ROMA - Si riparte alle 15 in Senato. Forse con un voto di fiducia. Riprende e potrebbe esaurirsi velocemente la discussione sul disegno di legge sulle intercettazioni. Con la maggioranza che vuole stringere i tempi e sembra orientata a puntare su una soluzione tutt'altro che scevra di conseguenze politiche. Una decisione che, da una parte, accelererebbe i tempi di approvazione anche da parte della Camera, dove la fiducia verrebbe riproposta. Ma che potrebbe inasprire ulteriormente i rapporti con l'opposizione e, contemporaneamente, irritare il Colle.
A spingere in questa direzione e' l'esito della riunione dell'Ufficio di presidenza del Pdl 1 che si e' svolto ieri nella residenza del premier a Palazzo Grazioli. "Il testo è blindato" aveva tuonato Silvio Berlusconi, che, tuttavia, si e' astenuto sul via libera al provvedimento finale ritenendolo non del tutto coerente con gli impegni elettorali del suo partito. La possibilita' della fiducia ha, ovviamente, fatto salire sulle barricate le opposizioni. Anche l'Udc, oltre a Pd e Idv, annuncia voto contrario sul provvedimento.
Il nuovo testo. Questa mattina si riunirà la Commissione giustizia di Palazzo Madama per esaminare gli ultimi emendamenti. Il nuovo testo prevede 13 modifiche al testo originario. Terminati i 75 giorni di durata massima delle intercettazioni telefoniche, il pm potra' chiedere una proroga di tre giorni in tre giorni se dovesse avvertire il rischio che si stia per compiere un nuovo reato o se si tratti di una prova fondamentale; viene fissato in 3 giorni (prorogabili di tre in tre) la durata delle intercettazioni ambientali. Nel testo restano le pene per gli editori, che possono pagare ammende fino a oltre 450 mila euro nel caso pubblichino intercettazioni espunte dal processo o giudicate irrilevanti per il procedimento. Per quanto riguarda la cosiddetta ''norma transitoria'', una volta approvato il disegno di legge entreranno in vigore le sanzioni per giornalisti ed editori. Ci sara' invece un anno di tempo per applicare la norma che prevede il semaforo verde per le intercettazioni da parte del giudice collegiale e non piu' del Gip. Le nuove norme, infine, non dovrebbero essere applicate alle inchieste in corso. Cambiamenti che piacciono ai finiani che sul tema hanno ingaggiato una dura battaglia dentro il Pdl. ''Il testo ora e' garanzia di legalita' e di lotta al crimine'' commentava ieri Gianfranco Fini.
Il giudizio del Colle. In molti si chiedono che farà Giorgio Napolitano. 3Un'incognita che riguarda il giudizio del presidente della Repubblica sulla costituzionalita' di alcune delle nuove norme. Secondo alcune indiscrezioni, il sottosegretario Gianni Letta e i tecnici del Quirinale sarebbero al lavoro in particolare sulla norma che prevede 72 ore come limite temporale di ogni singola proroga del periodo in cui si puo' intercettare (nella prima formulazione del testo il limite era stato fissato a 48 ore) e sulla ''norma transitoria''. Su quest'ultimo punto, il Quirinale riterrebbe non costituzionale una applicazione delle nuove regole che operi discriminazioni fra i processi.
Fonte: Repubblica.it
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A spingere in questa direzione e' l'esito della riunione dell'Ufficio di presidenza del Pdl 1 che si e' svolto ieri nella residenza del premier a Palazzo Grazioli. "Il testo è blindato" aveva tuonato Silvio Berlusconi, che, tuttavia, si e' astenuto sul via libera al provvedimento finale ritenendolo non del tutto coerente con gli impegni elettorali del suo partito. La possibilita' della fiducia ha, ovviamente, fatto salire sulle barricate le opposizioni. Anche l'Udc, oltre a Pd e Idv, annuncia voto contrario sul provvedimento.
Il nuovo testo. Questa mattina si riunirà la Commissione giustizia di Palazzo Madama per esaminare gli ultimi emendamenti. Il nuovo testo prevede 13 modifiche al testo originario. Terminati i 75 giorni di durata massima delle intercettazioni telefoniche, il pm potra' chiedere una proroga di tre giorni in tre giorni se dovesse avvertire il rischio che si stia per compiere un nuovo reato o se si tratti di una prova fondamentale; viene fissato in 3 giorni (prorogabili di tre in tre) la durata delle intercettazioni ambientali. Nel testo restano le pene per gli editori, che possono pagare ammende fino a oltre 450 mila euro nel caso pubblichino intercettazioni espunte dal processo o giudicate irrilevanti per il procedimento. Per quanto riguarda la cosiddetta ''norma transitoria'', una volta approvato il disegno di legge entreranno in vigore le sanzioni per giornalisti ed editori. Ci sara' invece un anno di tempo per applicare la norma che prevede il semaforo verde per le intercettazioni da parte del giudice collegiale e non piu' del Gip. Le nuove norme, infine, non dovrebbero essere applicate alle inchieste in corso. Cambiamenti che piacciono ai finiani che sul tema hanno ingaggiato una dura battaglia dentro il Pdl. ''Il testo ora e' garanzia di legalita' e di lotta al crimine'' commentava ieri Gianfranco Fini.
Il giudizio del Colle. In molti si chiedono che farà Giorgio Napolitano. 3Un'incognita che riguarda il giudizio del presidente della Repubblica sulla costituzionalita' di alcune delle nuove norme. Secondo alcune indiscrezioni, il sottosegretario Gianni Letta e i tecnici del Quirinale sarebbero al lavoro in particolare sulla norma che prevede 72 ore come limite temporale di ogni singola proroga del periodo in cui si puo' intercettare (nella prima formulazione del testo il limite era stato fissato a 48 ore) e sulla ''norma transitoria''. Su quest'ultimo punto, il Quirinale riterrebbe non costituzionale una applicazione delle nuove regole che operi discriminazioni fra i processi.
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