ROMA - Salta la nomina del nuovo ministro dello Sviluppo economico. Non è all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di stamattina, l'ultimo prima delle pausa estiva, e dunque tutto è rinviato a settembre. Fra le dure proteste dell'opposizione, "è una vergogna che si vada avanti con l'interim di Berlusconi" tuona Bersani, e i malumori dello stesso presidente della Repubblica che aveva sollecitato il governo a far presto. Ma novanta giorni non stati sufficienti a sbloccare la casella, uno snodo delicatissimo considerando la crisi economica e le vertenze aperte nel mondo del lavoro. Il rinvio sembra destinato ad affossare definitivamente l'ipotesi Paolo Romani, l'attuale viceministro sul quale però si sono appuntati i dubbi del Quirinale per i suoi rapporti con il settore dell'editoria, che dipende proprio dal ministero dello Sviluppo economico. Un conflitto di interessi che non sarebbe stato risolto nella pausa di riflessione che Berlusconi si è preso dopo l'alt del Colle, anche se Romani assicura di aver venduto tutte le sue partecipazioni editoriali e che anche gli accertamenti dell'Antitrust sarebbero risultati in regola. Fatto sta che il pre-Consiglio dei ministri di ieri sera non ha messo la questione all'ordine del giorno, e che di conseguenza non è stata affrontata nella riunione dell'esecutivo di oggi.
Per il capogruppo dell'Idv Belisario è una vicenda che dimostra come "all'arroganza di Berlusconi non vi sia limite". Il vicepresidente dei senatori del Pd, Zanda, stronca il nome di Romani, "è storicamente l'uomo delle televisioni di Berlusconi", e il senatore democratico Ceccanti si prepara ad andare avanti nelle sue interrogazioni al governo sulla mancata nomina del ministro, "ne ho presentata una al giorno in questi novanta giorni: continuerò". Dalla maggioranza si leva invece la voce del sottosegretario Daniela Santanché, stupita da tante proteste: "Berlusconi all'interim sta facendo molto bene".
Un braccio di ferro col Colle cominciato una decina di giorni fa. Il presidente Napolitano, prima parlando in occasione della nomina del presidente della Cassazione e poi durante la cerimonia di consegna del Ventaglio, aveva sollecitato il premier a liberarsi presto dell'interim allo Sviluppo economico, "una nomina doverosa quella del nuovo ministro, così come del resto quella del presidente della Consob, pure vacante". Berlusconi, dopo un valzer di nomi bruciati l'uno dopo l'altro (dalla Marcegaglia a Montezemolo), assicurò che sarebbe stata la volta buona, puntando su Romani. Gianni Letta informa della scelta il Colle, ma sorgono i primi dubbi. Il viceministro è sempre stato uomo legato a Mediaset, ha interessi nel mondo della comunicazione, risulta ancora editore nel sito di Palazzo Chigi. E a complicare le cose anche il suo ruolo di assessore all'urbanistica nel comune di Monza, dove è in corso una maxi-lottizzazione su un terreno ceduto da Paolo Berlusconi.
Fonte: repubblica.it
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