L’ultima a dover dire addio alla sua casa in via delle Tre Madonne per fare posto agli inquilini vip arrivati in vasta schiera con la nuova proprietà - Assicurazioni Milano, ovvero Salvatore Ligresti -, è stata, all’età di novant’anni, Elsa Vincenzi, affittuaria Ina dal lontano 1954. Il contratto di locazione lo aveva firmato suo marito, uno dei fortunati dirigenti a cui l’Istituto nazionale delle Assicurazioni aveva assegnato casa in quell’elegante complesso umbertino nel cuore del quartiere Parioli che, fatto costruire dall’Ina per i suoi dipendenti, cinquant’anni e passa dopo, nelle mani di Salvatore Ligresti, sarebbe diventato dimora ambitissima per politici e vip.
«Proprio un bel posto, vero?», sorride cortese Italo Bocchino, che lascia con disinvoltura l’auto nel vialetto accanto alla fontana zampillante. Il suo è l’appartamento al primo piano della palazzina di fronte: 230 metri quadri più box. In quella accanto, in un appartamento dello stesso taglio, abita Renato Brunetta. E, secondo alcune voci, sempre nella stessa palazzina, che poi è quella della signora Elsa, sarebbe in arrivo anche un altro ministro, Angelino Alfano. Indicato tra le new entries di via delle Tre Madonne, insieme al dg della Rai, Domenico Masi. Veterani nella schiera dei nuovi inquilini arrivati con il passaggio dello stabile dell’Ina alla Milano Assicurazioni di Ligresti passando per la Pirelli Real Estate di Tronchetti Provera sono invece le figlie del presidente delle Generali, Benedetta e Chiara Geronzi, primo e ultimo piano più attico della terza palazzina di via delle Tre Madonne. Più appartamento nella palazzina di Bocchino, dove un tempo abitavano Renato Rascel e sua moglie, Giuditta Saltarini, sfrattata anche lei.
E sempre in quella palazzina vive anche Marco Cardia, il figlio del presidente della Consob. Tutti affittuari di Ligresti e della Milano Assicurazioni, società della Fondiaria Sai, nel cui Cda siede tra l’altro il fratello di La Russa, Vicenzo. «Vorremmo sapere quanto pagano», dicono i pochi inquilini Ina che resistono. «Non vedo per quale motivo dovremmo fornire una simile informazione», risponde a nome del ministro, il portavoce di Brunetta, che si limita a vantare «regolare contratto». «Quattromila euro al mese», risponde con più cortesia Bocchino. Non molto, visto che gli affitti nel quartiere Parioli si aggirano per gli appartamenti di maggior pregio sui 31,5 euro a mq al mese (che nel caso, fanno 7245 euro al mese, più il box) e non scendono al di sotto dei 24,3 euro per i meno pregiati (5.589 euro più box). «Ligresti? Lo conosco e lo stimo, ma che c’entra?», si schermisce l’ex capogruppo del Pdl, che assicura di essere arrivato in via delle Tre Madonne solo grazie alla «soffiata» di alcuni amici approdati nell’elegante complesso umbertino prima di lui. Come Giovanna Melandri, che però racconta: «Per le nostre tasche era comunque un po’ troppo caro e poi me lo avevano assegnato in un momento in cui ero sotto sfratto, poi lo sfratto rientrò... quindi lì non ci sono mai andata ad abitare, ora ci vive una mia amica». Lo schema (trasversale) con cui si sono mossi i nuovi proprietari, ad ogni modo, è semplice: dentro i nuovi vip, via i vecchi condomini. «Un passaggio dolorosissimo», ricorda la nuora della signora Vincenzi.
L'addio alla casa di tutta una vita, per lei è arrivato a tradimento una mattina della scorsa estate. È il primo luglio, la proroga degli sfratti per le categorie protette è già stata decisa ma non ancora pubblicata, quando l’anziana signora esce con il figlio per un controllo oncologico. Qualche ora dopo il portiere telefona alla nuora: «Dica alla signora che hanno messo i sigilli alla sua casa». Lo sfratto è stato eseguito. Fine di una vita, trascorsa in quell’attico, che ora stanno ristrutturando per altri eccellenti inquilini. La beffa nell’ingiustizia è che la signora Vincenzi non più di sette mesi prima aveva vinto la sua battaglia con Pirelli, Ligresti e tutte le società per cui, in un gioco di scatole cinesi, è transitato il patrimonio immobiliare Ina. La signora Vincenzi aveva un diritto di prelazione che non è stato rispettato, spiega la sentenza con cui il giudice Casavola condanna i convenuti a pagarle 1,2 milioni per la mancata prelazione più 400mila euro per danni non patrimoniali. Ovviamente, i «convenuti» hanno fatto ricorso. E hanno ottenuto di non pagare prima dell’appello. Udienza fissata per il novembre del 2014. Nel frattempo, Ligresti e gli altri, si sono, comunque, presi la sua casa.
Fonte: Unita.it
---Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
«Proprio un bel posto, vero?», sorride cortese Italo Bocchino, che lascia con disinvoltura l’auto nel vialetto accanto alla fontana zampillante. Il suo è l’appartamento al primo piano della palazzina di fronte: 230 metri quadri più box. In quella accanto, in un appartamento dello stesso taglio, abita Renato Brunetta. E, secondo alcune voci, sempre nella stessa palazzina, che poi è quella della signora Elsa, sarebbe in arrivo anche un altro ministro, Angelino Alfano. Indicato tra le new entries di via delle Tre Madonne, insieme al dg della Rai, Domenico Masi. Veterani nella schiera dei nuovi inquilini arrivati con il passaggio dello stabile dell’Ina alla Milano Assicurazioni di Ligresti passando per la Pirelli Real Estate di Tronchetti Provera sono invece le figlie del presidente delle Generali, Benedetta e Chiara Geronzi, primo e ultimo piano più attico della terza palazzina di via delle Tre Madonne. Più appartamento nella palazzina di Bocchino, dove un tempo abitavano Renato Rascel e sua moglie, Giuditta Saltarini, sfrattata anche lei.
E sempre in quella palazzina vive anche Marco Cardia, il figlio del presidente della Consob. Tutti affittuari di Ligresti e della Milano Assicurazioni, società della Fondiaria Sai, nel cui Cda siede tra l’altro il fratello di La Russa, Vicenzo. «Vorremmo sapere quanto pagano», dicono i pochi inquilini Ina che resistono. «Non vedo per quale motivo dovremmo fornire una simile informazione», risponde a nome del ministro, il portavoce di Brunetta, che si limita a vantare «regolare contratto». «Quattromila euro al mese», risponde con più cortesia Bocchino. Non molto, visto che gli affitti nel quartiere Parioli si aggirano per gli appartamenti di maggior pregio sui 31,5 euro a mq al mese (che nel caso, fanno 7245 euro al mese, più il box) e non scendono al di sotto dei 24,3 euro per i meno pregiati (5.589 euro più box). «Ligresti? Lo conosco e lo stimo, ma che c’entra?», si schermisce l’ex capogruppo del Pdl, che assicura di essere arrivato in via delle Tre Madonne solo grazie alla «soffiata» di alcuni amici approdati nell’elegante complesso umbertino prima di lui. Come Giovanna Melandri, che però racconta: «Per le nostre tasche era comunque un po’ troppo caro e poi me lo avevano assegnato in un momento in cui ero sotto sfratto, poi lo sfratto rientrò... quindi lì non ci sono mai andata ad abitare, ora ci vive una mia amica». Lo schema (trasversale) con cui si sono mossi i nuovi proprietari, ad ogni modo, è semplice: dentro i nuovi vip, via i vecchi condomini. «Un passaggio dolorosissimo», ricorda la nuora della signora Vincenzi.
L'addio alla casa di tutta una vita, per lei è arrivato a tradimento una mattina della scorsa estate. È il primo luglio, la proroga degli sfratti per le categorie protette è già stata decisa ma non ancora pubblicata, quando l’anziana signora esce con il figlio per un controllo oncologico. Qualche ora dopo il portiere telefona alla nuora: «Dica alla signora che hanno messo i sigilli alla sua casa». Lo sfratto è stato eseguito. Fine di una vita, trascorsa in quell’attico, che ora stanno ristrutturando per altri eccellenti inquilini. La beffa nell’ingiustizia è che la signora Vincenzi non più di sette mesi prima aveva vinto la sua battaglia con Pirelli, Ligresti e tutte le società per cui, in un gioco di scatole cinesi, è transitato il patrimonio immobiliare Ina. La signora Vincenzi aveva un diritto di prelazione che non è stato rispettato, spiega la sentenza con cui il giudice Casavola condanna i convenuti a pagarle 1,2 milioni per la mancata prelazione più 400mila euro per danni non patrimoniali. Ovviamente, i «convenuti» hanno fatto ricorso. E hanno ottenuto di non pagare prima dell’appello. Udienza fissata per il novembre del 2014. Nel frattempo, Ligresti e gli altri, si sono, comunque, presi la sua casa.
Fonte: Unita.it
---Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
0 commenti to " Sfrattano una novantenne per far posto a politici e vip "