Fonti molto ben informate ci raccontano che ieri dai telefonini di Ghedini e di Alfano sia partito l'ordine di rallentare l'esame parlamentare dello Scudo Alfano detto Lodo. Perché Ghedini e Alfano vogliano improvvisamente frenare la corsa dell'urgentissimo scudo che Silvio B. - dopo aver detto l'altro ieri ai giornali tedeschi che era stato proposto a sua insaputa - ha definito ieri necessario per combattere certi pm? Il messaggio via telefono diceva: «Esigenze difensive». Interpretazione autentica, fornita da un alto esponente del centrodestra che ha ricevuto il messaggio: «Non deve passare il messaggio che il Lodo serva a B. per difendersi dell'ultimo incubo che gli toglie il sonno». L'ultimo incubo è minore d'età, un po' come Noemi prima del compleanno. La procura di Milano - lo racconta Claudia Fusani - ha aperto un fascicolo che contiene le dichiarazioni di una ragazzina di origine marocchina all'epoca dei fatti minorenne: narra delle sue frequentazioni, parla del giro di Lele Mora e d'altro. Nel fascicolo non c'è solo la deposizione. Qualcuno dice di intercettazioni che avrebbero fatto scattare le indagini d'ufficio. Naturalmente tutti pensiamo che si tratti di un gigantesco equivoco. Sarà fugato al più presto. Tuttavia c'è chi ha ricordato in queste ore le parole di Veronica Lario: "Figure di vergini che si offrono al drago". Vedete perché sia così importante che la condotta privata di un uomo pubblico sia assolutamente al di sopra di ogni sospetto. Deve esserlo, per esempio, anche per consentirgli di respingere con sdegno l'ipotesi che si stia facendo una legge per garantirsi anche questo tipo di impunità, e per conservargli il sonno.
Nello stesso giorno apprendiamo che la Procura chiede l'archiviazione sul caso Fini-casa di Montecarlo: non c'è stata truffa, dicono i pm. I segugi del Giornale e di Libero potrebbero dunque spostarsi ora se credono a Milano a indagare sull'incubo, ad Antigua a verificare qualche altro atto di compravendita o meglio ancora alla Farnesina, dove indagare sul come e perchè siano stati condonati al governo di quel paradiso fiscale 160 milioni di debito. Un'altra bella inchiesta che vorremmo leggere sui giornali del signor B. (il quale per inciso nemmeno oggi si è presentato al processo sui diritti tv) è quella sull'accusa a Paolo Berlusconi di aver passato al Giornale i nastri delle intercettazioni Fassini-Consorte coperte da segreto istruttorio. Un caso rivelato dall'Unità nel dicembre scorso, circostanza che contribuisce a spiegare il nervosismo nei nostri confronti. Infine, la "stampa libera" che ieri si è riunita a Roma per dirsi perseguitata, Minzolini fra loro, potrebbe occuparsi delle ragioni per cui il decreto anticorruzione promesso dal premier 251 giorni fa giaccia in un cassetto. L'Italia è al 67° posto per reati contro la pubblica amministrazione, sorpassata dal Ruanda. Non sarebbe difficile, crediamo, dichiarare ineleggibile i corruttori. Cosa lo impedisce, qualcuno ne ha idea?
Massima solidarietà a Capezzone, colpito dal pugno di qualcuno poi fuggito. Gesto orrendo e inammissibile. Ci auguriamo che questi individui, il suo aggressore come quello di Belpietro, siano al più presto individuati e puniti. Sarà un bene per tutti.
Fonte: Unita.it
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