nord vengano, anche per vie strane e diverse, rifiuti tossici verso il Sud, non credo che il Nord sia tutto così". Bersani critica quindi l'operato del governo: "Il nodo è che lì un aspetto è quello che dice Saviano, e va visto dall'ottica del ministero degli interni. Poi c'è quello dell'allestimento di un ciclo razionale di gestione dei rifiuti. In una situazione di emergenza non puoi allestire il ciclo. L'unica strada era invitare il paese a un gesto di solidarietà, che è stato bruciato dal meccanismo del miracolo, 'vado lì e risolvo tutto'. Ora nessuno vuole i rifiuti di Napoli, a cominciare dalla stessa Campania". Perciò Bersani invita il "governo ad aprire un tavolo" con tutte le parti coinvolte. "Io - assicura - sono pronto ad andare a Palazzo Chigi, questa volta invitato, per vedere assieme cosa facciamo seriamente per uscire da questa situazione, dò la mia piena disponibilità".
Fonte: Repubblica.it
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