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Como . Scritte sui muri e proteste, ma Dell'Utri riesce a parlare


COMO - Alla fine quello che rischia di rimanere sono gli applausi tributati a Marcello Dell'Utri, senatore del Pdl, condannato in secondo grado a 7 anni per mafia e «scopritore» dei diari inediti di Mussolini. Al secondo tentativo Dell'Utri è riuscito a tenere la sua conferenza, dopo che il 30 agosto i contestatori in piazza del Duomo a Como l'avevano zittito. Contestazione c'è stata anche lunedì, ma i gruppi di opposte fazioni (ai giovani di sinistra si sono aggiunti quelli di Forza Nuova) sono stati tenuti a debita distanza da uno schieramento di poliziotti e carabinieri in numero schiacciante rispetto ai loro opponenti. Il senatore del Pdl ha potuto prendere la parola grazie all'ospitalità concessa da Alessandro Sallusti direttore del «Giornale» e dell'«Ordine» e proprio nella redazione del quotidiano comasco, protetta a sua volta da un muro di bodyguard privati, ha intrattenuto un centinaio di persone che hanno applaudito l'ingresso in sala del relatore. Onori a Dell'Utri, dunque, nella stessa città in cui il Comune un anno fa negò il patrocinio a una conferenza dell'ex giudice di Mani pulite Gherardo Colombo. «Dopo tante palate di m... questi applausi mi consolano» ha ringraziato Dell'Utri con franchezza. «Non abbiamo fatto nulla di eroico ma garantito solo il diritto a parlare - dirà più tardi Sallusti - piuttosto è inconcepibile che per questo evento sia stato necessario impegnare decine di rappresentanti delle forze dell'ordine». Il direttore in questo si è trovato sulla stessa lunghezza d'onda della piazza: «Lo Stato paga i poliziotti per proteggere Dell'Utri: vergogna!» è stato scandito più volte fuori della sala di via Rovelli.

Stavolta il dispositivo di sicurezza non è stato colto di sorpresa: le vie adiacenti alla sede del quotidiano comasco sono state chiuse, il passaggio dei pedoni attentamente filtrato. Ciò non ha impedito però che nella notte sui muri delle vicinanze siano comparse scritte con la vernice spray: «Dell'Utri mafioso, Como non ti vuole», «Aspettiamo i tuoi diari da San Vittore» e «Sallusti fascista». Unico fatto inaspettato: la comparsa delle bandiere di Forza nuova e di uno striscione con la scritta «Nostalgici di un'Italia senza mafia». Dell'Utri dal canto suo non ha fatto finta di nulla: dopo aver parlato per circa un'ora dei diari di Mussolini («La loro autenticità non mi interessa più di tanto» ha detto con una certa disinvoltura), ha affrontato sinteticamente la questione mafia: «Se la Cassazione confermerà la condanna non mi sottrarrò al carcere, ma fino a quel momento nessuno può darmi del mafioso. Anzi, a chi lo ha fatto in passato ho dato dello str...». All'uscita del senatore della sala sono partiti gli slogan dei contestatori: «Bacia le mani, Marcello!» è stata la frase più gettonata.

Fonte: Corriere.it

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