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Statali, grazie al doppio lavoro c'è chi arriva oltre i 100.000 euro


ROMA - Siedono nei Cda delle aziende, qualcuno collabora persino con società calcististiche: i dipendenti della Pubblica Amministrazione che nel 2009 hanno svolto secondo e proficui lavori non autorizzati dal proprio datore di lavoro hanno messo insieme quasi dieci milioni di euro. Una cifra che le indagini della Guardia di Finanza hanno permesso alle amministrazioni di appartenenza di recuperare, rimpinguando così i fondi di produttività in favore del personale.

Alcuni di questi dipendenti, scovati dalla Guardia di Finanza (che ha concluso nel 2009 779 indagini di questo tipo, arrivando nella metà dei casi alla scoperta di lavori non autorizzati) percepivano compensi superiori ai cento mila euro, al livello, dunque, dello stipendio di un dirigente. A scovarli il Nucleo dei finanzieri che lavora presso l'ispettorato del ministero della Pubblica Amministrazione, la cui attività è stata fortemente potenziata negli ultimi due anni dal ministro Renato Brunetta. Scoperta anche la consulenza di un dipendente con una delle più blasonate squadre di calcio di serie A.

Secondo la Relazione sullo stato della pubblica amministrazione consegnata in questi giorni al Parlamento, nel 2009 sono state 779 le indagini svolte. Risultato: per circa la metà degli accertamenti il secondo lavoro non era autorizzato; l'importo delle multe versato alle Agenzie delle Entrate dai committenti, cioè i datori del secondo lavoro, è stato complessivamente di oltre 11.206.671,32. Mentre le somme indebitamente
percepite dai dipendenti sono state pari a 9.312.229,32.

Continua, dunque, ad essere elevato il numero delle violazioni. Il dipendente pubblico non può svolgere un altro lavoro subordinato o autonomo se non autorizzato. Il via libera dall'ufficio dove è impiegato è condizionato a due precise circostanze: che non si incorra nelle incompatibilità previste dalla legge (come per l'attività libero professionale), e non ci sia conflitto d'interessi. Nei casi di violazione più grave è previsto anche il licenziamento. Escluse, naturalmente, le attività svolte gratuitamente presso associazioni di volontariato.

Si va dal lavoratore con bassa qualifica che, ad esempio, per arrotondare lo stipendio nel weekend fa il cameriere, al consulente o all'amministratore ben pagato. Tra le qualifiche medio-basse ci sono impiegati di amministrazioni locali che lavorano negli uffici tecnici dove si rilasciano le licenze edilizie e che hanno collaborazioni con le società interessate. Grave, in questo caso, la violazione che presenta anche ricadute penali.

A far scattare gli accertamenti dell'ispettorato la sollecitazione proveniente soprattutto dalle amministrazioni che sospettano di un dipendente anche in considerazione delle sue assenze, ma pure le indagini tributarie condotte sempre dalle Fiamme Gialle in studi professionali o esercizi commerciali, o in alcuni casi, le segnalazioni di cittadini. Talvolta con documentazione allegata con tanto di fotografie.

Tra i nuovi compiti assegnati da Brunetta quest'anno alla Guardia di Finanza, un controllo sulle consulenze attribuite dalle amministrazioni a cui spetta l'obbligo di comunicarle a palazzo Vidoni e pubblicarle sui rispettivi siti in nome del principio della trasparenza. Pena la nullità dei contratti stipulati. Non solo: l'ispettorato, avvalendosi della collaborazione delle Fiamme Gialle, comunicherà alla Corte dei Conti l'ipotesi di danno erariale.

Fonte: Repubblica.it

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