MILANO - Il pm dei Minori Annamaria Fiorillo, che si occupò della vicenda la notte del 27 maggio quando Ruby fu portata in questura 1, non ci sta. E dichiara che si rivolgerà al Csm perché "le parole del ministro Maroni 2 che sembrano in accordo con quelle del procuratore Bruti Liberati non corrispondono a quella che è la mia diretta e personale conoscenza del caso".
Secondo la ricostruzione fatta da Maroni al Senato nella gestione della vicenda "non si evidenzia alcuna modalità che possa richiamare frettolosità o superficialità, avendo gli uffici della questura di Milano rispettato tutte le procedure previste dalla legge, dai regolamenti e dalla costante prassi". Ripercorrendo le tappe del "caso Ruby" - dalla chiamata di una volante da parte della donna che aveva subito un furto al trasferimento in questura della minorenne per l'identificazione - il ministro ha toccato anche l'area di competenza del pm.
"Stanti anche le indicazioni fornite in merito dal pubblico ministero di turno presso il tribunale per i minorenni - ha detto Maroni -, venivano svolti tutti gli accertamenti" per dare un nome alla marocchina Karima el Mahroug, "da rintracciare" perché allontanatasi da una comunità di Messina. Karima "veniva fotosegnalata e, successivamente, compiutamente identificata, anche sulla base delle notizie acquisite dalla questura di Messina e dai genitori della stessa presenti a Letojanni, in Provincia di Messina".
Ma il pm Annamaria Fiorillo non è d'accordo e non vuole liquidare la questione come invece vorrebbe il ministro. Nella stessa ricostruzione dei fatti al Senato Maroni ha infatti citato il procuratore capo della procura di Milano, dottor Brutti Liberati, in relazione al comportamento della questura di Milano e dei funzionari. "Liberati ha dichiarato, cito testualmente, che: 'la fase conclusiva della procedura di identificazione, fotosegnalazione e affidamento della minore è stata operata in modo corretto. In futuro non ci saranno altri accertamenti. Per quanto riguarda questa fase dell'indagine abbiamo praticamente chiuso'", ha detto Maroni.
Fonte: repubblica.it
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Secondo la ricostruzione fatta da Maroni al Senato nella gestione della vicenda "non si evidenzia alcuna modalità che possa richiamare frettolosità o superficialità, avendo gli uffici della questura di Milano rispettato tutte le procedure previste dalla legge, dai regolamenti e dalla costante prassi". Ripercorrendo le tappe del "caso Ruby" - dalla chiamata di una volante da parte della donna che aveva subito un furto al trasferimento in questura della minorenne per l'identificazione - il ministro ha toccato anche l'area di competenza del pm.
"Stanti anche le indicazioni fornite in merito dal pubblico ministero di turno presso il tribunale per i minorenni - ha detto Maroni -, venivano svolti tutti gli accertamenti" per dare un nome alla marocchina Karima el Mahroug, "da rintracciare" perché allontanatasi da una comunità di Messina. Karima "veniva fotosegnalata e, successivamente, compiutamente identificata, anche sulla base delle notizie acquisite dalla questura di Messina e dai genitori della stessa presenti a Letojanni, in Provincia di Messina".
Ma il pm Annamaria Fiorillo non è d'accordo e non vuole liquidare la questione come invece vorrebbe il ministro. Nella stessa ricostruzione dei fatti al Senato Maroni ha infatti citato il procuratore capo della procura di Milano, dottor Brutti Liberati, in relazione al comportamento della questura di Milano e dei funzionari. "Liberati ha dichiarato, cito testualmente, che: 'la fase conclusiva della procedura di identificazione, fotosegnalazione e affidamento della minore è stata operata in modo corretto. In futuro non ci saranno altri accertamenti. Per quanto riguarda questa fase dell'indagine abbiamo praticamente chiuso'", ha detto Maroni.
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Fa bene,auguri e buona fortuna,ben venga la verità.
poco da commentare: dal Giudice Fiorillo viene l'ennesima conferma della MALATTIA di Berlusconi (pedofilia, priapismo, delirio di onnipotenza) e della crescente DIFFICOLTA' di chi gli sta intorno a coprire la triste verità. Appare sempre più evidente che esiste una cricca di governo che vuol continuare a fare affari (= rubare) indisturbata all'ombra di un premier fantoccio, malato e ricattabile.