Un milione di euro al giorno. La relazione al conto finanziario della Presidenza non da conto delle spese. Poca trasparenza e sprechi. Trasparenza e guerra agli sprechi. I due slogan del governo non sembrano essere stati fatti propri da Palazzo Chigi che li propugna a gran voce nel dibattito pubblico, anche in tempo di crisi, senza metterli poi in pratica di conseguenza.
Le venti paginette della stringata relazione al conto finanziario della Presidenza per il 2009, come da consolidata abitudine, ne è un esempio. Non dà infatti conto delle spese al minuto di una struttura che nel 2009, solo per “esistere”, vale a dire senza contare il prezzo delle politiche svolte, è costata ai cittadini italiani poco meno di 350 milioni di euro – esclusi i ministri con portafoglio ovviamente. La voce maggiore, naturalmente, riguarda gli stipendi, che, con una pianta organica di circa quattromila persone, si aggira sui duecento milioni di euro. Tra stipendi, oneri previdenziali e spese accessorie di primo ministro, sottosegretari, segreterie dei ministri senza portafogli e consulenti interni o esterni alla Pubblica amministrazione lì comandati, la cifra impegnata nel 2009 è poco sopra i 23 milioni di euro. Cui si devono sommare i maggiori costi fissi del resto del personale amministrativo, che pesa sulle casse statali per una cifra annua vicina ai 180 milioni di euro.
Effetto Brambilla: +5%
Più nel dettaglio gli stipendi del presidente del Consiglio, dei ministri senza portafoglio e dei sottosegretari di Stato alla Presidenza assommano a 1.430.891 euro per il 2009.
Volendo però calcolare quanto costa la testa “politico-amministrativa” di Palazzo Chigi, a questa cifra si devono sommare tutta una serie di voci. Per primo il milione e 961.858,20 euro per gli stipendi degli addetti alle segreterie particolari del presidente e del sottosegretario alla Presidenza, i 3.243.287,28 euro degli oneri previdenziali per il personale di diretta collaborazione, i 2.410.097,79 dei cosiddetti “accessori” per il personale addetto alle segreterie particolari di cui sopra. E, ancora, 1.119.907,85 degli estranei alla Pubblica amministrazione che lavorano con i sottosegretari con delega del presidente, i 4.920.526,53 degli altri consulenti estranei alla Pa che lavorano nelle segreterie dei ministri senza portafoglio e degli altri sottosegretariati di Stato, un altro milione e 208.675,15 impegnato per gli “accessori” della truppa addetta ai sottosegretari alla Presidenza.
Poi ci sono i soldi per le “strutture di missione” dei ministri senza portafoglio: 3.164.437,33 per gli stipendi del personale qui in servizio. Altri 657.698,03 per “esperti e consulenti”.
Nella nota della presidenza si fa rilevare come nel 2009 si sia verificato un aumento del 5% per le spese del personale di diretta collaborazione “derivante essenzialmente”, è scritto, dalla nomina del nuovo ministro al Turismo Michela Vittoria Brambilla. Sempre nel documento ufficiale si annota un “leggero e fisiologico aumento delle spese per ‘beni e servizi’ dovuto sia ai maggiori oneri derivanti dalla stabilizzazione organizzativa di tutte le strutture del governo, sia dalla necessità di partecipazione ad importanti incontri con personalità internazionali”. Andiamo quindi a dare un’occhiata nel dettaglio a questo capitolo di spesa che nella nota appare solo nella sua cifra finale, intorno agli 80 milioni di euro.
Alla voce “Acquisto di beni di consumo e di servizi strumentali al funzionamento degli uffici e alle esigenze istituzionali e di decoro delle autorità politiche presenti presso le sedi della Presidenza” si sono impegnati, nel 2009, 2.309.863,19 euro. Per “Progettazioni, studi, indagini e rilevazioni sul patrimonio immobiliare di Palazzo Chigi” si sono spesi altri 409.594,66 euro. Se ne sono spesi invece 11.994.048,48 per la “manutenzione, conduzione e riparazione degli immobili e degli impianti, adattamento e ripulitura dei locali, manutenzione dei giardini e dei parchi annessi agli immobili”. L’affitto, il riscaldamento e l’aria condizionata dei locali ha avuto una spesa di 12.177.199,77. Le utenze di acqua, luce e gas, tassa sui rifiuti e tv sono costate 4.071.921,05. La pulizia e la derattizzazione dei palazzi 4.989.185,00. Reti informatiche con relativa manutenzione, e call center sono costati 6.444.256,66. La bolletta telefonica ammonta a 2.331.762,99. Restano le “scorte”, 982.845,14 euro l’anno, poco meno delle spese di facchinaggio e trasporto: 1.074.221,57.
Dal nido alle multe
Più in piccolo, tra le spese per “beni e servizi” ci sono anche i 113.273 euro del “micro-nido” aziendale della Presidenza, che non ha avuto proprio un boom di iscrizioni, data l’età media, non proprio giovanissima, del personale di Palazzo Chigi.
Infine c’è un nuovo capitolo che la relazione ufficiale ritiene “destinato ad aumentare nel futuro per la grande mole, già prevista, di pagamenti conseguenti a pronunce giurisdizionali che vedono il coinvolgimento della Presidenza del Consiglio”. La voce si chiama “spese per liti”. Per il 2009 la posta è poco sopra gli 11 milioni di euro, 9,8 dei quali per una condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti del governo italiano. Condanne che, si prevede, continueranno a fioccare sui conti pubblici.
Fonte: IlFattoQuotidiano.it
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