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Intercettazioni. Berlusconi: “Legge sacrosanta”. Il Procuratore Caselli: “Sacrosanta è la protesta”

ROMA – Il ddl intercettazioni «è una legge sacrosanta» e va fatta immediatamente. Parla così il Cavaliere alla vigilia della “giornata del Silenzio” proclamata dalla stampa italiana contro il provvedimento che imbavaglia l’informazione e colpisce duramente le indagini della magistratura. Una legge giusta e che «ricalca un altro disegno di legge che fu approvato con una maggioranza addirittura bulgara nel 2007 quando al governo c'era la sinistra».

Solo che, afferma Silvio Berlusconi durante un’intervista a Studio Aperto, «nessuno, allora parlò di legge bavaglio, di oltraggio alla libertà e alla democrazia».
Ma il premier, nella migliore delle ipotesi, ricorda male i fatti. Forse perché troppo intento a censurarli. «Berlusconi o ha un vuoto di memoria o si esercita nell'inversione della verità» replica, infatti, il segretario della Fnsi Franco Siddi. «Ricordiamo anche a lui – afferma – che il 30 giugno del 2007 i giornalisti italiani fecero uno sciopero generale contro il ddl Mastella». Al di là delle divagazioni, conclude Siddi, il punto vero è che «le norme proposte non corrispondono a nessuna garanzia di tutela, neanche quella che si dichiara di voler raggiungere, per scopi oramai sempre più chiaramente declinati a ‘coprire’ le magagne della casta».

Le frottole del Cavaliere, però, non si fermano qui. Berlusconi afferma ancora che la “riforma delle intercettazioni” (o l’abrogazione, per essere più precisi) «non modifica nulla nelle indagini sulla mafia, non un solo reato è stato sottratto alla lista di quelli per i quali è possibile fare intercettazioni, anzi ne abbiamo aggiunto uno, cioè lo stalking». La replica, questa volta, arriva dal procuratore di Torino, Giancarlo Caselli, il quale sottolinea come «con questa legge le investigazioni saranno più difficili e il rischio è che se oggi prendiamo cento delinquenti, domani riusciremo a prenderne solo settantacinque».

Tra una barzelletta e l’altra, durante la conferenza stampa congiunta con il primo ministro della Repubblica di Malta, Lawrence Gonzi, Berlusconi si congratula con il ministro degli Interni, Roberto Maroni, per l’arresto del boss della Camorra, Cesare Pagano. «Stiamo facendo una grande operazione. Nessun governo mai nella storia della Repubblica ha fatto così tanto come noi» nella lotta contro la criminalità organizzata. Lasciando da parte il fatto che gli arresti non li dispone l’Esecutivo, bensì la magistratura, il procuratore aggiunto di Napoli Alessandro Pennasilico, commenta come «questo risultato straordinario (le manette al boss degli ‘scissionisti’) si deve anche al rapporto di dipendenza funzionale che la Costituzione vuole ci sia tra polizia giudiziaria e autorità giudiziaria, su cui pare si voglia mettere mano. Mi auguro che ciò non accada». Pennasilico che è entrato nel merito del tema delle intercettazioni, definendole «strumento indispensabile e irrinunciabile».

Intanto, quasi tutti i quotidiani riportano oggi in prima pagina un avviso ai lettori per spiegare che domani non saranno in edicola a causa dello sciopero promosso dalla Federazione Nazionale della Stampa contro il decreto sulle intercettazioni. Repubblica illustra le ragioni della scelta in un editoriale intitolato «Il senso del silenzio». Lo stesso fa il Corsera con un pezzo di Fiorenza Sarzanini. Il Fatto, che qualche giorno fa aveva pubblicato la proposta di Marco Travaglio di uscire con edizioni straordinarie listate a lutto, avverte che domani non ci sarà. Altri, come il Foglio e il Riformista, pubblicano invece editoriali nei quali spiegano perchè hanno deciso di uscire in edicola. Evitata a piè pari la notizia sulle prime pagine di Libero e de Il Giornale, che domani usciranno regolarmente. «Foglio domani c'e», titola il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara. Il Riformista, la cui redazione ha votato a maggioranza ieri la non adesione allo sciopero, sottolinea che sarà in edicola per una «Questione di libertà» e lo spiega con un editoriale del direttore, Antonio Polito. Il giornalista, si fa per dire, sottolinea la questione della privacy nonché quella della «garanzia processuale da assicurare agli imputati». Nessun accenno, ma ci mancherebbe, al ruolo fondamentale delle intercettazioni nelle indagini della magistratura e al diritto ad informare e ad essere informati sulle magagne delle varie cricche.

Fonte: dazebao.org

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