MILANO - «Fermatevi». Lo chiedono al governo gli studenti d'Italia e promettono che non smetteranno di farlo. E che oggi, nel giorno della mobilitazione nazionale, il loro messaggio sarà forte e chiaro e arriverà con iniziative che «paralizzeranno il Paese». E' iniziata all'insegna di queste parole e di questi propositi la manifestazione di studenti, ricercatori e dottorandi che hanno organizzato cortei e raduni in tutte le principali città italiane per protestare contro la riforma universitaria voluta dal governo. Un giorno di caos totale - è questo l'obiettivo - per far sentire la loro voce e chiedere ancora una volta al Parlamento di bloccare l'approvazione del ddl Gelmini che proprio oggi va in aula.
CENTRI URBANI BLOCCATI - La promessa di paralizzare le città verrà quasi sicuramente mantenuta. Già dalle prime ore del mattino si sono registrati disagi nei principali centri urbani, dovuti agli spostamenti dei gruppi di manifestanti verso le aree di raduno. A Roma è stata transennata piazza Montecitorio per evitare il bis di quanto successo al Senato la scorsa settimana; a Milano si registrano blocchi e lanci di uova e l'occupazione temporanea delle stazioni ferroviarie Cadorna e Garibaldi. A Palermo il coordinamento «Studenti Medi» e gli universitari di Lettere e Filosofia e Scienze ha «occupato» simbolicamente la Cattedrale. A Napoli il corteo è stato preceduto da uno striscione dedicato a Mario Monicelli, morto suicida lunedì sera: «Caro Mario, la faremo 'sta rivoluzione», è stato scritto dai manifestanti. I quali, durante il corteo, hanno gettato sacchetti di immondizia davanti all'ingresso della Provincia e a quello della Regione. A Venezia gli studenti hanno assediato la stazione ferroviaria con forti ripercussioni sul traffico ferroviario.
«VOGLIONO UCCIDERE L'UNIVERSITA'» - «In queste settimane -si legge in una nota dell'Udu, l'Unione degli universitari- centinaia d'iniziative di contestazione contro la Riforma dell'università si sono moltiplicate in giro per il paese, occupazioni delle facoltà, dei tetti, blocchi del traffico, cortei, occupazione dei principali monumenti del nostro paese. Iniziative che avevano una sola richiesta: bloccare il ddl e salvare l'università pubblica dalla sua morte». «Con questo disegno di legge -aggiunge l'Udu- il Governo vuole l'eutanasia del sistema universitario. Sistema, che noi per primi da anni diciamo che non va, ma questa riforma non è la medicina, ma il suo veleno mortale. Questa è una riforma che taglia il fondo per le borse di studio, introduce un'idea di merito finta, diminuisce drasticamente la rappresentanza studentesca elimina la figura del ricercatore e soprattutto taglia il finanziamento al fondo di finanziamento ordinario. Tagli che decreteranno la chiusura di molti atenei. Noi non difendiamo i baroni, ma li vogliono cacciare. Loro stanno con lei, non con noi».
Fonte: Corriere.it
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