Il Comitato di liberazione nazionale può attendere. L'emergenza democratica sul punto di
precipitare il paese nel baratro, l'attentato perpetuo alla Costituzione e l'imminente scardinamento delle colonne d'Ercole della legalità avranno la bontà di attentedere l'8 settembre - non è una bella data, in fondo? - giorno di riapertura delle Camere. Sul Cln hanno vinto le infradito. La Triplice capitanata da Fini ha trasferito ad Ansedonia la cabina di regia. Le truppe di governo hanno avuto il rompete le righe. Come d'incanto, il primo venerdì d'agosto la catastrofe nazionale diventa chiacchiera da sala d'attesa all'aeroporto, hai letto di Casini?, discussione da bagnasciuga, ti dispiace passarmi la crema?
Sembra dunque che avremo diritto ad una pausa dal frenetico e surreale dibattito su chi farà il premier di un governo tecnico che nessuno, al momento, è del resto assolutamente in grado di dire se e quando ci sarà. Tranne rare e lodevoli eccezioni l'unico che sembra aver posticipato le ferie è Berlusconi, che nelle ultime 48 ore ha concepito nei ritagli di tempo le "cellule tipo" e nelle prossime 48 si prepara a collaudarle. Sono, le cellule tipo, 180 mila volontari - «sul modello Obama», ha detto il premier, lo racconta Federica Fantozzi - che vi verranno a citofonare ovunque voi siate anche a Ferragosto per spronarvi al voto, reclutarvi. Fatti i conti Berlusconi ha infatti calcolato che i tempi sono stretti e che se si deve andare alle urne conviene prepararsi adesso, ha messo Romani a studiare la nuova legge sulla par condicio (vedrete: il calcolo degli spazi tv sarà emergenza d'autunno, per il governo) e ha cominciato a solleticare la vanità dei suoi giornalisti preferiti, i Feltri & Belpietro boys, che si mettano in posizione per sparare dai tetti fin d'ora, insomma non si muovano da lì. Il metodo Pecorelli aggiornato al modello Boffo del resto lo conoscete, basterà mettergli l'audio e urlarlo dagli schermi. (Per inciso: il trattamento riservato a Chiara Moroni da quelli che hanno detto che suo padre si vergognerebbe di lei è stato il punto più basso toccato finora. Certo: finora). Fatti altri conti il medesimo B. ha considerato quanto a rischio sia - con questa legge elettorale - la sua possibilità di vittoria al Senato. Ve lo immaginate lo stallo che deriverebbe da un esito elettorale dove quel che resta del Pdl vince in una Camera e perde nell'altra? Dunque il casting dei volti da mettere in lista dovrà essere molto sexy nel senso di - cosa avete pensato? e come mai? - adatto alle aspettative degli elettori. Alfano, Gelmini e Meloni - i "giovani" di governo - al comando e pazienza per gli altri. Tutti nuovi anche nelle liste, molte donne e il resto agli ex missini. Per gli azzurri che non rientrano nelle categorie, di nuovo, pazienza. Tutto questo in caso di voto, certo. Ulteriori ipotesi su governi tecnici a settembre.
Nell'attesa mi associo a Goffredo Bettini, che nella serie di interviste che dedichiamo ai leader di opposizione dice oggi: «Sono allarmato dal nostro vero problema, che ci portiamo dietro da anni e che è alla base di tante sconfitte: la perdita di un nostro rapporto con i cittadini; l'affievolirsi di una nostra capacità di rappresentanza democratica; il distacco tra istituzioni e popolo. In questo quadro soluzioni e manovre di vertice sono ad altissimo rischio».
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precipitare il paese nel baratro, l'attentato perpetuo alla Costituzione e l'imminente scardinamento delle colonne d'Ercole della legalità avranno la bontà di attentedere l'8 settembre - non è una bella data, in fondo? - giorno di riapertura delle Camere. Sul Cln hanno vinto le infradito. La Triplice capitanata da Fini ha trasferito ad Ansedonia la cabina di regia. Le truppe di governo hanno avuto il rompete le righe. Come d'incanto, il primo venerdì d'agosto la catastrofe nazionale diventa chiacchiera da sala d'attesa all'aeroporto, hai letto di Casini?, discussione da bagnasciuga, ti dispiace passarmi la crema?
Sembra dunque che avremo diritto ad una pausa dal frenetico e surreale dibattito su chi farà il premier di un governo tecnico che nessuno, al momento, è del resto assolutamente in grado di dire se e quando ci sarà. Tranne rare e lodevoli eccezioni l'unico che sembra aver posticipato le ferie è Berlusconi, che nelle ultime 48 ore ha concepito nei ritagli di tempo le "cellule tipo" e nelle prossime 48 si prepara a collaudarle. Sono, le cellule tipo, 180 mila volontari - «sul modello Obama», ha detto il premier, lo racconta Federica Fantozzi - che vi verranno a citofonare ovunque voi siate anche a Ferragosto per spronarvi al voto, reclutarvi. Fatti i conti Berlusconi ha infatti calcolato che i tempi sono stretti e che se si deve andare alle urne conviene prepararsi adesso, ha messo Romani a studiare la nuova legge sulla par condicio (vedrete: il calcolo degli spazi tv sarà emergenza d'autunno, per il governo) e ha cominciato a solleticare la vanità dei suoi giornalisti preferiti, i Feltri & Belpietro boys, che si mettano in posizione per sparare dai tetti fin d'ora, insomma non si muovano da lì. Il metodo Pecorelli aggiornato al modello Boffo del resto lo conoscete, basterà mettergli l'audio e urlarlo dagli schermi. (Per inciso: il trattamento riservato a Chiara Moroni da quelli che hanno detto che suo padre si vergognerebbe di lei è stato il punto più basso toccato finora. Certo: finora). Fatti altri conti il medesimo B. ha considerato quanto a rischio sia - con questa legge elettorale - la sua possibilità di vittoria al Senato. Ve lo immaginate lo stallo che deriverebbe da un esito elettorale dove quel che resta del Pdl vince in una Camera e perde nell'altra? Dunque il casting dei volti da mettere in lista dovrà essere molto sexy nel senso di - cosa avete pensato? e come mai? - adatto alle aspettative degli elettori. Alfano, Gelmini e Meloni - i "giovani" di governo - al comando e pazienza per gli altri. Tutti nuovi anche nelle liste, molte donne e il resto agli ex missini. Per gli azzurri che non rientrano nelle categorie, di nuovo, pazienza. Tutto questo in caso di voto, certo. Ulteriori ipotesi su governi tecnici a settembre.
Nell'attesa mi associo a Goffredo Bettini, che nella serie di interviste che dedichiamo ai leader di opposizione dice oggi: «Sono allarmato dal nostro vero problema, che ci portiamo dietro da anni e che è alla base di tante sconfitte: la perdita di un nostro rapporto con i cittadini; l'affievolirsi di una nostra capacità di rappresentanza democratica; il distacco tra istituzioni e popolo. In questo quadro soluzioni e manovre di vertice sono ad altissimo rischio».
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