Gentile San Guido, nel ricevere l’atto di citazione in cui Lei chiede al sottoscritto e a Padellaro la bellezza di 100 mila euro come risarcimento per il danno patrimoniale e non che avremmo inferto al Suo “decoro” e alla Sua “reputazione” con un solo articolo e – cito testualmente – per “il patema d’animo sofferto in relazione al contesto sociale”, intendo anzitutto congratularmi con Lei per svariati motivi. 1) Lei ha ancora un “decoro” e una “reputazione”, il che non è poco con questi chiari di luna. 2) Lei, nonostante tutto, li valuta addirittura 100 mila euro, il che denota una notevole autostima. 3) Lungi dal contrarre allergie nei confronti dei tribunali, divenuti ultimamente il Suo habitat naturale, Lei ha deciso di trascorrervi altro tempo prezioso in veste non solo di imputato, ma anche, per cambiare un po’, di presunta vittima (“attore”, secondo l’immortale gergo del diritto civile). 4) La Sua citazione dimostra che le recenti vicende giudiziarie non hanno fiaccato la Sua qualità migliore: l’assoluta, tetragona impermeabilità al ridicolo che già imparammo ad apprezzare quando Lei, portando a spasso il Suo monumento, si pavoneggiò per un sondaggio che La indicava come il più amato dagli italiani dopo il Papa e prima della Cuccarini; e ancora quando sbarcò ad Haiti insalutato ospite e impartì i primi rudimenti di Protezione civile a Clinton e agli americani tutti, notoriamente digiuni di calamità naturali.
Passando al contenuto dell’atto, davvero godibile (estenda i complimenti all’avvocato), scorro le “espressioni false e diffamatorie” a Suo avviso contenute nell’articolo “Bertoladri” che commentava sarcasticamente la retata disposta il giorno prima nel Suo regno dai giudici di Firenze con gli arresti di Anemone, Balducci, De Santis, Della Giovanpaola & C. e con la Sua iscrizione nel registro per corruzione. Lei sostiene che, con una “fraseologia di per sé offensiva, “distorcendo ad arte il cognome dell’attore” e “associandolo al ‘malaffare’”, io L’avrei dipinta come “un soggetto pubblico che persegue fini illeciti arricchendosi indebitamente e causando gravi pregiudizi all’interesse pubblico” e avrei financo insinuato “falsamente l’esistenza di una sorta di associazione per delinquere” dalle Sue parti. Oh bella, ma se arrestano mezza Protezione civile per associazione a delinquere e ne indagano il capo per corruzione (per non parlare del processo a Napoli per gestione illecita di rifiuti), che dovrebbero scrivere i giornali e pensare i cittadini? Che va tutto bene? La “fraseologia offensiva” e le “false aggettivazioni” che Lei attribuisce al sottoscritto sono del gup Rosario Lupo che dispose gli arresti (“malaffare”, “associazione per delinquere”) o degl’indagati intercettati, quasi tutti vicini o vicinissimi a Lei: quelli che abbiamo chiamato ironicamente i Bertoladri perché – da veri esperti – definivano il clan della Protezione civile “combr iccola”, “cricca di banditi”, “gente che ruba tutto il rubabile”, “da carcerare”.
Un’istantanea con l’autoscatto. Attribuire al cronista le parole degl’indagati è come confondere Michael Moore con Bush o Saviano con Sandokan. Ora però, gentile San Guido, non mi fraintenda. Se davvero Le viene il patema d’animo non quando scopre che i suoi amici costruttori gonfiano i costi del 60% o corrompono i suoi amici controllori, o che qualcuno sghignazza per il business del terremoto mentre la gente muore, ma quando i cronisti lo raccontano, Le veniamo incontro. Non mi fraintenda: niente brasiliane in bikini, anche perché i patemi d’animo sono una delle rare patologie che non si curano con i massaggi al Salaria Sport Village. Mi riferisco all’improvvisa indigenza che so averLa colpita da quando Anemone e Zampolini hanno le mani impegnate da pesanti gingilli metallici. So per esperienza cosa significa pagarsi l’affitto o il mutuo di tasca propria e immagino lo choc che ciò comporta in chi non vi è abituato. È a corto di spiccioli? Lasci perdere le cause civili, che non finiscono mai. Ci dica quanto Le serve per tirare avanti. E noi facciamo una colletta.
Fonte: Il Fatto Quotidiano del 5 giugno, in edicola
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Passando al contenuto dell’atto, davvero godibile (estenda i complimenti all’avvocato), scorro le “espressioni false e diffamatorie” a Suo avviso contenute nell’articolo “Bertoladri” che commentava sarcasticamente la retata disposta il giorno prima nel Suo regno dai giudici di Firenze con gli arresti di Anemone, Balducci, De Santis, Della Giovanpaola & C. e con la Sua iscrizione nel registro per corruzione. Lei sostiene che, con una “fraseologia di per sé offensiva, “distorcendo ad arte il cognome dell’attore” e “associandolo al ‘malaffare’”, io L’avrei dipinta come “un soggetto pubblico che persegue fini illeciti arricchendosi indebitamente e causando gravi pregiudizi all’interesse pubblico” e avrei financo insinuato “falsamente l’esistenza di una sorta di associazione per delinquere” dalle Sue parti. Oh bella, ma se arrestano mezza Protezione civile per associazione a delinquere e ne indagano il capo per corruzione (per non parlare del processo a Napoli per gestione illecita di rifiuti), che dovrebbero scrivere i giornali e pensare i cittadini? Che va tutto bene? La “fraseologia offensiva” e le “false aggettivazioni” che Lei attribuisce al sottoscritto sono del gup Rosario Lupo che dispose gli arresti (“malaffare”, “associazione per delinquere”) o degl’indagati intercettati, quasi tutti vicini o vicinissimi a Lei: quelli che abbiamo chiamato ironicamente i Bertoladri perché – da veri esperti – definivano il clan della Protezione civile “combr iccola”, “cricca di banditi”, “gente che ruba tutto il rubabile”, “da carcerare”.
Un’istantanea con l’autoscatto. Attribuire al cronista le parole degl’indagati è come confondere Michael Moore con Bush o Saviano con Sandokan. Ora però, gentile San Guido, non mi fraintenda. Se davvero Le viene il patema d’animo non quando scopre che i suoi amici costruttori gonfiano i costi del 60% o corrompono i suoi amici controllori, o che qualcuno sghignazza per il business del terremoto mentre la gente muore, ma quando i cronisti lo raccontano, Le veniamo incontro. Non mi fraintenda: niente brasiliane in bikini, anche perché i patemi d’animo sono una delle rare patologie che non si curano con i massaggi al Salaria Sport Village. Mi riferisco all’improvvisa indigenza che so averLa colpita da quando Anemone e Zampolini hanno le mani impegnate da pesanti gingilli metallici. So per esperienza cosa significa pagarsi l’affitto o il mutuo di tasca propria e immagino lo choc che ciò comporta in chi non vi è abituato. È a corto di spiccioli? Lasci perdere le cause civili, che non finiscono mai. Ci dica quanto Le serve per tirare avanti. E noi facciamo una colletta.
Fonte: Il Fatto Quotidiano del 5 giugno, in edicola
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