ROMA - Un'apertura condizionata a un governo di transizione. In vista di un ritorno alle urne in cui, pur di battere Berlusconi, sarebbe accettabile anche un'alleanza con il "diavolo". Antonio di Pietro dice la sua sul momento delicato del governo e sugli scenari futuri. Il leader dell'Idv, pur ribadendo la preferenza per un rapido ritorno alle urne, apre per la prima volta anche all'ipotesi di un "governo tecnico di emergenza". A patto però che abbia un "mandato chiaro": cambiare la legge elettorale per andare a votare . Infine una battuta sulla vicenda della casa a Montecarlo che coinvolge il presidente della Camera: "Se non dà spiegazioni chiare Fini è finito".
All'appello di Antonio Di Pietro risponde subito Pierluigi Bersani che chiama a raccolta, in caso di elezioni anticipate, tutte "le forze del centrosinista e dell'opposizione" per "una strategia comune". La crisi ha per il segretario del Pd un preciso responsabile: Silvio Berlusconi. Ecco perchè "pretendiamo", dice Bersani, "che il premier venga in Parlamento per dire cosa intende fare in questo marasma che lui stesso ha provocato".
E Pieferdinando Casini cerca una strada autonoma. Il leader dell'Udc si presenta sulla spiaggia di Alimini, in Puglia, con una maglietta dove c'è scritto: "Vota Casini". Poi fa il giro degli ombrelloni stringendo la mano ai suoi fans. La proposta di Bersani incassa invece l'ok dei Verdi. "L'appello di Bersani per un fronte comune delle opposizioni", dice il presidente Angelo Bonelli, "in caso di elezioni è ampiamente condivisibile. Noi Verdi siamo pronti a fare la nostra parte per difendere le istituzioni democratiche".
Alleanza con il diavolo. "E' inutile", afferma Di Pietro, "perdere tempo. E' in atto una gravissima crisi che investe il paese sul piano economico, istituzionale e politico, con lo sfaldamento di una maggioranza i cui componenti ormai giocano allo sfascio, rinfacciandosi vicende scabrose di cui sono protagonisti. Noi dell'italia dei valori ci battiamo affinché si vada al più presto alle urne, anche in autunno, e siamo disposti ad allearci perfino con il diavolo pur di ridare al paese una speranza per il futuro".
Governo tecnico per legge elettorale. "Siamo anche disponibili", prosegue Di Pietro, "semmai ciò fosse possibile, a lavorare affinché il Parlamento dia al paese una nuova legge elettorale e una legge che garantisca realmente il pluralismo e la correttezza dell'informazione. Ma, in questo caso, vogliamo dal Presidente del Repubblica una data certa e un mandato chiaro per evitare che, come al solito, un governo tecnico di emergenza divenga governo di lunga durata, pur non avendo alcun consenso elettorale".
Serve regista coalizione. Il leader dell'Idv traccia anche l'identikit del candidato da contrapporre a Berlusconi se si dovesse andare alle urne. "Berlusconi non mi fa paura, e non mi sento secondo a lui", dice Di Pietro, "Ma in questo momento al Paese serve un candidato premier che sia di sfondamento, che ha parlato a una parte specifica del paese, o serve un candidato che dia serenità, che rappresenti tutti, che ricostruisca dalle macerie? Io mi sento centravanti di sfondamento, ma abbiamo bisogno di un regista".
"Mi metto a disposizione per far parte di una squadra, ad allearmi con tutte le persone possibili per mandare a casa il modello Berlusconi", aggiunge Di Pietro, che però pone dei paletti sull'alleanza: "Se ci mettiamo insieme come quelli dell'Unione, duriamo tre giorni e ritorna Berlusconi. Non bisogna rincorrere chimere". L'ex pm si riferisce all'Udc e ai finiani: "Loro vogliono costruire un'altra coalizione, come è legittimo. Noi invece dobbiamo costruire una coalizione riformista".
Da Fini spiegazioni tardive. Non manca un commento sulla vicenda della casa An a Montecarlo che ha coinvolto in questi giorni il presidente della Camera. "Fini è stato tardivo e insufficiente nel dare spiegazioni. Sul piano penale probabilmente non c'è niente, ma sul piano politico... Lo voglio dire in dipietrese: Fini sta a casa sua, ce l'ha a fianco il cognato e allora chieda al cognato: ma chi è questo da cui hai preso la casa in affitto? Se non fa chiarezza presto e bene, è fini...to pure lui".
Bersani: premier venga in Parlamento. "Pretendiamo, dopo due anni, la sua presenza in Parlamento e pretendiamo di sentirgli dire che cosa intenda fare in questo indecoroso marasma che lui stesso ha provocato e alimentato". Il segretario del Pd chiama in causa direttamente Silvio Berlusconi invitandolo a "presentarsi" in Parlamento per affrontare la crisi del governo. "Se fosse certificata la crisi", continua Bersani, "la parola passerebbe al capo dello Stato e al Parlamento secondo un percorso costituzionale in cui ognuno dice la sua, ma nessuno può dettare il compito agli altri".
Strategia comune. In vista di un eventuale ritorno alle urne per il segretario del Pd è tempo di individuare una piattaforma di forze da aggregare attorno "a una strategia" comune. "Se la rottura del mitico predellino portasse ad una situazione tale da rendere inevitabili le elezioni", spiega Bersani, "e per giunta con questa vergognosa legge elettorale noi ci rivolgeremmo alle forze del centrosinistra e dell'opposizione per una strategia comune di cui siamo già pronti a proporre e a discutere le basi politiche e programmatiche".
L'ok dei Verdi. "L'appello di Bersani per un fronte comune delle opposizioni in caso di elezioni è ampiamente condivisibile. Noi Verdi siamo pronti a fare la nostra parte per difendere le istituzioni democratiche". Lo dichiara il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli. "Per questa ragione", prosegue Bonelli, "le forze politiche d'opposizione dentro e fuori dal Parlamento non possono farsi trovare impreparate rispetto ad una crisi che si ingigantisce ogni giorno di più".
Fonte: Repubblica.it
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